Eolico, fotovoltaico e dintorni

img_8007Tonino Dessì su fb (19/08/2024).

Oggi su l’Unione Sarda uno stimolante (e rivelatore) articolo di Benedetto Ballero, avvocato ed esperto consolidato in materia costituzionale.
Ballero svolge un ragionamento articolato e propone uno strumento, ma soprattutto richiama a una questione: quella dell’unità politica dei sardi.
Il fulcro del ragionamento è l’impugnazione con domanda cautelare di sospensione della legge regionale n. 5/2024 da parte del Governo, che per lui costituisce un’autentica “bomba atomica”.
Sugli effetti dell’eventuale accoglimento da parte della Corte Costituzionale concordo senz’altro, però mi sono recentemente soffermato anche sulla relativa debolezza dello stesso ricorso governativo (https://www.facebook.com/share/p/ovai8aUDttxVhKbk/?).
Certamente l’accoglimento spazzerebbe via la principale linea di resistenza della Regione.
Curiosamente Bebetto, così lo chiamiamo noi amici, nella premessa sull’interpretazione della normativa statale relativa alle procedure per l’esame dei progetti di impianti da FER, non pare rendersi conto che questa interpretazione contraddice nelle fondamenta la stessa proposta del Comitato per l’Insularità, da lui finora appoggiata, la quale condivide proprio con la legge regionale e con le proposte di Renato Soru la diversa convinzione secondo cui i vincoli paesaggistico-culturali di un PPR sarebbero tali da ostacolare e da impedire, con le rispettive prescrizioni, nei territori vincolati, entrambe le tipologie di autorizzazioni, quelle da procedura semplificata e quelle da procedura ordinaria, lasciando praticabili i soli territori non sottoposti a vincolo identificati mediante apposite norme di legge regionali quali “aree idonee”.
Abbastanza implicita la conferma che Ballero non condivide, per motivi che dall’articolo tuttavia si intuiscono, la proposta di legge “Pratobello”: nessun esperto intellettualmente onesto della materia si sognerebbe di avallare quell’articolato.
La suggestione di Ballero è il ricorso all’articolo 51 dello Statuto, il cui secondo comma recita: “La Giunta regionale, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, può chiederne la sospensione al Governo della Repubblica, il quale, constatata la necessità e l’urgenza, può provvedervi, ove occorra, a norma dell’art. 77 della Costituzione.”.
Una suggestione che avevo latamente accarezzato anch’io in un post del 30 maggio scorso (https://www.facebook.com/share/p/s3Yti6N4FJskkL4n/?), con l’avvertenza che quella possibilità non l’abbiamo dal 1948 a oggi mai invocata.
Alle ragioni che sommariamente ipotizzavo nel post, direi di poterne aggiungere una in particolare. Il potere del Governo di sospendere l’efficacia di un provvedimento legislativo generale nel territorio di una Regione pone non pochi problemi in relazione al principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione.
Tuttavia non ho mai letto approfondimenti sul tema, che mi pare scarsamente esplorato.
Perchè no, comunque?
Ballero pone una condizione di robustezza politica per la praticabilità della proposta: che sia sorretta da un pronunciamento unanime del Consiglio Regionale.
Condivido totalmente.
Ma qui torniamo al punto che ho affrontato più volte.
Siamo tutti comuni sostenitori di una “vertenza” sarda, oppure la partita che si sta giocando è inficiata da finalità differenti e opposte?
A questa domanda non si è finora voluto dare risposta, benché sia evidente che una cosa è un movimento anche istituzionale concorde su un obiettivo comune, altra cosa è giocare questa partita sul mero terreno dell’opposizione pura e dura nei confronti della Giunta pro-tempore.
Col risultato che quel che alla Giunta (e alla sua maggioranza) viene imputato in termini di debolezza nell’iniziativa e persino di ambiguità nei fini non farebbe che aggravarsi anch’esso.
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