Martedì 15 ottobre 2024 oggi – Verso il 24 ottobre 2024

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Una lettera aperta di 99 sanitari americani che hanno operato a Gaza
15 Ottobre 2024
Mark Perlmutter ed altri 98 sanitari americani.

Ogni giorno vedevo morire dei bambini. Erano nati sani. Le loro madri erano così malnutrite che non potevano allattare al seno e noi non avevamo latte artificiale o acqua pulita per nutrirli, quindi morivano di fame
LETTERA APERTA DEI PROFESSIONISTI SANITARI AMERICANI CHE HANNO PRESTATO SERVIZIO A GAZA
Onorevole Joseph […]
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img_9098Shomèr ma Mi-llailah?
Si ispira a un versetto del profeta Isaia (Isaia 21, 11-12), nel quale viene espressa concisamente l’attesa della fine del dolore e del Male, condizione tipicamente umana, e l’arrivo del nuovo giorno. Il titolo significa letteralmente Quanto resta della notte?
“Mi gridano da Seir:
Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?
La sentinella risponde:
Viene il mattino, e poi anche la notte
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!”


Shomèr ma Mi-llailah?
La notte è quieta senza rumore,
c’è solo il suono che fa il silenzio
e l’aria calda porta il sapore
di stelle e assenzio.

Le dita sfiorano le pietre calme,
calde di un sole memoria o mito,
il buio ha preso con sé le palme,
sembra che il giorno non sia esistito.
Io, la vedetta, l’illuminato,
guardiano eterno di non so cosa,
cerco innocente o perché ho peccato
la luna ombrosa.

E aspetto immobile che si spanda
l’onda di tuono che seguirà
al lampo secco di una domanda,
la voce d’uomo che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?

Sono da secoli, o da un momento
fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento
angoscia o pace.

Coi sensi tesi fuori dal tempo,
fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento
qualcuno venga per domandare.
E li avverto, radi come le dita,
ma sento voci, sento un brusìo
e sento d’essere l’infinita eco di Dio.

E dopo, innumeri come sabbia,
ansiosa e anonima oscurità
ma voce sola di fede o rabbia,
notturno grido che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?

“La notte, udite, sta per finire,
ma il giorno ancora non è arrivato,
sembra che il tempo nel suo fluire
resti inchiodato.
Ma io veglio sempre, perciò insistete,
voi lo potete: ridomandate!
Tornate ancora se lo volete,
non vi stancate!”

Cadranno i secoli, gli dei e le dee,
cadranno torri, cadranno regni
e resteranno di uomini e idee, polvere e segni.

Ma ora capisco il mio non capire,
che una risposta non ci sarà,
che la risposta sull’avvenire
è in una voce che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?

Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
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