Giovanni Sola questo cagliaritano dimenticato
Verso il ricupero dell’edificio e la riapertura al culto della Chiesa di San Giuseppe a Stampace
Gli ex ragazzi della “Toniolo” della parrocchia S.Anna del quartiere di Stampace, associazione in auge negli anni 50-60, in collaborazione con i confratelli della Congregazione Artieri della chiesa di San Michele, si stanno battendo da alcuni anni per la riapertura al culto della piccola chiesa di San Giuseppe, situata all’interno del complesso dell’omonimo storico ex asilo, nella via San Giorgio. La struttura è di proprietà della Fondazione istituti riuniti di ricovero minorile (IRRM) che di recente ha rinnovato gli organi di gestione. Il nuovo presidente, dott. Franco Manca, ha dichiarato di condividere le richieste delle associazioni di quartiere, e che s’impegnerà a trovare i fondi necessari per i lavori di risanamento e ricupero dell’edificio, in tempi relativamente brevi. Ne parlerà di persona con la delegazione delle stesse associazioni nell’incontro concordato per la prossima settimana. Intanto un po’ di storia: la chiesa di San Giuseppe fu eretta nel 1937, totalmente finanziata da Giovanni Sola, primo presidente degli Istituti Riuniti di Ricovero minorile, in virtù dei decreti regi di riforma a far data dal 1 marzo 1928. Il comm. Giovanni Sola (1882-1954), cattolicissimo e generoso benefattore delle organizzazioni benefiche, aveva dedicato la chiesa al primogenito Carlo, laureato in medicina con lode, reclutato dall’Esercito come sottotenente medico, morto all’età di 24 anni a Pordenone per un male incurabile. Giovanni Sola morì suicida nel 1954, a 72 anni, dopo la morte della moglie, oppresso da un terribile esaurimento, lasciando nel dolore le due figlie, generi, nipoti e familiari tutti, le maestranze delle sue imprese e un vuoto incolmabile negli istituti di beneficienza che aiutava con smisurata generosità. Giovanni Sola è stato un illustre cittadino cagliaritano, ingiustamente dimenticato, che meriterebbe ben altri riconoscimenti di qualche lapide che ne ricorda la munificenza: per esempio l’intitolazione di una strada o di una piazzetta o di qualche spazio pubblico dedicato ai meno abbienti. E, ancor più, sarebbe meritoria una ricerca storica sulla sua figura e sulle sue opere che dovrebbe impegnare la Fondazione IRRM, il Comune di Cagliari, l’Università di Cagliari.
Anche su questo fronte si misurerà a partire dei prossimi giorni l’impegno delle associazioni operanti nei quartieri del centro storico.
Su CagliariNews: https://cagliarinews.it/a-cagliari-la-chiesa-di-san-giuseppe-obiettivo-riapertura-al-culto/
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