Davide Carta in Consiglio comunale: Cagliari città della Pace e del dialogo nel Mediterraneo
Segnalo l’intervento del Consigliere Davide Carta, svolto in Consiglio Comunale nel dibattito seguito alla presentazione delle dichiarazioni programmatiche del Sindaco Zedda per la nuova Consiliatura (Giancarlo Morgante).
Davide fa un discorso di ampio respiro teso alla costruzione di una comunità più inclusiva e coesa, a partire dalla cultura, avendo come punto di riferimento il Mediterraneo, il dialogo con le città e i paesi che si affacciano su di esso “Cagliari città della pace”.
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Qualche anno fa sono stato con la Caritas diocesana in Terra Santa. Durante la navigazione (con tutto il gruppo di pellegrini) nel lago di Tiberiade è stato ricordato un discorso dello storico Sindaco di Firenze “Giorgio La Pira”.
“Mediterraneo come il lago di Tiberiade”, il nuovo universo delle nazioni.
Traduzione concreta del messaggio evangelico di giustizia sociale e amore verso gli ultimi.
La Pira aveva una visione politica: “Il pilotaggio della speranza” sua questa espressione. È stato un profeta del dialogo, della speranza e della pace (mai come in questi ultimi tempi così tanto invocata).
Alla logica del conflitto, La Pira opponeva la supremazia del dialogo, cercato con tutte le forze nei Paesi dell’Europa dell’Est, in Asia, in America Latina e in Africa.
Amava ripetere “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci” (Isaia).
Si proponeva di arrivare al disarmo generale trasformando le «armi distruttive in strumenti edificatori della pace e della civiltà». Secondo la sua visione escatologica, tutta la storia convergerà verso «il porto finale» la pace.
Per raggiungerla, La Pira aveva incontrato capi di Stato di parecchie Nazioni.
In uno di questi incontri, conia una delle sue espressioni più note: «Abbattere i muri e costruire i ponti».
Abbattere il muro della diffidenza tra i popoli e costruire ponti di dialogo tra le genti. Unire e non dividere.
Diceva “il Mediterraneo è il lago di Tiberiade del nuovo universo delle nazioni”. Il Mediterraneo, culla delle civiltà monoteiste che chiamava «la triplice famiglia di Abramo». Il futuro del Mediterraneo è quello di riprendersi il suo posto (dialogo, pace, fratellanza tra i popoli che ivi si affacciano), in un mondo sempre più minacciato da guerre e distruzione.
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Per concludere, riprendendo l’intervento di Davide Carta, “un dialogo con città e paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che domani potranno diventare opportunità anche di cooperazione economica e di crescita, consapevoli che lo sviluppo è il nuovo nome della Pace”.
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Di Davide Carta.
LA COSA SEMBRAVA IMPOSSIBILE E QUINDI LA FECERO
La politica deve avere l’ambizione di realizzare i sogni dei cittadini e la loro felicità, partendo dalla comunità, nella quale ci sono i bisogni, le risposte e le energie.
Questa la chiusura del mio intervento in aula sulle dichiarazioni programmatiche del sindaco Zedda. [...]
Il mandato di questa nuova amministrazione si muove in un difficile contesto sociale ed economico.
Serve costruire un progetto che parta da una visione alta ed il più possibile condivisa della crescita della città.
E’ doveroso ripartire dal ruolo della città che è capoluogo di Regione, che oggi guida la città metropolitana a 17 comuni e domani a 71 comuni. Cagliari può e deve mettersi al centro dei processi che sono decisivi per far crescere la città, insieme alle comunità vicine e a tutta l’isola.
Serve avviare un confronto con la Regione per il riconoscimento delle funzioni che Cagliari svolge in quanto capoluogo e per questo richiedere il sostegno per il mantenimento e lo sviluppo di queste funzioni.
Dobbiamo guardare lo sviluppo della città con gli occhi di chi è in difficoltà, a partire dai 1000 minori assistiti dai servizi sociali, agli 8000 anziani soli, ai disabili ed ai poveri ed emarginati che sono sempre di più. La cura delle persone è il primo decisivo passo della cura della città.
L’obiettivo è realizzare una città sostenibile che produce, dove l’ambizione deve essere quella di avere un lavoro per tutti.
Cagliari deve esercitare un ruolo di dialogo, di raccordo e di sostegno per lo sviluppo di istituzioni ed asset strategici per la crescita: l’Università in primis, e poi il porto, l’aeroporto, il CACIP, la zona franca doganale, gli ospedali, il CTM, ecc.
Il progetto di sviluppo deve partire dalla pianificazione: io voglio un PUC che disegni ed aiuti a costruire una città più giusta e più bella.
Riabitare la città, che si sta spopolando, deve essere una delle priorità, con nuove politiche per la casa, dall’edilizia ERP all’housing sociale, alla gestione delle politiche a favore delle locazioni.
Dobbiamo ripartire dalla rigenerazione delle periferie che devono essere ripensate nei luoghi, nella costruzione di bellezza e nelle funzioni decisive dei servizi per far crescere le comunità.
Ma dobbiamo anche rigenerare i quartieri del centro storico nel quale mettere a punto politiche che favoriscano la convivenza tra i residenti e le attività economiche principalmente rivolte al turismo.
Nel quadro della definizione del PUC è decisivo attribuire nuove e più opportune funzioni ai grandi building ed aree di proprietà pubblica, dall’ex carcere di Buoncammino, al palazzo delle scienze, dalla ex clinica Macciotta, alla Manifattura, dagli ospedali ai beni militari.
Quali sono le energie e le risorse per costruire il futuro della città?
I giovani: sono 12.000 tra i 15 ed i 25 anni, unitamente ai 13.000 studenti universitari fuori sede. Dobbiamo renderli protagonisti del futuro della città, partendo dall’assegnargli un ruolo già per l’oggi.
Le comunità di coloro che vengono da lontano: dobbiamo costruire una città multiculturale, con una comunità integrata e pacifica.
Attrarre investimenti: per la creazione di nuovo lavoro è decisivo attrarre investimenti non solo nel comparto turistico, ma anche in nuove attività di manifatture e di servizi avanzati ad alto contenuto tecnologico. La creazione di comunità energetiche, oltre che per i benefici ai cittadini e alle amministrazioni pubbliche, può essere una leva per attrarre investimenti di quei soggetti interessati a utilizzare solo energia rinnovabile per le loro produzioni.
Tutto questo lo facciamo se riprogettiamo i processi della struttura amministrativa nella direzione di una progressiva digitalizzazione e realizzando una struttura che supporti costantemente lo sviluppo di progettualità per l’acquisizione di fondi comunitari, nazionali e regionali e la loro realizzazione.
Il progetto, che ho proposto, di Cagliari città della Pace e del dialogo nel Mediterraneo potrà essere un importante strumento per costruire una comunità più inclusiva e coesa e per avviare, a partire dalla cultura, un dialogo con città e paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che domani potranno diventare opportunità anche di cooperazione economica e di crescita, consapevoli che lo sviluppo è il nuovo nome della Pace.
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https://www.comune.cagliari.it/portale/page/it/linee_programmatiche_20242029_in_consiglio_la_presentazione_del_sindaco_massimo_zedda?contentId=NVT202345
——————-Per felice connessione
Documento del MEIC di Cagliari in occasione delle Elezioni del Simdaco e del Consiglio comunale della città.
Lettera-aperta su impegni e programmi per Giustizia sociale, Cultura e partecipazione alla vita della città di Cagliari (30 maggio 2024).
(omissis)
6. Per una Cagliari operatrice di pace nel Mediterraneo.
La città deve darsi un ruolo tra le città che affacciano sul Mediterraneo. La sua posizione geografica quasi al centro del “Mare nostrum” non deve restare una semplice espressione geografica, ma opportunità per attivare sistematici progetti di collaborazione culturale, economica, formativa. Al riguardo Cagliari, in raccordo con la Regione, deve saper cogliere, in maggior misura rispetto al passato, le opportunità dei programmi di collaborazione euromediterranea dell’Unione.
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