Il MEIC per la Città di Cagliari

meic-conf-stampaAi Candidati/e Sindaci e Consiglieri
LL. SEDI
Lettera-aperta su impegni e programmi per Giustizia sociale, Cultura e partecipazione alla vita della città di Cagliari
Opportunamente i vostri programmi elettorali si caratterizzano per le “cose” che intendete realizzare nella gestione della città per trasformare sicuramente in meglio Cagliari: più pulita, sicura, ordinata nel traffico, vivibile, abitabile, turistica e molto altro ancora. Tutto questo è bello e onorevole per quanti intendono mettersi al servizio dei cittadini.
Il MEIC ( Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) ha un particolare legame con Cagliari, dove è stato fondato nel 1932 ad opera di alcuni giovani cattolici della nostra città – Antonio Dessì, Aurelio Espis, Gigi Fantola, Enrico Carboni, Giovanni Dore, Angela Mari, solo per citarne alcuni – insieme con monsignor Giovanni Battista Montini (futuro papa Paolo VI). Anche in virtù di questo forte legame il Meic ritiene opportuno, anzi doveroso, proporre ai candidati sindaci e a tutti i candidati consiglieri alcune linee d’impegno che potranno dare più senso e significato alla loro “missione” di amministratori della città, nei compiti di governo come quelli di opposizione. Siamo consapevoli che in tanta parte i nostri punti programmatici ricalcano i vostri, ma ci piace ribadirli anche per avere la legittimazione di esercizio di un’attività di collaborazione/controllo sull’effettiva realizzazione degli stessi.

1. Per costruire una Cagliari più giusta e solidale
- a) efficaci politiche di contrasto delle povertà ed emarginazione non limitate a “scaricare” il problema sul volontariato con soluzioni sempre provvisorie;

- b) eliminazione delle situazioni di abbandono e precarietà in cui vengono lasciati alcuni quartieri periferici: case degradate all’interno e all’esterno, rara pulizia delle strade, scarsa manutenzione, igiene pubblica trascurata, assenza di prevenzione;

- c) creazione di una città che misura la qualità della vita innanzitutto sulla soddisfazione delle esigenze di bambini e anziani, con l’adozione di politiche, servizi e strutture fisiche che aiutino le famiglie nella cura dei figli e facilitino l’invecchiamento attivo e la protezione delle persone vulnerabili;

d) politiche giovanili in grado contrastare la dispersione scolastica, prevenire e fermare la “fuga”
dei giovani: Cagliari città universitaria, progetti straordinari per l’occupazione giovanile, agevolazioni abitative per le giovani coppie;

- e) una politica della “casa”, con costruzione di nuovi alloggi, che renda disponibile un numero molto maggiore di case popolari a canone di affitto agevolato, anche stornando dai progetti in corso i fondi ottenuti dal PNRR o che verranno ancora resi disponibili, per intervenire su una situazione drammatica che colpisce tante famiglie, decretandone, di fatto, l’esclusione dalla vita sociale;

2. Per costruire una città più inclusiva
- Non si può continuare a dividere gli esseri umani in regolari e irregolari e ignorare le molte azioni
di sfruttamento sessuale e lavorativo di cui sono vittima immigrati non in regola.

3. Per costruire una città più rispettosa dell’ambiente.
- Sembra una richiesta ovvia e una categoria acquisita. Ma non sarà così finché non verrà accolto – come ripete papa Francesco – l’inscindibile nesso tra solidarietà e sviluppo sostenibile con necessità di adottare azioni guidate da un’attitudine morale capace di rigettare le istanze utilitaristiche e consumistiche per consegnare alle generazioni future una Cagliari sana e vivibile.

4. Per una città rispettosa della sua storia, arte, tradizioni.
Va salvaguardato e valorizzato l’immenso patrimonio materiale e immateriale della città e del suo hinterland, in tutte le sue espressioni: architettoniche, culturali, religiose, naturalistiche e ambientali.
Ripristinare e rendere fruibili, anche con nuova e chiara cartellonistica, i siti archeologici e storici
abbandonati o trascurati, affidandone la gestione a cooperative e associazioni culturali. Sarebbe un modo per favorire sia il loro sfruttamento a fini turistici, sia una maggiore conoscenza da parte dei cittadini, a cominciare da scolari e studenti.

5. Per una “Cagliari Capitale” che ridefinisca il suo ruolo rispetto alla Sardegna.
Al di là dell’attribuzione amministrativa di Cagliari, correttamente “capoluogo” regionale, preferiamo definirla come “capitale” della Sardegna. E’ un titolo prestigioso, che merita nella misura in cui realizza una missione di servizio nei confronti della Sardegna intera, che ritroviamo declinata nelle iscrizioni sulle facciate laterali del Palazzo municipale di Cagliari: “Fortitudo totius insulae” (Coraggio di tutta l’isola), “Insulae decor” (Bellezza dell’isola), “Insulae clavis et robur” (Chiave e forza dell’isola). Ne deriva un impegno programmatico di ampio respiro per il Sindaco metropolitano e gli amministratori comunali di Cagliari, nonché per gli altri Sindaci e amministratori sardi.

6. Per una Cagliari operatrice di pace nel Mediterraneo.
La città deve darsi un ruolo tra le città che affacciano sul Mediterraneo. La sua posizione geografica quasi al centro del “Mare nostrum” non deve restare una semplice espressione geografica, ma opportunità per attivare sistematici progetti di collaborazione culturale, economica, formativa. Al riguardo Cagliari, in raccordo con la Regione, deve saper cogliere, in maggior misura rispetto al passato, le opportunità dei programmi di collaborazione euromediterranea dell’Unione Europea.

7 Partecipazione dei cittadini
Infine, anche a costo di apparire ripetitivi, vogliamo enfatizzare la necessità di favorire la partecipazione dei cittadini alla gestione della città, contrastando il disimpegno, a partire dalla drastica diminuzione dell’astensionismo elettorale.

Siamo consapevoli che per perseguire questo obiettivo vanno innanzitutto modificate le leggi elettorali, ma occorre non fermarsi a questa fondamentale espressione di democrazia: i cittadini devono poter avere sempre opportunità di partecipazione. Organizzati in associazioni, possono cogestire spazi e immobili di proprietà o nella disponibilità pubblica. A tale fine il Comune deve contribuire a creare le condizioni per favorire le autonome iniziative dei cittadini promosse nell’interesse generale, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, previsto dall’art. 118 della Costituzione.

Ovviamente è necessaria l’adozione di un apposito “regolamento per la cogestione dei beni comuni urbani”. E’ quanto richiediamo con forza, anche mettendo a disposizione il nostro Movimento per l’attuazione del processo partecipativo di formulazione della normativa, la cui approvazione è competenza del Consiglio comunale.

Cagliari 28 maggio 2024

Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale
MEIC

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