Oggi giovedì 16 novembre 2023 La disfida Todde/Soru

img_5261disperazione Aladinimg_3442Soru decide la scissione del PD e regala la Sardegna alla destra
16 Novembre 2023
A.P. Su Democraziaoggi

Dunque Soru ha deciso la scissione dal PD e regala la vittoria alla destra. A questo punto azzerare la situazione è impossibile. Il tavolo del campo largo ha deciso, investendo Alessandra Todde, su cui c’è l’accordo anche di Conte e Schlein. Chi aveva titolo ha detto la sua nel tavolo (primarie o consultazioni con gazebo) […]
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Nello scontro tra Soru e Todde si consuma la tragedia della guerra civile nel centrosinistra sardo
16/11/2023 alle 14:51 su vitobiolchini.it
di Vito Biolchini.

Cagliari, 16 novembre 2023
Ed ecco che sotto i nostri occhi si consuma dunque la tragedia della politica sarda, ovvero di un centrosinistra (ma chiamatelo pure come volete) che si avvia a perdere le prossime elezioni regionali, al termine di una legislatura in cui il centrodestra ha commesso tali e tanti disastri che non dovrebbe, per decenza, neanche presentarsi. Invece, con molta probabilità, vincerà.

La chiamo tragedia perché siamo davanti all’ineluttabilità degli eventi. Tutto corre verso un finale terribile che nessuno sembra in grado di modificare. Gli elettori-spettatori vorrebbero intervenire e orientare l’azione verso un finale diverso ma loro, i politici-attori in scena, non possono sentirli.

Renato Soru e Alessandra Todde sono i due protagonisti principali di questa tragedia, costretti a recitare la loro parte senza avere la possibilità di cambiare neanche una parola del loro copione. Rigidi, immobili nelle loro certezze, non possono concedere nulla all’avversario.

Per questo non era difficile pronosticare il fallimento dell’incontro tra i due programmato per oggi: perché non hanno in realtà niente da dirsi, ovvero nessuna volontà di ascoltare le ragioni dell’altro. La dimostrazione? Soru ha sentito la Todde dire in tv che non avrebbe accettato le primarie e dunque ha fatto saltare l’incontro: lo ha affermato lui stesso. Ma poi è andato oltre, aggiungendo una serie di volute provocazioni che rendono ancora più incolmabile la distanza tra i due schieramenti.

L’incomunicabilità è totale. Anche perché le ragioni dell’uno non corrispondono ai torti dell’altra, e viceversa.

Soru poi è un abile manipolatore, parla come se non avesse alle spalle vent’anni di carriera politica e come se questo disastro non fosse anche, in parte, responsabilità sua. Ma ha buon gioco a inserirsi nelle contraddizioni e dei limiti del centrosinistra e dei Cinquestelle. E soprattutto per lui le mancate primarie sono solo un pretesto perché la vera volontà che lo anima è di natura distruttiva. Ma ora, non pago di aver già disarticolato il centrosinistra, punta a distruggere anche il Pd regionale.

Soru poteva infatti limitarsi a costituire uno schieramento alternativo a quello della Todde e presentarsi alle elezioni. Invece con la conferenza stampa di oggi si propone come vero leader del Partito Democratico, pur avendone annunciato l’abbandono. D’altra parte, non ha forse contribuito con i suoi voti a fare in modo che Piero Comandini diventasse segretario regionale del Pd? Ora è come se quella golden share la facesse valere e dicesse a tutti: “Il vero centrosinistra lo rappresento io, il Pd in Sardegna vuole me”.

Una guerra di potere e di poteri. Todde e Soru, Soru e Comandini: chi è il rappresentante legittimo del centrosinistra e chi è l’usurpatore? Chi è il Papa e chi l’Antipapa? Chi rappresenta l’ortodossia del centrosinistra in Sardegna? Una guerra civile, praticamente.

Che è scoppiata, e qui occorre dirlo, per la doppia debolezza, sia del segretario regionale del Pd Piero Comandini, che di Alessandra Todde. Il primo ha condotto i lavori del tavolo con una lentezza esasperante, indebolendo la coalizione in maniera fatale. La seconda invece ha accettato la candidatura sia ignorando colpevolmente il tentativo di rientro di Soru, sia soprattutto senza avere alle spalle un partito solido e compatto al suo fianco. Appena due mesi fa i consiglieri regionali dei Cinquestelle erano stati convocati a Roma dal segretario Giuseppe Conte, proprio perché la loro insofferenza nei confronti della candidatura della deputata nuorese stava superando il livello di guardia.

E poi c’è la questione di Sassari, dove il Movimento ha governato il comune insieme a un sindaco di destra e siccome ora la contraddizione è troppo evidente, sia Todde che il coordinatore regionale, il senatore Ettore Licheri (che di quell’accordo fu il promotore) adesso chiedono ai consiglieri comunali di togliere l’appoggio al sindaco Campus. Risultato: richiesta rigettata, consiglieri presto espulsi, Movimento Cinquestelle azzerato nella seconda città della Sardegna proprio alla vigilia delle elezioni regionali.

Ecco: prima di accettare la candidatura, Alessandra Todde avrebbe dovuto prevedere queste situazioni, e invece è andata avanti pensando forse di poterle ignorare. Ma Soru ora è in campo e il Movimento Cinquestelle sembra essere un partito sfilacciato, inconsistente, incapace di governare le proprie contraddizioni.

Soru da parte sua ha percepito la debolezza dei due principali partiti del centrosinistra e dei loro rappresentanti e si è scagliato sulle sue prede.

Il resto è cronaca di queste ore. I protagonisti di questa tragedia continuano imperterriti a recitare la loro parte. Ma se qualcuno non cambia il copione, il finale è già noto.
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