27 gennaio Giornata della Memoria
“S-MEMORANDUM” di Lucio Garofalo
Con questa mia breve riflessione vorrei provare a colmare, se possibile, una serie di lacune e di vuoti di memoria storica, alcune falle riscontrabili nella memoria collettiva.
Il 27 gennaio di ogni anno ricorre la Giornata della Memoria, istituita nel 2000 dal Parlamento italiano per rievocare e commemorare non solo l’immane tragedia della Shoah, ossia l’Olocausto per antonomasia, subìto dal popolo ebraico, bensì anche per non cancellare il macabro ricordo di altri eccidi di massa partoriti scientificamente dalla ferocia criminale del regime hitleriano durante la seconda guerra mondiale, visto che i nazisti perseguitarono e massacrarono diverse etnie: Rom, Sinti, Slavi, e non solo gli Ebrei, nonché Testimoni di Geova, omosessuali, disabili e “malati di mente”, quindi dissidenti ed oppositori politici, in particolare gli anarchici e i comunisti.
I barbari stermini di massa perpetrati, senza pietà, dalle milizie naziste (che ciò piaccia o meno ai sedicenti “liberal” e a tutti i falsi “progressisti” delle “democrazie occidentali”, non importa), s’ispirarono scientificamente ad altre sanguinose esperienze e ad altri lugubri “modelli” storici antecedenti, quali, ad esempio, il genocidio (dimenticato) commesso dall’esercito statunitense a discapito del popolo dei nativi nordamericani, o le stragi efferate compiute dagli invasori piemontesi a danno delle popolazioni meridionali che vivevano nel prospero Regno delle Due Sicilie, annesso con la guerra e con l’inganno al triste Regno sabaudo.
Com’è noto, i criminali del regime nazista spinsero fino alle conseguenze più estreme la crudeltà e la barbarie disumana e la “lezione” assai funesta impartita da quelle orribili atrocità storiche.
Eppure, la smemoratezza, ovvero l’assenza di memoria e di consapevolezza, che più indigna le coscienze e gli spiriti liberi, emergono in modo prepotente rispetto al momento attuale, cioè di fronte al dramma di un genocidio a tutti gli effetti (le aride cifre statistiche stanno lì a testimoniarlo: il bilancio delle vittime tra i palestinesi dall’inizio del conflitto, ha oltrepassato quota 25.000 nell’arco di pochi mesi!) sofferto dal popolo arabo palestinese confinato nella striscia di Gaza, che si estende e si configura come una sorta di enorme “lager”, in cui si registra, tra le altre cose, una densità demografica piuttosto elevata, pari a circa 4.000 abitanti per ogni chilometro quadrato, e con una percentuale di bambini tra le più alte del nostro pianeta.
Non è un caso che il numero dei bambini palestinesi morti ammazzati dai missili e dai militari israeliani, sia vertiginosamente salito a quota 11.500 nell’arco di pochi mesi, a partire dal mese di ottobre 2023.
Se non si tratta di un vero e proprio “genocidio”, è pur sempre un crimine di guerra abominevole ed intollerabile, consumato dallo Stato di Israele con la complicità del governo statunitense e con la (più o meno tacita o esplicita) collusione delle principali cancellerie che guidano i Paesi occidentali.
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