Elezioni comunali. Voto Donna
Per Elsa: Credo ancora nei valori
di C.Meloni
Qualche settimana fa riflettevo su un social sull’importanza del voto, della partecipazione. Sia in senso positivo, come diritto a decidere chi governa, amministra e gestisce quello che è nostro, la Polis, la cosa pubblica, la città, vedete voi.
Sia in termini negativi.
Votando, credo, mi sto guadagnando anche il diritto di critica.
Riflettevo che tra gli amici, nelle chiacchiere che mi capita di fare, sento scoramento e sfiducia.
Nei confronti di un sistema che si replica, autoreferenziale. Tanto da dire, questa volta basta, non vado a votare. E in effetti i voti sembrano muoversi in massa nonostante le proteste.
Sempre gli stessi nomi che all’origine ci sembravano con tanta voglia di fare. O anche no sempre gli stessi nomi, punto.
Comprendo questo sentire. Il senso di desiderare un cambiamento, alla fine dei fatti, non tanto nelle cose (anche quelle, ma vengono dopo) quanto nel modo di farle. Nei valori appunto che guidano il modo di agire.
Alla fine, ciò che mi darebbe un senso di soddisfazione è semplice: onestà e disinteresse personale.
Spesso, ci mancherebbe non sempre, ho visto chi critica i privilegi, pronto poi a farne uso appena può. Magari dire ‘i soliti nomi nelle solite poltrone’, spesso, è vero, vuote di significato se non quello di dare un ritorno a chi ha dato una mano nella campagna elettorale. Eppure pronti a sedersi appena possibile.
Ecco un altro valore che mi piace, questa volta tra noi elettori. La coerenza.
Mi è capitato di vivere un’esperienza di rappresentanza. E in quell’occasione ho compreso la difficoltà di portare avanti le proprie idee e proposte, laddove il confronto democratico è d’obbligo. Ho compreso anche che questo non è dovuto alla democrazia in sè, quanto alle devianze portate in essa da persone che spesso vivono quest’esperienza come unica occasione per avere ‘potere’. Quindi anche questo un valore, in questo uso distorto, ma un valore.
Ho compreso anche che, come diceva qualcuno più saggio di me, non abbiamo di meglio.
Da qui il mio modo di scegliere.
Voterò.
Perché come detto negli inviti al voto per le Europee, è necessario usare il nostro voto, o gli altri decideranno per noi.
E voterò una donna.
Questo è il mio primo criterio. Non è femminismo. Credo che arrivare ad avere un consiglio comunale (varrà anche per il Parlamento Europeo) rappresentativo della realtà non solo sia equo, ma sia funzionale. In natura la diversità garantisce il successo. Credo che valga anche quando si tratta di mettere insieme modi di percepire la realtà e di affrontarla.
Voterò una donna competente.
In questo mondo fatto di poche risorse, sapere e conoscere gli strumenti per usarle al meglio è fondamentale. Un curriculum in un’amministrazione pubblica. Una laurea in economia col massimo dei voti mentre lavorava. Un master con merito sulla Pubblica Amministrazione. In ultimo, in ordine di tempo un ambito di interesse e attività nel pnrr e nelle risorse comunitarie.
Voterò una donna competente che ha esperienza nel mondo della politica e di un partito.
Credo che andare in ordine sparso, non sia mai utile. Si è demonizzato fin troppo l’appartenenza ai partiti. Vuol dire essere di una parte. Chiara e netta. E questo per me è un valore. Non indifferenti, ma partigiani, diceva Gramsci.
Voterò una donna competente, che ha esperienza nel mondo della politica e di un partito. Disinteressata e appassionata.
Contrariamente ad altre volte ho la fortuna di conoscere alcuni candidati personalmente.
Non è l’amicizia che mi guida, no. Ancora prima è il riconoscere, il vedere in questa donna il modo in cui potrei essere io. Normale. Nessun fragore, semplice e appassionato lavoro per la mia città.
Ascolto e accoglienza dei fragili.
Ascolto e coinvolgimento dei più fortunati.
Ascolto della città e utilizzo e recupero dei suoi vuoti urbani e delle sue periferie, architettoniche ed umane.
Sicurezza, non nell’ esasperazione del controllo, ma nel far vivere la città quanto più possibile: la luce attira la luce. Non so se l’inclusione porterà benessere, spero. Sono però certa che l’emarginazione e l’esclusione portano dolore e rabbia.
Una città che vive nel presente la sua storia di mosaico di culture arrivate dal mare e rimaste in qualcosa di più, di identitario e diverso. Aperta e accogliente.
Voterò Elsa. Poi si vedrà.
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Carla, grazie per la tua fiducia. Mi sono sempre chiesta di cosa sento il bisogno come cittadina, cosa mi aspetterei dalla politica io per prima. Non ricette, non promesse di cose, ma di lavoro duro e servizio