Oggi giovedì 22 febbraio vigilia di vigilia di vigilia
di Tonino Secchi. Finestra sulla chiusura della campagna elettorale della destra: tripudio di bandiere e aria festosa come capita quando si accompagna un defunto e i più vicini alla bara piangono ma i più lontani chiacchierano e ridacchiano. Dopo la defenestrazione di Solinas da parte della magistratura ci si poteva aspettare più bon ton dai leader nazionali della destra e invece Salvini ha fatto rima con “ce l’ho con i grillini” e la signora underdog Meloni ha ironizzato sul laboratorio politico del campo largo. E se tutto questo fosse solo un caravanserraglio di carnevale un po’ burlone e un po’ patetico? I sardisti si azzannano al loro interno, i leghisti hanno già detto di si’ all’autonomia differenziata, i fratellini d’Italia si crogiolano tra le macerie cagliaritane e i “non ricordo, ma noi c’eravamo con Solinas?”, i reduci berlusconiani che storcevano la bocca nei disastri della giunta regionale uscente (Alessandra Zedda)ora tornano a cuccia mostrando solo il compiacimento di Cappellacci. Evviva l’unita’ della destra in Sardegna che si inchina alla destra-destra che governa il nostro Paese, un po’ intontito ma speriamo non masochista. Dalla Sardegna può partire un segnale di resistenza e cambiamento.
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