Niccolò Cusano, “De docta ignorantia”.

img_7996La modernità intellettuale di Niccolò Cusano
di Lucio Garofalo

Niccolò Cusano è uno dei pensatori più rilevanti del XV secolo; il suo pensiero rappresenta l’espressione più matura ed elevata della filosofia dell’Umanesimo europeo. È stato il primo filosofo tedesco di un certo peso: nacque a Kues (Cusa in italiano, da cui discende il nome Cusano), località sita nei pressi di Treviri, la città natale di Karl Marx.

L’influenza di Cusano si è palesata soprattutto nei confronti di varie correnti filosofiche posteriori e di alcuni grandi pensatori dei secoli successivi: ad esempio, fu Cusano ad elaborare la nozione di “monade”, ripresa poi da Giordano Bruno ed infine da Leibniz. L’incidenza di Cusano si rivelò anche in ambiti più specifici dello scibile umano: si pensi agli studi astronomici, in cui egli anticipò le grandi scoperte scientifiche del XVII secolo compiute da Copernico, Keplero e da Galileo Galilei. Inoltre, il suo apporto teorico più originale fu elaborato sul versante gnoseologico e metafisico, in cui formulò la dottrina della “dotta ignoranza”, un ossimoro che rivisitava, in chiave teologica, il noto teorema socratico del “so di non sapere”. La modernità intellettuale di Cusano consiste soprattutto nella “mondanizzazione” e nella storicizzazione del contenuto teologico e nell’esaltazione, propria dell’Umanesimo, del principio fondamentale della dignità dell’uomo. La tesi di Cusano è che, tenendo ben conto della inconoscibilità e della immensità del divino di fronte ai limiti del mondo sensibile, la propensione alla “dotta ignoranza” e la consapevolezza dei limiti umani si offrono quale unica maniera sensata e ragionevole di porsi nei confronti dell’ignoto e dell’infinito. In tale ottica umanistica, in cui venne riscoperto il valore della dignità dell’uomo, bensì con tutti i propri limiti, la speculazione filosofica di Cusano risulta tuttora in una veste di straordinaria attualità e di modernità, a dir poco sorprendente. Al punto che Ernst Cassirer introdusse la sua “Storia della filosofia moderna” con una riflessione assai approfondita sull’opera e sul pensiero di Cusano.

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