In memoria della strage mafiosa di via D’Amelio. Onore ai servitori dello Stato barbaramente assassinati dalla mafia. Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio) Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Raccogliamo l’appello del Capo dello Stato: “Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio”.
di Patrizio Rovelli
A 32 anni dalla strage di via D’Amelio le commemorazioni ufficiali, che pure sono importanti per tenere viva la Memoria, devono cedere il passo a un’analisi che consenta di comprendere appieno cosa ha rappresentato per il nostro Paese questo vile attentato mafioso in cui hanno perso la vita sei servitori dello Stato e che ha messo a rischio gli stessi fondamentali valori di Legalità e Giustizia patrimonio della nostra Costituzione.
Una analisi peraltro indispensabile per tentare di accertare le responsabilità e i reali obbiettivi del clamoroso depistaggio – il più grave nella Storia della Repubblica – che nascose la verità per oltre quindici anni.
Non è bastato, infatti, un terzo di secolo per individuare chi deviò il corso delle indagini nella loro prima e più delicata fase, favorendo le fuorvianti e calunniose dichiarazioni del falso pentito Scarantino. Scomparsa e mai più ritrovata l’Agenda rossa di Borsellino, persi di vista i pur evidenti collegamenti con la Strage di Capaci, solo nel 2008, grazie alla collaborazione di Gaspare Spatuzza, mafioso reo confesso dell’omicidio del Parroco Antimafia Don Puglisi, si arrivò a ricostruire l’azione militare che aveva portato un attacco così sanguinoso alle nostre Istituzioni.
In questi ultimi anni un ruolo fondamentale nella ricerca della Verità lo hanno avuto i figli di Paolo Borsellino, Lucia, Manfredi e soprattutto Fiammetta, che continuano ancora a chiedere Giustizia per il padre e gli agenti della scorta.
Fiammetta è oggi la fonte più accreditata da cui apprendere quelle parti di verità utili per cercare di costruire un Paese migliore in cui la Legalità possa tornare ad essere – come i Costituenti hanno scritto – valore fondante della nostra convivenza democratica.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le loro famiglie conobbero l’isola dell’Asinara dove vissero per circa un mese perché la loro permanenza a Palermo, nella fase più delicata del primo maxiprocesso, era diventata estremamente pericolosa.
Fiammetta è tornata in Sardegna ospite di OPG – osservatorio per la Giustizia nel marzo del 2019 con tre emozionanti incontri che hanno visto protagonisti a Cagliari, Nuoro e Oristano migliaia di giovani, la Chiesa sarda e la parte più attenta della Società civile.
Fiammetta in quei momenti straordinari di intensa commozione e solidarietà ci ha ricordato che “la Verità è un diritto”. Ci ha pure ricordato con un richiamo forte e coraggioso, nel delicato momento in cui una parte del Paese predicava opinioni aberranti come “tutti colpevoli, nessuno innocente”, frutto di un giustizialismo estremo che mal si concilia con i valori costituzionali sui quali siamo chiamati tutti a giurare, che esistono gli errori giudiziari. Affermare come lei fece nel luglio 2017 che “Vittime innocenti” della strage di via D’Amelio sono anche gli uomini ingiustamente accusati dal falso pentito Scarantino, ha rappresentato per le coscienze migliori uno stimolo forte per tentare di realizzare un processo di pacificazione basato sui valori di Legalità e Giustizia che non può certamente ignorare le grandi sofferenze che ci sono dietro la carcerazione ingiusta di persone accusate e condannate per fatti mai commessi. Senza contare che – come accade per tutti gli errori giudiziari – i veri colpevoli sono lasciati liberi di continuare a delinquere.
Dalla parte della famiglia Borsellino si è sempre schierato con grande sentimento di solidarietà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha pronunciato in proposito chiare parole di condanna del depistaggio: “La tragica morte di Paolo Borsellino insieme a coloro che lo scortavano con affetto deve ancora avere una definitiva parola di Giustizia. Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio”.
Patrizio Rovelli
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Ringraziamo l’autore dell’articolo per la cortese autorizzazione alla pubblicazione. L’articolo è apparso come editoriale ne L’Unione Sarda di venerdì 19 luglio 2024.
L’illustrazione di testa e’ tratta dall’home page odierno [19/07/2024] del Ministero della Difesa.
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Sestu ricorda la sua Emanuela Loi.
Su Casteddu online: https://www.castedduonline.it/sestu-ricorda-la-sua-emanuela-loi-32-anni-dopo-una-cerimonia-per-non-dimenticare/
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