Oggi venerdì 30 agosto 2024
———————————————
Sbotto.
Eh, no.
[Dalla pagina fb di Tonino Dessì]
Qualche mese fa un Sindaco suggeriva a tutti i suoi colleghi di darsi da fare per mappare tutti i luoghi nei territori dei rispettivi comuni sardi aventi documentabile valore paesaggistico-culturale, al fine di sottrarre i rispettivi siti alla “speculazione energetica”.
Era intuibile che si intendeva attivare una procedura mediante la quale Soprintendenze e Regione avrebbero potuto applicare a quelle aree i vincoli previsti dal Codice Urbani.
Nel successivo approfondimento della normativa statale connessa al dlgs 199/2021, compresa quella precedente in quanto da esso richiamata e alla luce del decreto interministeriale del 21 giugno 2024, recante la “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili”, è emersa la necessità per le Regioni di mappare tutto il territorio al fine di indicare le aree idonee nelle quali si applica la procedura semplificata di valutazione, distinguendole dalle aree in cui si applicherebbe la più complessa procedura ordinaria, fino effettivamente a dettagliare le aree del tutto non idonee per motivi oggettivi, tra questi quelli idrogeologici, quelli forestali, quelli ambientali, recentemente anche quelli agricoli per il fotovoltaico “a terra”, oltre a quelli culturali, monumentali, archeologici.
La Regione sarda, incalzata tanto dai nuovi termini di 180 giorni (che sono termini di rimessione, perché in realtà, col decreto interministeriale, rimediando al mancato rispetto da parte dei due Governi italiani succedutisi e delle Regioni dei termini originariamente previsti dal dlgs 199/2021, si è stabilita ex post anche una moratoria retroattiva di quasi tre anni), quanto dall’incombere del giudizio costituzionale sul ricorso governativo contro la legge regionale n. 5 corredato della minacciosa istanza sospensiva, sta procedendo ad acquisire tutti gli elementi utili a definire questa mappatura.
A tal fine, non sostitutivamente rispetto alla più complessiva consultazione dei Comuni, bensì integrativamente ai fini dell’acquisizione di elementi conoscitivi tecnico-documentali, ha anche inviato una lettera ai Sindaci recante l’invito a segnalare le aree comunali da considerarsi del tutto inidonee e a partecipare, possibilmente accompagnati dai responsabili tecnici dei rispettivi Comuni, alle apposite riunioni in fase di convocazione.
Apriti cielo.
Il medesimo Sindaco ha pubblicato il documento con un commento che verrebbe da definire… beh, preferisco non farlo.
Diciamo che intende evidentemente l’interlocuzione istituzionale come uno scambio di volantini tra collettivi studenteschi.
O come minimo che confonde la sua posizione di esponente del movimento contro la legge regionale n. 5 e per la sua sostituzione sic et simpliciter con la “proposta Pratobello” con la sua funzione e la sua responsabilità di rappresentante di un’istituzione coinvolta in una procedura istituzionale, facendo prevalere il primo sulla seconda.
Ora, diciamocela tutta.
Che l’esercizio dell’autonomia e dell’autogoverno sia tanto faticoso da rivelarsi talvolta improbo, lo sa chiunque abbia avuto esperienza sul campo.
Che spesso i conflitti strumentalmente esasperati conducano a due esiti ugualmente antidemocratici, cioè all’imposizione autoritativa o al contrario all’impossibilità di prendere qualsivoglia decisione, non è una novità.
Però caspita, troppo spesso si tratta di ipocrisia, oppure di irragionevolezza, oppure di mera, ottusa coglioneria.
Che ne so, io (però, una propensione, memore di un fatto conoscitivo personale diretto, che talvolta ho la tentazione di raccontare, ce l’avrei e andrebbe nella dimensione della terza ipotesi).
Il fatto è che l’organo di stampa della contestazione a tutto campo contro la Giunta regionale non esita a dare della questione una lettura latamente eversiva, in pratica accusando la Regione di voler “incastrare” i Sindaci e neanche troppo implicitamente esortando questi ultimi a non farsi “incastrare”.
Qui non si tratta di nessuna delle precedenti ipotesi.
Si tratta di ben altro nel vasto spettro dei fatti di mistificazione politico-mediatica strumentale.
Ma che ci possano cascare persone di cui pure non l’avrei mai pensato mi deprime un po’.
Che vada a finir bene, questa storia, mi pare difficile.
Lascia un Commento