Oggi mercoledì 22 novembre 2023
Soru parla da capopopolo della sinistra ma guarda a destra: mettendo in crisi i Progressisti.
22/11/2023 alle 15:30, Vito Biolchini su vitobiolchini.it
In attesa che il centrodestra designi il proprio candidato, a tenere banco è sempre lui: Renato Soru. Non ha ancora molto tempo prima che tutto si azzeri e che le posizioni si cristallizzino, costringendo i media e l’opinione pubblica a gestire gli spazi dell’informazione e dell’attenzione in maniera equa. Ora però può contare sulle lentezze del centrosinistra e sullo sbandamento del centrodestra, e non dovendo trattare la propria agenda con nessuno (a meno che non si creda che prima di parlare, Soru si consulti con Liberu, Upc e + Europa…) ha davanti a sé delle discrete praterie.
Ieri Soru ha ottenuto una sorta di intervista “riparatrice” a La7 da Giovanni Floris, “reo” di avere ospitato una settimana fa la candidata del centrosinistra Alessandra Todde. L’ex presidente è così: ora ribatterà colpo su colpo a ogni uscita nazionale della sua rivale. A disposizione ha risorse praticamente illimitate e una grande esperienza (per lui è la terza campagna elettorale alle regionali).
La breve intervista a La7 (poco più di sette minuti) non ha aggiunto niente a ciò che sapevamo se non per un aspetto molto importante: a mio avviso ha infatti certificato non solo la lontananza di Soru dal centrosinistra sardo ma addirittura la sua estraneità dal centrosinistra italiano. Se infatti all’inizio la “ribellione” dell’ex presidente era basata sul mancato svolgimento delle primarie, ora Soru contesta proprio alla radice l’alleanza del Pd con i Cinquestelle. “È un’alleanza, al di là di quello che pensano i gruppi dirigenti, che fa perdere metà dei voti al Pd e metà ai Cinquestelle. Abbiamo due storie completamente diverse, due modalità di far politica diverse” ha affermato.
Posto che con questa dichiarazione Soru contesta soprattutto la linea della segretaria nazionale del Pd Elly Schlein (che venerdì sarà a Cagliari), la quale invece punta tutto sull’alleanza con i Cinquestelle per poter un giorno battere le destre ora al governo, non si capisce con chi Soru vorrebbe presentarsi per vincere le regionali. In realtà, lo si capisce benissimo: ovvero, con pezzi dell’attuale centrodestra che governa alla Regione.
L’indiscrezione giornalistica apparsa su Cagliaripad e subito smentita, secondo cui ci sarebbe un accordo tra Soru e l’attuale presidente Solinas, è forse una bufala, ma non è molto lontana dalla realtà. Perché Renato Soru, così duro con i Cinquestelle (che tra mille contraddizioni comunque a Solinas in questi anni hanno fatto opposizione in Consiglio regionale), non ha avuto remore a incontrare Antonello Peru, che invece con Solinas ha governato.
Per Soru il Grande Centro che sta governando ora la Sardegna è più affidabile del Cinquestelle post Grillo e Casaleggio? Con le modalità politiche del Grande Centro sardo, Soru si ritrova più che con quelle dei Cinquestelle isolani? Sarebbe una bella domanda da fargli.
È chiaro che questo allontanamento dalle ragioni del centrosinistra sta mettendo in crisi i Progressisti, che ora forse si stanno rendendo conto in quale vicolo cieco li sta portando Soru. Già divisi al loro interno (la deputata Francesca Ghirra e qualche consigliere comunale cagliaritano non approvano la svolta soriana), avant’ieri hanno diffuso un comunicato che è in realtà un appello disperato al centrosinistra perché crei in qualche modo le condizioni per un loro ritorno al tavolo del Campo largo.
Con l’indicazione di Massimo Zedda quale candidato sindaco a Cagliari i Progressisti tornerebbero di corsa a sostenere Alessandra Todde, ma è probabile che a questo punto il Pd conceda loro solamente lo svolgimento delle primarie nel capoluogo. Basterà?
Quanto a Soru, certamente proverà ancora a scimmiottare le posizioni di Graziano Milia (bravo a mascherare l’ipotesi di una grande coalizione destra-sinistra dietro il Sacro Graal del Piano di Rinascita e di una nuova Autonomia). Di sicuro però una chiusura così netta nei confronti delle ragioni dell’alleanza con i Cinquestelle è funzionale al suo progetto in cui al momento ci sono poche e evanescenti sigle, ma che per decollare avrà bisogno di partiti un po’ più a destra di quelli presenti nel Campo Largo.
E forse anche per questo i Progressisti ora stanno cercando disperatamente di divincolarsi dall’abbraccio mortale con Soru.
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