Articolo per la Voce Serafica della Sardegna
Gli anziani riserva di saggezza. Anche per la rivalutazione della Politica.
Una giornata particolare
di Franco Meloni
“Signore, si vuole sedere?” E’ un giovane che mi offre il suo posto nell’autobus affollato. Penso allora che la gentilezza esista ancora. Accetto la proposta e ne sono lieto, specie perché proviene da un giovane. Subito dopo però rifletto che mi è stata fatta perché mi appaleso anziano, quale indubbiamente sono. E allora mi viene un filo di tristezza. Che stupidaggine! Ogni età della vita è bella, basta saperla accettare e viverla utilmente, per sé e per le altre persone, in primis quelle più bisognose. Osservava Ferruccio De Bortoli, in una recente conferenza, che i vecchi (e gli anziani) nella nostra società sono sempre più numerosi, ma sempre meno le loro qualità, la saggezza innanzitutto, vengono utilizzate. Uno spreco immenso.
Tornando a casa con questi pensieri contraddittori, mi raggiunge una telefonata di un amico, un giovane già affermato professionista: “Ti vorrei parlare con urgenza. Si tratta di una proposta di candidatura alle prossime elezioni sarde. Sono orientato ad accettare, ma ho parecchi dubbi”. Va bene, dico io, vieni subito. Ecco l’occasione, pensai, di rendere concreto tutto quel ragionamento di poco fa. Mica facile: potevo dare consigli banali o ripetere cose su cui i giovani sono più informati? Sarei stato ridicolo.
Informato al telefono su tutti i dettagli della candidatura, per me solo una entusiastica “presa d’atto” della sua eventuale decisione positiva. Ma allora quali consigli dare. Decisi di proporre di parlare di etica, di moralità nella politica. Con queste questioni si vincono le elezioni? No, forse no, ma per un cattolico è questione imprescindibile.
Eccoci vis a vis. E allora con il mio amico inquadriamo la questione: come un cattolico deve impegnarsi in Politica? Decidiamo di ricorrere agli indirizzi semplici e fondamentali di Papa Francesco.
Leggiamo insieme alcuni passi in argomento, tratti dall’Evangelii Gaudium:
“La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose di carità, perché cerca il bene comune”. Scrive ancora il Papa:
“Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri. E’ indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e amplino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini. E perché non ricorrere a Dio affinché ispiri i loro piani? Sono convinto che a partire da un’apertura alla trascendenza potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica e il bene comune sociale” (n. 205).
Sembrano parole scritte dare una risposta ai nostri interrogativi, e ci investano di una importante missione. E riflettiamo:
la politica deve servire il popolo, non essere ragione di interessi personali o del proprio gruppo di riferimento. I compensi agli amministratori fissati dalle leggi sono più che adeguati. Chi ruba, ruba al popolo. Nessuna giustificazione.
Al riguardo mi sovviene un piccolo episodio su Alcide De Gasperi, un esempio assoluto di buon politico cattolico, narrato dal suo giovane segretario, Giulio Andreotti:
“De Gasperi resta d’esempio proprio per la sua coerenza personale: non ebbe mai transazioni sui principi e, quando arrivò al potere, non profittò mai della vita pubblica per avere quello che forse poteva essere un giusto compenso per i momenti in cui la società gli aveva tolto beni materiali e i suoi diritti di cittadino. Vorrei ricordare una frase, quasi di scherno, che mi ha sempre colpito negativamente, detta una volta dal comandante Lauro, su De Gasperi: «Si dice sempre “bravo De Gasperi”, ma uno che arriva a settant’anni e non ha messo insieme un patrimonio, vuol dire che non è così bravo». De Gasperi, è vero, non ha mai messo da parte un patrimonio, la casa dove abitava a Roma, era in affitto ed era modesta. Quando la Dc gli regalò una villetta vicino al lago di Albano, nei castelli romani, De Gasperi ne fu molto contento, ed era la prima volta che diventava proprietario di un immobile”
D’accordo, non bisogna certo essere Alcide De Gasperi, ma per un cattolico che fa politica non si può prescindere dall’etica.
Dunque nell’augurare il successo al mio amico, abbiamo “concordato”, che mai e poi mai la sua attività politica si sarebbe distanziata da quei valori e dalla loro pratica quotidiana. E di questo ne avrebbe reso edotto l’intero elettorato.
Fin qui il racconto della mia esperienza di “anziano saggio” al servizio delle persone. Spero nella circostanza di aver svolto bene questo ruolo lavorando su questi concetti con il mio amico.
Quanto ai risultati elettorali li apprenderemo dai media Ma la valutazione dell’operato dei nostri politici comincia proprio da qui per proiettarsi nei cinque anni del mandato.
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