Il mio amico Ignazio Sollai
Ieri mattina mio figlio mi ha detto: “Babbo hai letto, l’Unione di oggi?” No, gli ho risposto, magari lo leggo stasera. Eppoi cosa c’è di nuovo? “E’ morto il tuo ex compagno di scuola Ignazio Sollai. Guarda nei necrologi c’è pure la foto”. Che tristezza: il mio amico Ignazio Sollai è morto il 6 ottobre. Aveva 77 anni. Più anziano di me di tre anni, frequentammo la 3a, la 4a e la 5a, sezione B, all’Istituto per ragionieri Pietro Martini, l’ultima: proprio l’anno della maturità. Eravamo compagni di banco, lui ripetente di alcuni anni, molto bravo in matematica e in generale nella materie tecniche. Mio figlio di persona non l’ha mai visto, ma ricorda benissimo alcuni divertenti aneddoti scolastici, che io raccontavo, di cui Ignazio fu protagonista. Ignazio non amava le materie letterarie, e neppure la professoressa di italiano e storia, perché, diceva: “Non è capace di coinvolgerci. Mi sta antipatica”. Una mattina Ignazio fu chiamato per l’interrogazione di storia dall’invisa professoressa: “Sollai! “Non ci vado – rispose Ignazio”. “Due!” Sentenziò la professoressa. “E allora, ho la sufficienza”. “Come sarebbe? – Chiese incuriosita e piccata la professoressa. “Beh – spiegò tosto Ignazio – nelle ultime due interrogazioni mi ha dato 2. Ora 2+2+2 fanno 6. Se la matematica non è un’opinione!”. Risate grasse della classe intera. Unico nel raccontare barzellette: iniziava a ridere prima di concluderle. Ignazio era di Monserrato, dove abitava, orgoglioso della propria città. Il tram per Monserrato, l’M, passava puntuale alla fermata più vicina alla scuola, in via Sonnino, alle 13,45, a volte ritardava di pochi minuti. Comunque c’era tutto il tempo, con una corsetta nella via Grazia Deledda, per prenderlo. Capitava a volte che l’ordine d’uscita imposto dal Preside Remo Fadda (in fila per tre!) facesse perdere tempo, di rado, ma sempre quando a impartirlo c’era un professore lento e anche sadico. Ignazio sbuffava e chiedeva rapidità, poi, al VIA, si precipitava sulla strada sperando in un ritardo del tram, che invece inesorabilmente passava. Ignazio a quel punto pronunciava improperi irripetibili contro lo stesso tram, più precisamente contro il conducente. Allora per evitare ritardi al pranzo che l’aspettava a casa, implorava il collega Ivo Deidda, l’unico della classe che possedeva un auto: “O Ivo, mi porti a casa?”. Una volta per sbaglio s’infilo’ in un’altra auto! Piccoli aneddoti, che però costituivano argomenti di distrazione, rispetto alla severità degli studi, lazzi e frizzi, insieme alla consueta messa alla berlina dei professori. Beata gioventù! Con rispetto, anche perché in realtà amato dagli studenti, inventammo un piacevole quadretto del rapporto insegnante-alunno, impersonificati dal prof. Mariano Manca (tecnica commerciale) e appunto dall’alunno Sollai. Tanto ci piaceva che lo pubblicammo sul giornaletto dell’Istituto, “La Martinica”, pubblicato nel 1967. Eravamo in 4a. Ringrazio l’amica e collega Barbara Pizzoccheri di averci fornito il ritaglio del giornale, che sotto riportiamo:
. Con Ignazio e Gianpaolo Atzeri, un altro compagno purtroppo morto diversi anni fa (2016), studiammo per l’esame di diploma. Ci andò bene. E comunque fu un’esperienza faticosa ma piacevole. Di cui ricordo in particolare gli squisiti panini imbottiti di mortadella che ci preparava la mamma di Gianpaolo. Servi’ a farci superare con onore gli esami e a rafforzare la nostra amicizia. Da quel tempo le nostre strade non s’incontrarono più, salvo alcune volte, per esempio quando ci incontrammo in piscina, dove i nostri figli imparavano a nuotare. Quanto tempo e’ passato! Non tanto da dimenticarti.
Ti ricorderò sempre con piacere caro Ignazio. Condoglianze e vicinanza ai tuoi familiari e a tutti gli amici che come me, ti hanno apprezzato
e voluto bene.
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