Ma la Politica è un’altra cosa.
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Il fatto di stasera (mercoledì 17 gennaio 2024).
La Procura affossa Solinas ma in Sardegna la “questione morale” non esiste più da tempo
17/01/2024 alle 19:30 di Vito Biolchini su vitobiolchini.it
Corriere.it del 17 febbraio 2024
Decidendo, con una tempistica che non può che far sorgere qualche domanda, un bel sequestro cautelare di beni e immobili per un valore di circa 350 mila euro nei confronti di sette persone, tra cui il presidente della Regione Christian Solinas e il suo consigliere regionale più fidato Nanni Lancioni, la procura di Cagliari ha tolto, volente o nolente, le castagne dal fuoco al centrodestra. Il candidato sarà Paolo Truzzu e i sardisti, a poche ore dalla chiusura delle liste e degli apparentamenti, diventano i paria di questa competizione elettorale.
Chi se li vuole caricare, adesso? Chi vorrà i loro voti? E i Quattro mori fra due giorni cosa decideranno di fare? Tornare con la coda tra le gambe nel centrodestra e sostenere il candidato imposto da Fratelli d’Italia? Oppure andare da soli? Oppure, soluzione fantasticata da più parti in queste settimane, provare a trovare casa nella Coalizione Sarda di Renato Soru?
Sia come sia, la decisione della procura dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che la “questione morale” in Sardegna non esiste più. Assente, dissolta nel nulla, irrilevante. Sparita dalle agende di tutti i partiti.
Compresi quelli di centrosinistra. Compreso dei Cinquestelle. Che in anni passati non avrebbero esitato a far presente che non sarebbe stato opportuno per un politico sotto processo per reati connessi alla pubblica amministrazione, ripresentarsi al giudizio degli elettori. Avrebbero posto al centro dei loro attacchi politici la torbidità e la scarsa trasparenza che ha caratterizzato in questi anni l’attività della giunta di centrodestra. Citando casi specifici ben noti e facendo nomi e cognomi.
E invece nulla. Silenzio assoluto.
E che la questione morale non abbia più alcun senso anche per i giornali è dimostrato dal fatto che in questi mesi nessuno abbia mai pensato di chiedere a Renato Soru se non ritiene inopportuna la sua candidatura, visto che tra meno di un mese sarà chiamato a rispondere del reato di bancarotta nell’ambito del processo per il fallimento del quotidiano l’Unità.
Certo, il reato contestato non è tra quelli previsti dalla legge Severino (per cui in caso di condanna e di elezione, Soru non sarebbe costretto alle dimissioni), ma una domanda, semplice semplice, comunque si sarebbe potuta rivolgere: “Dottor Soru, lei è sotto processo per bancarotta. Non pensa che per questo la sua candidatura possa essere inopportuna, visto che per anni il centrosinistra ha attaccato il centrodestra, chiedendo ai politici indagati di fare un passo indietro?”.
Una domanda semplice, onesta. Che oggi suona quasi infantile per quanto è anacronistica. Perché la famosa “questione morale” in Sardegna non esiste più. Per Solinas, per Soru, per nessuno.
Facciamocene una ragione.
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Da molto tempo la questione morale è un optional. Per molti, come per noi, No!
Non dico 100%, ma possiamo avere la pretesa che la maggioranza dei politici sia onesta e faccia politica innanzitutto per il bene dei cittadini? Leggete questo raccontino di Giulio Andreotti, che parla di Alcide De Gasperi, di quando ne fu giovane segretario (lasciamo perdere qui vicende successive).
“(…) Accennavo alle difficoltà economiche che affrontò durante il fascismo. De Gasperi resta d’esempio proprio per questa sua coerenza personale: non ebbe mai transazioni sui principi e, quando arrivò al potere, non profittò mai della vita pubblica per avere quello che forse poteva essere un giusto compenso per i momenti in cui la società gli aveva tolto beni materiali e i suoi diritti di cittadino. Vorrei ricordare una frase, quasi di scherno, che mi ha sempre colpito negativamente, detta una volta dal comandante Lauro, su De Gasperi: «Si dice sempre “bravo De Gasperi”, ma uno che arriva a settant’anni e non ha messo insieme un patrimonio, vuol dire che non è così bravo». De Gasperi, è vero, non ha mai messo da parte un patrimonio, la casa dove abitava a Roma, in via Bonifacio, era in affitto ed era modesta. Quando la Dc gli regalò una villetta vicino al lago di Albano, nei castelli romani, De Gasperi ne fu molto contento, ed era la prima volta che diventava proprietario di un immobile. Ma non è mai stato vittimista, solo qualche volta era stato un po’ amaro, pensando a quelli che si erano squagliati ai tempi dell’instaurazione del regime e che avevano fatto finta di non conoscerlo. Furono, come detto, anche tempi di grande disagio economico per lui, e, a causa della persecuzione politica, anche il Vaticano faticò per trovare un escamotage per dargli un piccolo lavoro in biblioteca. Eppure non ebbe mai sentimenti di vendetta o rivalsa. Anzi, quando molti “ex” si rifecero vivi solo perché il fascismo era al tramonto, li riaccolse a braccia aperte. Mi viene in mente la parabola del figliol prodigo”.
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Fonte
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E il buon politico cattolico che deve fare?
“Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri. E’ indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e amplino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini. E perché non ricorrere a Dio affinché ispiri i loro piani? Sono convinto che a partire da un’apertura alla trascendenza potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica e il bene comune sociale” (n. 205). Qui il “di più” chiede alla politica di “alzare lo sguardo” e di “ampliare le prospettive”. Ma non saremo noi a riuscire a fare ciò, Se Dio non ispira i nostri piani. Si noti che così avvenendo, capita che anche il campo proprio della politica, che il passo individua nell’economia e nel bene comune da rimettere insieme, riacquista in pienezza il proprio significato e diventa possibile, non di per sé, ma in virtù di quel “di più” che gli viene donato”
Da Evangelii gaudium
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Approfondimenti: https://stefanorolando.it/?p=2181
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