Intelligenza Artificiale (IA): realtà, rischi e potenzialità.

img_0089 Con l’intervento che segue, di Franco Manca, proseguiamo nella ripubblicazione di saggi contenuti nel Dossier Caritas 2024, avviata di recente con quello di Franco Meloni, successivamente con quello di Gianni Loy.
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L’intelligenza artificiale alla luce della Carità
di Franco Manca
Che cos’è l’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale (Ia) è un campo dell’informatica che si occupa di creare sistemi in grado di svolgere compiti che tipicamente richiedono l’intelligenza umana. In essenza, l’Ia è la capacità di macchine o programmi informatici di imitare funzioni cognitive umane come l’apprendimento, la risoluzione di problemi e il ragionamento.
«Affinché il deep learning funzioni bene, sono richiesti i requisiti che seguono: enormi quantità di dati significativi, un ambito ristretto e una funzione obiettivo da ottimizzare»1

L’Ia comprende diverse aree chiave. L’apprendimento automatico consente alle macchine di imparare dai dati e migliorare le proprie prestazioni nel tempo.
L’elaborazione del linguaggio naturale permette alle macchine di comprendere e generare linguaggio umano, mentre la visione artificiale consente ai computer di interpretare e comprendere immagini e video. Nel campo della robotica, l’Ia viene integrata per creare macchine in grado di interagire con l’ambiente fisico. Infine, i sistemi esperti sono programmi che emulano le capacità decisionali di un esperto umano in un campo specifico.
Queste diverse applicazioni dell’Ia stanno rivoluzionando numerosi settori, dalla sanità alla finanza, dall’industria manifatturiera ai trasporti, aprendo nuove possibilità e sfide per il futuro.
«Mai prima d’ora erano esistite tecnologie con un simile potenziale
trasformativo capaci di riplasmare il nostro mondo con effetti grandiosi e al tempo stesso spaventosi. (…) Con la Ia potremmo scoprire i segreti dell’universo, sconfiggere malattie ritenute incurabili e creare nuove forme di arte e cultura che vanno al di là di ogni immaginazione. Con le biotecnologie potremmo produrre la vita per sconfiggere malattie e trasformare l’agricoltura, creando un mondo più sano e sostenibile»2
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Quali effetti può avere sul piano sociale e sul mercato del lavoro?
L’intelligenza artificiale può avere effetti significativi sia sul piano sociale che sul mercato del lavoro. Ecco una panoramica concisa di questi impatti.
Sul piano economico le posizioni degli esperti non sempre coincidono, anzi per molti versi divergono. Philip Aghion, uno dei massimi esperti sulla teoria della crescita schumpeteriana, sostiene che l’Ai
(acronimo in inglese) avrà un grosso effetto sulla crescita e che non solo migliorerà la produttività del lavoro umano ma anche la capacità stessa di produrre nuove idee. Per Daren Acemoglu (Premio Nobel per l’Economia 2024), l’Ai è tendenzialmente sostitutiva del lavoro umano, non produce idee originali e non avrà grandi effetti sulla crescita.
L’Ia presenta aspetti negativi che non possono essere ignorati. Una delle preoccupazioni principali è la potenziale perdita di posti di lavoro in alcuni settori a causa dell’automazione. Secondo un recentissimo studio della Banca d’Italia3 l’impatto previsto coinvolgerebbe due lavoratori su tre. Con un impatto particolarmente importante nel settore dei servizi mentre più limitate sarebbero le conseguenze sull’agricoltura e in genere sui lavori manuali. Nel settore industriale si stima che circa la metà dei lavoratori avrebbe un impatto basso. Ma è soprattutto il settore terziario ad essere coinvolto lo studio stima che quattro quinti del settore sarebbero coinvolti. Sempre secondo Bankitalia, «per il 40 per cento degli occupati vi sarebbe una relazione di complementarità con l’impiego dell’Ia, con potenziali benefici in termini di produttività e domanda di lavoro; per oltre un quarto si riscontrerebbe invece una prevalenza del rischio di sostituzione».
Sul fronte positivo, l’Ia sta rivoluzionando numerosi settori, aumentando l’efficienza e la produttività in campi che vanno dall’industria alla sanità. Sta dando una spinta notevole alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica, aprendo nuove frontiere della conoscenza. I servizi diventano sempre più personalizzati grazie all’Ia, migliorando esperienze come l’istruzione e l’intrattenimento. In ambiti che richiedono decisioni complesse, come la medicina o la finanza, l’Ia offre un supporto prezioso. Inoltre, automatizzando compiti pericolosi o ripetitivi, contribuisce a migliorare la sicurezza sul lavoro.
Nel mercato del lavoro, dunque, l’Ia sta causando cambiamenti significativi.
Da un lato, sta automatizzando molti lavori ripetitivi e manuali, portando potenzialmente alla perdita di posti di lavoro in alcuni settori. Dall’altro, sta creando nuove opportunità di lavoro in campi come lo sviluppo di Ia, l’analisi dei dati e la gestione di sistemi Ia. Sta anche aumentando la produttività in molti settori, il che potrebbe portare a una crescita economica complessiva.
L’Ia sta anche modificando la natura di molti lavori esistenti, richiedendo ai lavoratori di sviluppare nuove competenze per lavorare insieme alle tecnologie Ia. Questo sta portando a un crescente bisogno di formazione continua e riqualificazione della forza lavoro.
Sul piano sociale, l’Ia sta trasformando il modo in cui interagiamo, comunichiamo e accediamo alle informazioni. Sta migliorando l’assistenza sanitaria attraverso diagnosi più accurate e trattamenti personalizzati. L’Ia sta anche influenzando l’istruzione, offrendo esperienze di apprendimento personalizzate. Tuttavia, solleva anche preoccupazioni sulla privacy, la sicurezza dei dati e il potenziale aumento delle disuguaglianze sociali se l’accesso alle tecnologie IA non è equo.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi dell’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale porta con sé una serie di aspetti sia positivi che negativi, che stanno plasmando il nostro mondo in modo significativo.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi è utile fare riferimento alle parole di Geoffrey Hinton (Premio Nobel per la fisica 2024). Il fisico afferma che «nello sviluppo dell’intelligenza artificiale i pericoli legati al suo costante miglioramento non possono essere negati. In questo momento non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so. ma penso che presto potrebbero esserlo».
In un articolo del New York Times si parla di un nuovo e più grave allarme sulle possibili ricadute di una rapida diffusione dell’Ia: «Pone una minaccia esistenziale all’umanità e dovrebbe essere considerata un rischio sociale come le pandemie e le guerre nucleari” Queste affermazioni sono contenute in una lettera aperta firmata
da più di 350 manager del settore e diffusa dalla No profit Center for IA Safety. Tra i firmatari ci sono l’amministratore delegato di Open AI Sam Altman, il numero uno di Google Deep Mind Dennis Hassabis, il leader di Anthropic Dario Amadei, Geoffrey Hinton e Yoshua Bengio vincitori del Turing Award e il primo come già ricordato, Nobel per la fisica 2024. Nel testo si aggiunge che mitigare il rischio di estinzione posto dall’Ia «dovrebbe essere una priorità».
Le questioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati sono sempre più pressanti man mano che l’Ia diventa più pervasiva. C’è anche il rischio che i sistemi di Ia, se addestrati su dati non rappresentativi, possano perpetuare o addirittura amplificare bias e discriminazioni esistenti. L’implementazione dell’Ia potrebbe
inoltre accentuare le disuguaglianze sociali ed economiche, creando un divario tra chi ha accesso a queste tecnologie e chi no. Ed ancora, l’uso dell’Ia in ambiti sensibili come la sorveglianza o le armi autonome solleva importanti questioni etiche che la società deve affrontare.
«Il Papa evoca il rischio di diventare cibo per gli algoritmi» ed anche di «costruire nuove caste basate sul dominio informativo, generando nuove forme di sfruttamento e di disuguaglianze». Questo scenario è chiamato algocrazia ed è definito da Byungm – Chul Han come «quella forma di dominio nella quale l’informazione e la sua
diffusione determinano in maniera decisiva, attraverso algoritmi e intelligenza artificiale, i processi sociali, economici e politici accompagnandosi al capitalismo dell’informazione, che evolve in capitalismo della sorveglianza e declassa gli esseri umani a bestie da dati e consumo»4. Tuttavia, la posizione di Papa Francesco non è di tipo catastrofista come indica Han poiché «la risposta non è scritta dipende da noi» e ancora «spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza»5
.
«Come ci ricorda il Papa, l’Ia di sua natura può facilmente essere una forza dell’umanità. Sta all’umanità favorirne tutti gli aspetti positivi e prevenire, ridurre o annullare quelli negativi, evitando che mani sbagliate abbiano la meglio nella spinta verso il futuro»6. I pericoli sono avvertiti anche da importanti scienziati.
«I modelli linguistici di grandi dimensioni sono per lo più sistemi di Ia che elaborano immense quantità di dati per generare il token successivo previsto in una stringa7. Tuttavia, la loro abilità dinamica di auto addestramento e di autocorrezione fa temere che questi sistemi possano generare modelli di ragionamento e di implicazione (le cosiddette capacità emergenti) potenzialmente dannose per gli esseri umani al punto da spodestare l’uomo dal controllo sulla propria vita»8
.
Per questa ragione un gruppo di influenti ricercatori ha sottoscritto un appello affinché si sospendano ulteriori ricerche fino a quando non si avrà la certezza di unanmaggiore comprensione e soprattutto di un adeguato controllo. Allo stesso modo Papa Francesco ha espresso la medesima preoccupazione.
«Il Papa sottolinea a ragione la miracolosa unicità dell’esistenza umana che non potrà – e non dovrà mai essere ridotta a un insieme di algoritmi o di dati. Le Ia devono servire l’umanità e contribuire al suo miglioramento non governarla o controllarla.
Ciò comporta privilegiare valori quali la giustizia, la misericordia, la compassione, il perdono. Occorre vincolare l’Ia e i suoi sviluppatori e operatori ai valori umani: mattendibilità, sicurezza, correttezza, affidabilità, inclusività, trasparenza»9
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Questo equilibrio tra potenziali benefici e rischi sottolinea l’importanza cruciale di un approccio responsabile e ponderato allo sviluppo e all’implementazione dell’intelligenza artificiale, per massimizzarne i vantaggi minimizzando al contempo i possibili effetti negativi sulla società.
Un elemento imprescindibile di questo nuovo mondo che si potrà sviluppare attraverso l’intelligenza artificiale riguarda la dotazione di regole valide universalmente. Considerato che “L’utilizzo dell’Ia comporta rischi legati alla manipolazione e al controllo sociale, alla disinformazione, all’allucinazione (inventare di sana pianta piuttosto che ammettere di non sapere) alla non affidabilità alla falsificazione della storia», contro questi pericoli «la creazione di un meccanismo di vigilanza realmente efficace al fine di preservare la verità è un compito cruciale che va be oltre una governance di tipo giuridico»10
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Sul piano normativo è necessario ricordare che il Parlamento Europeo nel marzo del 2024 ha approvato la legge sull’intelligenza artificiale, il cosiddetto AI Act, «che costituisce uno standard globale per la regolamentazione dell’Ia, introducendo per la prima volta una serie di obblighi chiari anche per altri sistemi di Ia ad alto rischio. Occorre tuttavia creare un quadro normativo comune, di
portata internazionale»11
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E tuttavia il quadro normativo non è sufficiente in quanto «dinanzi alle sfide sollevate dall’intelligenza artificiale, Papa Francesco avverte che la regolamentazione non basta, è necessario crescere in umanità e come umanità»12
.
Qual è la posizione della Chiesa cattolica sull’intelligenza artificiale?
«Non possiamo dubitare che l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenti una vera e propria rivoluzione cognitivo-industriale che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale, caratterizzato da complesse trasformazioni epocali.
Ad esempio, l’intelligenza artificiale potrebbe permettere una democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della ricerca scientifica e la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti; ma al tempo stesso essa potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi, mettendo in pericolo la possibilità di una cultura dell’incontro a vantaggio di una cultura dello scarto» (dal discorso di Papa Francesco al G7 il 14 giugno 2024).
La posizione della Chiesa cattolica sull’intelligenza artificiale è caratterizzata dunque da una cauta apertura, riconoscendone il potenziale innovativo ma sottolineando la necessità di un approccio etico e centrato sull’Uomo. Papa Francesco, in particolare, ha affrontato questo tema in diverse occasioni, evidenziando come l’Ia possa essere uno strumento potente per il bene dell’umanità,
ma solo se sviluppata e utilizzata con saggezza e responsabilità. La Chiesa vede nell’Ia opportunità significative per migliorare la vita umana in vari ambiti, dalla medicina all’istruzione, dalla lotta alla povertà alla gestione delle risorse ambientali.
Tuttavia, insiste fermamente sul principio che l’Ia debba sempre essere al servizio dell’Uomo e non viceversa.
«L’intelligenza artificiale è una tecnologia fatta di “meravigliose invenzioni” ma di nessuna intelligenza, comprensione, coscienza, emotività, intuito, consapevolezza… insomma, tutto ciò che fa di un essere umano un’entità unica almeno su questo pianeta. (…) L’utilizzo stesso della parola intelligente è fuorviante» (Papa Francesco)13
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L’intelligenza artificiale è costituita da macchine, «meccanismi, sistemi o servizi software che fanno cose al posto nostro, sempre più spesso meglio di noi ma in modi diversi, privi di intelligenza, nello stesso senso in cui una lavastoviglie lava i piatti al posto nostro e meglio di noi, ma non come noi, e senza alcuna ragione, motivo, aspettative, speranze o timori, e così via che abbiamo solo noi»14
.
«Una delle caratteristiche peculiari dell’essere umano è la sapienza del cuore. Ebbene, le macchine non possiedono questa sapienza. Le macchine i programmi non sono in grado di decodificare il senso degli avvenimenti come invece fa l’essere umano. C’è dunque una differenza sostanziale tra intelligenza umana e intelligenza artificiale”15
.
Un punto cardine della posizione della Chiesa è il rispetto della dignità umana.
L’Ia, secondo questa visione, non deve mai compromettere o sminuire il valore intrinseco della persona umana. Questo si traduce in una chiamata a sviluppare tecnologie che amplificano e supportano le capacità umane, piuttosto che sostituirle o diminuirle. La Chiesa sostiene che lo sviluppo dell’Ia deve essere guidato da solidi
principi etici e valori umani, non solo da considerazioni tecniche o economiche.
L’inclusività è un altro aspetto fondamentale della posizione della Chiesa.
C’è una forte preoccupazione che i benefici dell’Ia possano essere distribuiti in modo diseguale, accentuando le disparità esistenti. La Chiesa esorta quindi a garantire che le tecnologie Ia siano accessibili a tutti, non solo ai più ricchi o potenti, vedendo in questo un’opportunità per ridurre le disuguaglianze globali
piuttosto che esacerbarle.
La Chiesa sottolinea anche l’importanza della trasparenza nei processi
decisionali dell’Ia. I sistemi di intelligenza artificiale non dovrebbero essere “scatole nere” incomprensibili, ma dovrebbero operare in modo che le loro decisioni possano essere spiegate e giustificate. Questo è visto come essenziale per mantenere la fiducia pubblica e per garantire che l’Ia rimanga uno strumento al servizio dell’umanità.
La questione della responsabilità è un altro punto cruciale. La Chiesa insiste sul fatto che, nonostante l’avanzamento dell’Ia, gli esseri umani devono mantenere la responsabilità finale delle decisioni prese con l’ausilio di queste tecnologie.
Questo principio si estende a tutti gli ambiti, dalla medicina alla giustizia, dall’economia alla governance.
Allo stesso tempo, la Chiesa esprime preoccupazione per alcuni potenziali rischi associati all’Ia. Tra questi, la possibile perdita di posti di lavoro dovuta all’automazione, l’aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche, e l’uso dell’Ia per scopi militari o di sorveglianza di massa che potrebbero minacciare
la libertà e la privacy individuali. Perciò, «è necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione
dell’opinione pubblica o nella costruzione del pensiero unico» (Messaggio per la 58a Giornata mondiale delle comunicazioni).
In sintesi, la posizione della Chiesa Cattolica sull’intelligenza artificiale è caratterizzata da un equilibrio tra ottimismo per le potenzialità di questa tecnologia e cautela rispetto ai suoi possibili effetti negativi. La Chiesa vede nell’IA uno strumento potenzialmente benefico per l’umanità, ma insiste sulla necessità di guidarne lo sviluppo e l’applicazione con principi etici solidi, ponendo sempre al
centro la dignità e il benessere della persona umana.

Note
1 Kai Fu Lee e Chen Qiufan AI 2041 Scenari dal futuro dell’intelligenza
artificiale Luiss University press, Roma, 2023)
2 Mustafa Suleyman con Michael Bhaskar L’onda che verrà Intelligenza
artificiale e potere nel xxi secolo Garzanti, Milano 2024)
3Assessment of occupational exposure to artificial intelligenze in Italy, AA.VV.,
Questioni di economia e finanza N 878, ottobre 2024)
4B-C Han, Infocrazia. Le nostre vite manipolate dalla rete,
Einaudi, Torino 2023 pag 3
5Stefano Pasta. IA ed educazione oltre il determinismo algoritmico, in Intelligenza
artificiale e sapienza del cuore, Scholè, editrice Morcelliana, Brescia, 2024)
6L. Floridi, Tre tensioni nella comprensione dell’IA in Intelligenza artificiale, in
Intelligenza artificiale cit.
7M. Shanahan, Talking about large language models 2022 https://
arxiv.org/ abs 2122.03551
8D. Moran. L’intelligenza umana paradigma per la ricerca sull’intelligenza
artificiale, in Intelligenza art. cit
9D. Moran cit.
10D. Moran cit
11D. Moran cit
12Sabino Chialà, Pensare con il cuore in Intelligenza art. cit
13Floridi,cit.
14L. Floridi cit
15Adriano Fabris, Per una relazione etica fra essere umano e macchina
in Intelligenza art.cit.
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