Un po’ di serietà signori!
Acrobazie, incoerenze, pura comicità: la politica sarda è su “Scherzi a parte”
08/12/2023 alle 20:10 di Vito Biolchini su vitobiolchini.it .
Li riconoscete?
Nessuno sa chi vincerà le prossime elezioni regionali, ma tutti sappiamo che l’affluenza alle urne scenderà drammaticamente sotto la soglia del cinquanta per cento. Perché i sardi diserteranno le urne come mai avevano fatto finora?
Per la gente normale il voto può essere un esercizio di emotività (e questa modalità sta diventando preponderante), oppure di interesse personale, oppure di razionalità: si vota uno schieramento e un candidato nella misura in cui sono in grado di proporci una visione credibile per il futuro prossimo venturo. La politica come sentiero per uscire dal marasma di oggi, insomma. Una visione nobile.
Certo, tutti noi sappiamo che la politica, essendo una tragica commistione di segrete ambizioni private e nobili aspirazioni pubbliche, vive anche di ambiguità, di cambi di rotta, di parole date e ritirate, di simulazioni e dissimulazioni, di dietrofront improvvisi. Ma è chiaro che stavolta in Sardegna si sta superando ogni limite finora conosciuto.
Quelle ardite acrobazie che prima erano specialità di una ristretta categorie di politici (definiti per questo “politicanti”) ora sono patrimonio comune di tutti gli schieramenti. Ma ciò che è più grave è che anche per poter esercitare il loro diritto di voto i cittadini sono costretti a trasformarsi in acrobati della logica e guru dell’incoerenza, perché la diritta via è ormai definitivamente smarrita. Qualche esempio?
A destra, il segretario della Lega Matteo Salvini sponsorizza la ricandidatura del presidente Christian Solinas perché “squadra che vince non si cambia”. Ecco: come un elettore di centrodestra può essere convinto ragionevolmente a rivotare il suo schieramento sulla base dei risultati ottenuti in questi cinque anni dalla giunta Solinas? È chiaro che davanti a una posizione simile, l’elettore di centrodestra se ne sta a casa.
E l’elettore di centrosinistra, quali ragioni avrebbe per disertare le urne? L’asse del suo schieramento è composto dal Pd e dal Movimento Cinquestelle, due partiti che fino a poco tempo fa erano si contrapponevano in maniera violenta. Non avere spiegato bene questo avvicinamento provocherà una discreta quota di astensionismo, equamente divisa tra elettori del Pd (“Io una candidata grillina non la voto”) e dei Cinquestelle (“Alleati del Pd? Mai”).
Gli elettori dei Progressisti se ne stanno a casa perché non capiscono fino in fondo la scelta di abbandonare il centrosinistra per andare con Soru.
Ci sono poi antichi elettori di Renato Soru che sono rimasti scottati dai suoi fallimenti e non possono non notare le sue gigantesche ipocrisie nel condannare ora pratiche politiche che lui per anni ha agito perfettamente. Non c’è nessuna “rivoluzione gentile” in corso: e infatti anch’essi, in parte, non andranno a votare.
Poi c’è il caso, strabiliante, degli indipendentisti. Per anni Liberu ha additato come traditori della patria (sarda) tutti i partiti dell’autodeterminazione che osavano allearsi con i partiti italiani. Poi, improvvisamente, senza dare alcuna spiegazione, si sono accomodati al tavolo del centrosinistra, per transitare infine nello schieramento di Soru. Doppio carpiato con avvitamento.
Stessa operazione l’hanno fatta Irs e Progres. E infatti Bustianu Cumpostu, che pure guardava a Soru con grande favore ma che sul no ai partiti italiani è rimasto coerente, con una nota ha fatto notare le strabilianti acrobazie dei suoi ex compagni di strada. Immagino che molti indipendentisti non andranno a votare (anche se, in questo caso, non se ne accorgerà quasi nessuno).
Poi ci sono gli acrobati in proprio, i guastatori, gli pseudocandidati che non hanno fatto altro he confondere le acque con motivazioni alla fine incomprensibili.
Per mesi l’editore dell’Unione Sarda Sergio Zuncheddu si è mosso come se fosse il candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra. Incontri, dichiarazioni, dibattiti, articoloni sul giornale (il suo), ammiccamenti agli elettori e alle forze politiche. Poi, improvvisamente, è sparito dal radar.
Dall’altra parte, il percorso di Graziano Milia ha del surreale. Anche il sindaco di Quartu ha messo in piedi il teatrino della candidatura, con tanto di presentazioni, incontri, dibattiti, indiscrezioni fatte filtrare sui giornali, salvo poi a parole smentire ogni volontà di candidatura, per poi dopo far credere ancora una volta che sì, si sarebbe potuto candidare, però anche no, vediamo…
Insomma, una confusione totale culminata nell’incontro di ieri al Caesar’s, nella quale in apertura l’assessore e attore Marco Camboni, introducendo la serata con un intervento dall’intento ironico, mi ha citato senza nominarmi.
E poi ci sono anche i blogger… Ecco il titolo di un articolo uscito qualche giorno fa: “Il piano segreto di Soru e Zedda per sostituire Todde con Milia”: ma che bello il cabaret!
A seguire, risate e applausi.
Ecco, io non penso di fare cabaret quando scrivo i miei post. Cabaret è un’altra cosa: come ad esempio, da sindaco della terza città della Sardegna girare l’isola in piena campagna elettorale, convocare ogni volta centinaia di persone, invitare enfaticamente a ragionare sul futuro della Sardegna, far crescere l’attesa e alla fine affermare solennemente di non volersi candidare e nemmeno di voler fare una lista piccola piccola.
Forse tutto ciò non ricade, come i miei post, nella categoria cabaret? In realtà, a pensarci bene, questo è di più, molto di più: questo è un circo, questa è comicità pura. Ieri il Caesar’s era un set di “Scherzi a parte”.
A questo punto è arrivata la politica sarda: gonfia di ipocrisie, senza coerenza, con giravolte, acrobazie, inversioni a U, senza linearità e senza pudore. E in questa situazione, perché sorprendersi se la gente non andrà a votare?
Lascia un Commento