Su Dossier Caritas 2023. COP28: Dubai e oltre Dubai
Lunedì 18 dicembre la Caritas di Cagliari ha presentato il XIII Dossier Caritas 2023. Il volume è ricco di informazioni sulla vasta attività dell’istituzione durante il corrente anno, nonché di riflessioni su quanto accade nel nostro tempo. Avremo occasioni per riproporre almeno una parte di tali contenuti nella nostra news, dando ad essi adeguato spazio e rilievo. Nel presente spazio-editoriale riportiamo l’articolo del direttore sull’esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco, pubblicata il 4 ottobre u.s., dedicata alle questioni ambientali, un vero e proprio aggiornamento dell’enciclica Laudato si’, in previsione della COP28 tenutasi come previsto a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre (prolungatasi per alcuni giorni). Lo stesso pontefice avrebbe dovuto parteciparvi nei gg. 1-3 dicembre, ma ha dovuto rinunciare per ragioni di salute. L’articolo è andato in stampa ben prima dell’evento di Dubai, riporta pertanto previsioni e auspici, da confrontare oggi con quanto effettivamente accaduto e deciso nei documenti finali. Per completezza di informazione, aggiornata ad oggi, riportiamo di seguito all’articolo del direttore, tre pezzi di valutazione a conclusione della COP28 di Dubai, che crediamo ne mostrino luci ed ombre, obbiettivi raggiunti (pochi), obbiettivi parzialmente soddisfacenti, obbiettivi totalmente mancati (tanto che alcuni parlano di fallimento). Ai lettori un giudizio motivato, sulla base della documentazione fornita o comunque di altra disponibile in rete.
Aspettando Dubai, oltre Dubai
L’Esortazione apostolica di Papa Francesco Laudate Deum
di Franco Meloni
Premessa: con Papa Francesco, Giovanni XXIII, Paolo VI
Papa Francesco tiene molto nelle sue encicliche ed esortazioni e, in generale, nelle sue dichiarazioni a ricollegarsi ai suoi predecessori, soprattutto a quelli più vicini, nella linea della “continuità nel rinnovamento” del magistero della Chiesa. Ma sono specialmente due i Pontefici a cui fa riferimento, quelli più legati al Concilio Vaticano II: Giovanni XXIII, che lo ha indetto e iniziato; Paolo VI, che lo ha ripreso e portato a compimento [1]. E sappiamo quanto Papa Francesco ami e consideri il Concilio: «evento di grazia per la Chiesa e per il mondo», «i cui frutti non si sono esauriti» e che «non è stato ancora interamente compreso, vissuto e applicato (…) Dal Concilio Ecumenico Vaticano II abbiamo ricevuto molto. Abbiamo approfondito, ad esempio, l’importanza del popolo di Dio, categoria centrale nei testi conciliari, richiamata ben centottantaquattro volte, che ci aiuta a comprendere il fatto che la Chiesa non è un’élite di sacerdoti e consacrati e che ciascun battezzato è un soggetto attivo di evangelizzazione”. E continua: “dobbiamo riscoprire l’ispirazione del Concilio e come passo dopo passo questo evento abbia trasformato la vita della Chiesa, è l’occasione per affrontare meglio il percorso sinodale, che è fatto innanzitutto di ascolto, di coinvolgimento, di capacità di far spazio al soffio dello Spirito, lasciando a Lui la possibilità di guidarci”.[2]
Anch’io in premessa delle mie considerazioni sull’Esortazione apostolica di Papa Francesco Laudate Deum (LD) [3] faccio riferimento ai medesimi due Pontefici.
- A Giovanni XXIII, laddove mi soffermo sui destinatari del messaggio pontificio che appare nel titolo stesso della LD: “…a tutte le persone di buona volontà”.
Si tratta di un’ulteriore innovazione che va oltre quanto Papa Francesco già sottolineava nella Laudato sì’ sotto l’intitolazione “Niente di questo mondo ci risulta indifferente”, Papa Francesco ricordava: “Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva «nonché a tutti gli uomini di buona volontà». Adesso, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta (…)”. E ribadisce: “In questa Enciclica (LS), mi propongo specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune” (LS 3). La novità della Laudate Deum consiste, nel rivolgersi “a primo acchito” all’intera umanità, almeno a quella pensante, di buona volontà, (formata da “persone”, non “uomini”, al fine di superare la tradizionale prevalenza del maschile), prima ancora che ai “fedeli cattolici”, a cui dedica gli ultimi paragrafi dell’Esortazione (LD 61-73).
- A Paolo VI [4], precisamente alla sua prima Enciclica, Ecclesiam Suam (ES) [4bis], laddove individua “le posizioni concrete, in cui l’umanità si trova rispetto alla Chiesa cattolica (…) a guisa di tre cerchi concentrici” che la circondano [5] In questa trattazione ci interessa il primo.
Dall’Enciclica di Paolo VI Ecclesiam suam alla Costituzione conciliare Gaudium et Spes
Paolo VI lo descrive come “(…) un immenso cerchio, di cui non riusciamo a vedere i confini; essi si confondono con l’orizzonte; cioè riguardano l’umanità in quanto tale, il mondo. Noi misuriamo la distanza che da noi lo tiene lontano; ma non lo sentiamo estraneo. Tutto ciò ch’è umano ci riguarda. Noi abbiamo in comune con tutta l’umanità la natura, cioè la vita, con tutti i suoi doni, con tutti i suoi problemi. Siamo pronti a condividere questa prima universalità; ad accogliere le istanze profonde dei suoi fondamentali bisogni, ad applaudire alle affermazioni nuove e talora sublimi del suo genio. E abbiamo verità morali, vitali, da mettere in evidenza e da corroborare nella coscienza umana, per tutti benefiche. Dovunque è l’uomo in cerca di comprendere se stesso e il mondo, noi possiamo comunicare con lui; dovunque i consessi dei popoli si riuniscono per stabilire i diritti e i doveri dell’uomo, noi siamo onorati, quando ce lo consentono, di assiderci fra loro. Se esiste nell’uomo un’anima naturalmente cristiana, noi vogliamo onorarla della nostra stima e del nostro colloquio”. E prosegue: “Noi potremmo ricordare a noi stessi e a tutti gli altri come il nostro atteggiamento sia, da un lato, totalmente disinteressato; non abbiamo alcuna mira politica o temporale; dall’altro, sia rivolto ad assumere, cioè ad elevare a livello soprannaturale e cristiano, ogni onesto valore umano e terreno; non siamo la civiltà, ma fautori di essa. (…)” (ES 101-102).
È un’anticipazione della costituzione conciliare “Gaudium et Spes” [6] di cui cito lo splendido incipit: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti”.
Dall’Enciclica Laudato sì’ all’Esortazione Laudate Deum
Nell’intervista fattagli di recente dalla Rai [7], Papa Francesco ricorda un suo viaggio a Strasburgo: “Non dimentico quando il 25 novembre 2014, invitato dal Parlamento europeo, incontrai la ministra francese dell’Ambiente, Ségolène Royal, con cui parlai di quello che stavo scrivendo sull’ambiente e del progetto di un lavoro comune con scienziati e teologi. «Per favore, lo pubblichi prima della Conferenza sul clima di Parigi [8]»: furono queste le parole della ministra. Ed in effetti il 24 maggio 2015 fu emanata l’enciclica Laudato si’” (LS). Il Papa dunque giocò d’anticipo, riuscendo in certa misura a far pesare, con l’autorevolezza di un’Enciclica, le sue argomentazioni, che non sono dogma, ma rappresentano l’aggiornamento della dottrina sociale della Chiesa cattolica in materia di ambiente, cambiamento climatico, ecologia integrale… in sostanza quanto si compendia nella “cura del Creato”. La capacità di Papa Francesco di “cogliere i segni dei tempi” [9] fino ad anticipare gli eventi è un suo carisma che si è appalesato non solo rispetto alla COP21 di Parigi, ma, come rilevo sul Dossier Caritas 2019 [10], anche rispetto alla risoluzione dell’Onu con cui il 25 settembre 2015 fu approvata l’Agenda Onu 2030 [11], anticipata di quattro mesi dalla Laudato sì’. Ma su questo argomento rinvio ad altri approfondimenti.
Con l’Esortazione Laudate Deum, ad oltre otto anni dalla LS, il Papa si comporta in modo analogo rispetto alla imminente scadenza della COP28 a Dubai [12], non certo per il gusto dell’arrivare primo, quanto piuttosto per enfatizzarne l’importanza, dando la sveglia a tutti… .
Dice il Papa in una delle sue esternazioni “Dopo Parigi purtroppo le cose non sono andate come speravo, e questo continua a preoccuparmi”. Il perché lo spiega nell’Esortazione: “(…) con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti” (LD 2) . Le conseguenze della crisi climatica globale sono sotto gli occhi di tutti: “Negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti noi (…) È verificabile che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano in modo significativo la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi. Sappiamo quindi che ogni volta che la temperatura globale aumenta di 0,5 gradi centigradi, aumenta anche l’intensità e la frequenza di forti piogge e inondazioni in alcune aree, di grave siccità in altre, di caldo estremo in alcune regioni e di forti nevicate in altre ancora. Se fino a ora potevamo avere ondate di calore alcune volte all’anno, cosa accadrebbe con un aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, a cui siamo vicini? Tali onde di calore saranno molto più frequenti e più intense. Se si superano i 2 gradi, le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglieranno completamente, con conseguenze enormi e molto gravi per tutti” (LD 5).
Dalla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992 alla COP 28 di Dubai
Dopo aver passato in rassegna le COP che hanno preceduto e seguito quella di Parigi e che dopo quest’ultima hanno prodotto risultati deludenti [13], il Papa s’interroga: “Cosa ci si aspetta dalla COP28 di Dubai?” [13] Si mostra speranzoso: “Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la COP28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente. Questa Conferenza può essere un punto di svolta, comprovando che tutto quanto si è fatto dal 1992 [14] era serio e opportuno, altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono si è potuto fin qui raggiungere”. E ancora: “Nonostante i numerosi negoziati e accordi, le emissioni globali hanno continuato a crescere. È vero che si può sostenere che senza questi accordi sarebbero cresciute ancora di più. Ma su altre questioni ambientali, dove c’è stata la volontà, sono stati raggiunti risultati molto significativi, come nel caso della protezione dello strato di ozono. Invece la necessaria transizione verso energie pulite, come quella eolica, quella solare, abbandonando i combustibili fossili, non sta procedendo abbastanza velocemente. Di conseguenza, ciò che si sta facendo rischia di essere interpretato solo come un gioco per distrarre (…) Se c’è un sincero interesse a far sì che la COP28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili. Questo al fine di avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti. Ciò non è accaduto nel cammino percorso finora, ma solo con un tale processo si potrebbe ripristinare la credibilità della politica internazionale, perché solo in questo modo concreto sarà possibile ridurre notevolmente l’anidride carbonica ed evitare in tempo i mali peggiori. (…) Speriamo che quanti interverranno siano strateghi capaci di pensare al bene comune e al futuro dei loro figli, piuttosto che agli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda. Possano così mostrare la nobiltà della politica e non la sua vergogna. Ai potenti oso ripetere questa domanda: «Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?». [15] (…) Sappiamo che, di questo passo, in pochi anni supereremo il limite massimo auspicabile di 1,5 gradi centigradi e a breve potremmo arrivare a 3 gradi, con un alto rischio di raggiungere un punto critico. Anche se questo punto di non ritorno non venisse raggiunto, gli effetti sarebbero disastrosi e bisognerebbe prendere misure in maniera precipitosa, con costi enormi e con conseguenze economiche e sociali estremamente gravi e intollerabili. Se le misure che adotteremo ora hanno dei costi, essi saranno tanto più pesanti quanto più aspetteremo.
Il paradigma tecnocratico
Papa Francesco non manca l’occasione di rammentare, come già affermato nella Laudato si’, che alla base della degradazione dell’ambiente, vi è quello che lui chiama il paradigma tecnocratico [15] , «un modo di comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla; come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia. Da qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia» (LD 20; LS 101-106).
Ricorda che «un ambiente sano è anche il prodotto dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, come avviene nelle culture indigene e come è avvenuto per secoli in diverse regioni della Terra. I gruppi umani hanno spesso “creato” l’ambiente, rimodellandolo in qualche modo senza distruggerlo o metterlo in pericolo. Il grande problema di oggi è che il paradigma tecnocratico ha distrutto questo rapporto sano e armonioso» (LD 28). E’ dunque un imperativo fermare il degrado del nostro ecosistema, invertire la rotta e promuovere azioni concrete, forti e senza perdere tempo prezioso, per mitigare il più possibile il cambiamento climatico e, nello stesso tempo, per adattarci alle condizioni climatiche che si vanno determinando. Al riguardo sono importanti sia gli accordi tra i governi delle nazioni in un’ottica di un nuovo multilateralismo che nasce dal basso, sia la condotta individuale e collettiva delle persone, adottando stili di vita sostenibili con l’ambiente e solidali con la gran parte dell’umanità che soffre drammaticamente le violenze esercitate dall’uomo sulla terra. (LD 37-38). Giova rammentare che il Papa a sostegno delle sue posizioni sul clima si appoggia alla stragrande maggioranza degli studiosi in materia [16] e non ha alcuna timidezza nel condannare i negazionismi e a richiamare alla ragione quanti se ne fanno portatori, anche all’interno della Chiesa cattolica (LD 14). Certo è che non bisogna illudersi che l’attuale economia che egemonizza il mondo, basata sulla “logica del massimo profitto al minimo costo, mascherata da razionalità, progresso e promesse illusorie” possa avere la priorità del bene comune, della difesa della casa comune, della “promozione degli scartati della società” (LD 31). Occorre la ricerca e la pratica di una diversa economia che non sia disgiunta dall’etica e che pertanto metta al centro la persona e il suo benessere. Dice il Papa che “dobbiamo tutti ripensare alla questione del potere umano”, per difendere “la nostra stessa sopravvivenza”. E’ efficace al riguardo la citazione ironica di Solov’ëv: “Un secolo così progredito che perfino gli era toccato in sorte essere l’ultimo” (LD 28) [17]. Il Papa coglie l’occasione per richiamare la necessità di quello che chiama “il pungiglione etico”, richiamando il valore dell’impegno, della crescita delle capacità, del lodevole spirito di iniziativa, della ricerca e pratica della reale uguaglianza di opportunità, contro le “idee sbagliate sulla cosiddetta ‘meritocrazia’” (LD 29-33).
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Armato di queste convinzioni, come detto, Papa Francesco si recherà a Dubai nei gg. 1, 2 e 3 dicembre 2023 per implorare tutti i governanti del mondo affinché facciano qualcosa di molto preciso per salvare la Terra, la nostra casa comune. E’ una “chiamata a responsabilità” che si aggiunge ai numerosi altri appelli che il Papa fa quotidianamente per la Pace del mondo, sconvolto da innumerevoli guerre e conflitti, portatori di morte e distruzioni e anch’essi gravemente colpevoli dei disastri ambientali. Ci consola che Papa Francesco non sia solo tra i grandi leader religiosi. Non sappiamo quanti altri fisicamente parteciperanno alla Conferenza, ma è di buon auspicio il documento firmato da 28 leader religiosi il 6 novembre 2023 ad Abu Dhabi, con il quale i religiosi chiedono ai delegati mondiali un’azione decisiva per frenare il cambiamento climatico [18].
Aspettando Dubai, oltre Dubai
Altrimenti? Quanto potrà ancora accadere non è forse attendibilmente prevedibile, come continuamente afferma la stragrande maggioranza degli studiosi? Lo confermano una serie di simulazioni che sono oggi già in grado di farci vedere drammaticamente come sarà la Terra se non si interverrà con la massima urgenza, subito. Gli artisti con la loro capacità immaginifica sono in grado di farci vedere anticipatamente tutto quello che potrà accadere. Tra i tanti, il cantautore-poeta Francesco Guccini ce lo mostra in una sua bellissima e struggente canzone [19].
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Il vecchio e il bambino, di Francesco Guccini.
Un vecchio e un bambino si preser per mano
E andarono insieme incontro alla sera
La polvere rossa si alzava lontano
Il sole brillava di luce non vera
Immensa pianura sembrava arrivare
Fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare
E tutto di intorno, non c’era nessuno
Solo il tetro contorno di torri di fumo
I due camminavano e il giorno cadeva
Il vecchio parlava, e piano piangeva
Con l’anima assente, con gli occhi bagnati
Seguiva il ricordo di miti passati
I vecchi subiscon le ingiuria degli anni
Non sanno distinguere il vero dai sogni
I vecchi non sanno nel loro pensiero
Distinguer nei sogni il falso dal vero
Il vecchio diceva guardando lontano
“Immagina questo coperto di grano
Immagina i frutti, immagina i fiori
E pensa alle voci e pensa ai colori”
E in questa pianura, fin dove si perde
Crescevano gli alberi e tutto era verde
Cadeva la pioggia, segnavano i soli
Il ritmo dell’uomo e delle stagioni
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste
Gli occhi guardavano cose mai viste
E poi disse al vecchio con voce sognante
“Mi piaccion le fiabe, raccontane altre” [19]
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Note
(Segue)
[1] Entrambi da lui canonizzati, così come Papa Giovanni Paolo II. Concilio Vaticano II: la prima sessione iniziò l’11 ottobre 1962 e si interruppe a seguito della morte di Papa Giovanni XXIII il 3 giugno 1963. Le altre tre sessioni, a cominciare da quella del 29 settembre 1963, furono convocate e presiedute dal suo successore Papa Paolo VI, fino al termine dei lavori l’8 dicembre 1965, solennità dell’Immacolata Concezione.
[2] «Giovanni XXIII. Il Vaticano II un Concilio per il mondo», di Marco Roncalli ed Ettore Malnati, collega l’assise avviatasi l’11 ottobre 1962 al percorso sinodale: prefazione di papa Francesco.
[3] Esortazione Apostolica Laudate Deum del Santo Padre Francesco a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica, 4/10/2023: https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/20231004-laudate-deum.html
[4] Come non ricordare in questa sede che la Caritas Italiana è nata dietro sollecitazione di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento del Concilio Vaticano II (1962-65). [50 anni di Caritas Italiana. Pier Giuseppe Accornero su La Voce e il Tempo, 30 Giugno 2021: https://vocetempo.it/50-anni-di-caritas-italiana/]
[4bis] Lettera Enciclica del Sommo Pontefice Paolo VI, Ecclesiam Suam. Per quali vie la Chiesa cattolica debba oggi adempire il suo mandato. Lettera Enciclica ai Venerabili Fratelli Patriarchi, Primati, Arcivescovi, Vescovi ed altri Ordinari del luogo, aventi pace e comunione con la Sede Apostolica, al clero e ai fedeli di tutto il mondo e a tutti gli uomini di buona volontà, 6/8/1964: https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_06081964_ecclesiam.html.
[5] Primo cerchio: tutto ciò che è umano. Secondo cerchio: i credenti in Dio. Terzo cerchio: i Cristiani Fratelli separati (ES 100-114).
[6] Concilio Ecumenico Vaticano II. Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes, 7/12/1965: https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html.
[7] Intervista del 1º novembre 2023 a cura del direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Disponibile su Rai Play: https://www.raiplay.it/video/2023/11/Speciale-TG1-Lintervista-esclusiva-a-Papa-Francesco-tra-grandi-temi-e-vita-privata—Puntata-del-01112023-84a68371-8e6c-4625-a3c3-f4e891739535.html?wt_mc=2.app.cpy.raiplay_prg_Speciale+TG1.+L%27intervista+esclusiva+a+Papa+Francesco:+tra+grandi+temi+e+vita+privata+-+01/11/2023.&wt
[8] La COP21 si tenne nel dicembre 2015. La COP, Conference of Parties, è la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC). Dice il Papa: “La COP21 di Parigi è stata un altro momento significativo, perché ha prodotto un accordo che ha coinvolto tutti. Può essere visto come un nuovo inizio, dato il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati nella fase precedente. L’Accordo è entrato in vigore il 4 novembre 2016. Pur essendo vincolante, non tutti i requisiti sono obblighi in senso stretto e alcuni di essi lasciano spazio a un’ampia discrezionalità. Del resto, anche per gli obblighi non rispettati, non prevede sanzioni vere e proprie e non ci sono strumenti efficaci per garantirne l’osservanza. Prevede inoltre forme di flessibilità per i Paesi in via di sviluppo. L’Accordo di Parigi presenta un importante obiettivo a lungo termine: mantenere l’aumento delle temperature medie globali al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, puntando comunque a scendere sotto gli 1,5 gradi. (LD 47-48). Tutte le parti si sono inoltre impegnate ad attuare programmi di adattamento per ridurre gli effetti del cambiamento climatico già in corso. È stata inoltre prevista un’assistenza per coprire i costi di queste misure nei Paesi in via di sviluppo.
[9] Sospiri e segni dei nostri tempi: come leggerli? Su La Civiltà cattolica, 2021: https://www.laciviltacattolica.it/articolo/sospiri-e-segni-dei-nostri-tempi-come-leggerli/https://www.laciviltacattolica.it/articolo/sospiri-e-segni-dei-nostri-tempi-come-leggerli/
[10] Dossier Caritas 2019 su Aladinpensiero: https://www.aladinpensiero.it/?p=101739
[11] Approfondimenti sul sito dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS): https://asvis.it/public/asvis/files/Agenda_2030_ITA_UNRIC.pdf
[12] La Cop28 EAU si svolgerà presso Expo City Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 (https://en.m.wikipedia.org/wiki/2023_United_Nations_Climate_Change_Conference). La conferenza riunirà oltre 70.000 partecipanti, tra cui capi di stato, funzionari governativi, leader industriali internazionali, rappresentanti del settore privato, accademici, esperti, giovani, e attori non statali. Come previsto dall’Accordo sul clima di Parigi, la COP28 degli Emirati Arabi Uniti fornirà il primo bilancio globale in assoluto, una valutazione completa dei progressi rispetto agli obiettivi climatici. Gli Emirati Arabi Uniti guideranno un processo affinché tutte le parti concordino una chiara tabella di marcia per accelerare i progressi attraverso una transizione energetica globale pragmatica e un approccio “non lasciare nessuno indietro” per un’azione climatica inclusiva. Per la prima volta alla “Conferenza delle Parti”, per la seconda negli Emirati Arabi Uniti dopo il viaggio del 2019 ad Abu Dhabi, Papa Francesco sarà presente dall’1 al 3 dicembre tra i leader del mondo per ribadire appelli, aspettative e speranze già espressi nella Laudate Deum.
Mentre scriviamo non siamo in grado di esprimere una previsione attendibile sugli esiti del convegno. Torneremo pertanto a cose fatte, nel Dossier del prossimo anno e, prima ancora, nelle occasioni di dibattito che Caritas ha in fase di programmazione. Speriamo bene.
[13] Dopo la COP21 di Parigi, ecco le successive: COP22 di Marrakesh, COP23 di Bonn, COP24 di Katowice, COP25 di Madrid (2019), COP26 di Glasgow (2021), COP27 di Sharm el-Sheikh (2022). Come già detto, la prossima COP28 a Dubai 30 novembre/12 dicembre 2023.
[14] Dice il Papa: “(…) La Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 ha portato all’adozione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), un trattato che è entrato in vigore quando sono state raggiunte le necessarie ratifiche da parte dei Paesi firmatari nel 1994. Questi Stati si riuniscono ogni anno nella Conferenza delle Parti (COP), il più alto organismo decisionale. Alcune sono state un fallimento, come quella di Copenaghen (2009), mentre altre hanno permesso di compiere passi importanti, come la COP3 di Kyoto (1997). Il suo prezioso Protocollo è quello che ha fissato come obiettivo la riduzione delle emissioni complessive di gas serra del 5% rispetto al 1990. La scadenza era il 2012, ma evidentemente non è stata rispettata”.
[15] Gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la prossima Conferenza delle Parti (COP28). “È un Paese del Golfo Persico che si caratterizza come grande esportatore di energia fossile, anche se ha investito molto nelle energie rinnovabili. Nel frattempo, le compagnie petrolifere e del gas ambiscono lì a nuovi progetti per espandere ulteriormente la produzione. Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perché significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico” (LD 53),
[16] Vedasi al riguardo: La base scientifica del Laudate Deum, Luigi Togliani su SettimanaNews del17 ottobre 2023: http://www.settimananews.it/papa/la-base-scientifica-di-laudate-deum/
[17] Vedasi Solov’ëv, I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, Bologna 2021, 256.[http://ilsismografo.blogspot.com/2023/10/vaticano-nella-laudate-deum-papa.html]
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[18] Verso la COP28: ad Abu Dhabi, 28 leader religiosi chiedono ai delegati mondiali un’azione decisiva per frenare il cambiamento climatico: https://www.agensir.it/quotidiano/2023/11/7/cop28-ad-abu-dhabi-28-leader-religiosi-chiedono-ai-delegati-mondiali-unazione-decisiva-per-frenare-il-cambiamento-climatico/
Un’azione “urgente e decisiva” affinchè non si superi la soglia dei 1,5 gradi Celsius di aumento delle temperature e si sostengano “le comunità più vulnerabili” colpite dagli eventi estremi e catastrofici del cambiamento climatico. Lo chiedono con forza 28 leader religiosi che il 6 novembre 2023 ad Abu Dhabi, nell’ambito della Global Faith leaders Summit, hanno firmato un appello rivolto ai delegati della COP28, che si riuniranno dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai. Come ci informano le Agenzie di stampa, la Dichiarazione vede tra gli altri le firme del prof. Mohamed Al-Duweini, rappresentante del Grande Imam di Al-Azhar, del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in rappresentanza di Papa Francesco, e di Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Al Summit hanno partecipato leader delle religioni mondiali: ebrei, buddisti, sikh e indù, accademici ed esperti ambientali. António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha tenuto un discorso in conferenza-video e l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, leader spirituale della Comunione anglicana, ha inviato un video messaggio. L’appello è stato consegnato nelle mani del sultano Ahmed Al Jaber, nominato presidente della COP28 sul clima. Nel suo discorso, il Sultano Al Jaber ha definito il Documento “una potente dichiarazione di intenti che il mondo intero ha bisogno di ascoltare”. È stata, ha detto, “una dichiarazione di urgenza, unità, solidarietà, responsabilità e speranza”. Rivolgendosi ai diversi leader religiosi, Al Jaber ha affermato: “Voi unite tutte le fedi attorno a un unico messaggio della nostra comune umanità. Siete i custodi delle convinzioni e delle aspirazioni della stragrande maggioranza di tutti coloro che vivono sul pianeta e siete una voce potente per molte comunità che non vengono ascoltate. La vostra fede collettiva continua a ispirare tutte le persone a vivere in armonia con la natura e ad agire per proteggere il nostro fragile mondo”. “Avete riunito diverse fedi attorno a un obiettivo comune (…) e così facendo avete dimostrato che in un mondo diviso possiamo unirci nell’azione per il clima”. Nel suo ruolo di presidente della COP28, Al Jaber ha incontrato Papa Francesco in ottobre e anche in quell’occasione, ha discusso del ruolo che le comunità di fede possono svolgere nell’affrontare il cambiamento climatico. Durante la COP28 la Presidenza ospiterà il Padiglione della Fede, insieme al Muslim Council of Elders (Mce) e alla United Nations Environment Program (Unep). Si tratta del primo padiglione di questo tipo ad un evento COP. Sarà dedicato all’impegno delle comunità religiose e presenterà la “Dichiarazione interreligiosa di Abu Dhabi per la COP28”. Ospiterà anche un panel con leader religiosi, scienziati e leader politici, oltre a incoraggiare il dialogo intergenerazionale tra giovani leader religiosi e rappresentanti delle popolazioni indigene.
[19] Francesco Guccini, Il vecchio e il bambino, 1972. Una bella e competente spiegazione di Alberto Pinto su eHabitat, 2017: https://www.ehabitat.it/2017/08/24/vecchio-bambino-la-poesia-guccini-la-necessita-tramandare-la-cultura-dellambiente/
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Sull’immagine: Pope Saviour (il Papa porta su di sé il pianeta terra), dell’urban artist Mauro Pallotta (Maupal). Mostra “Papale Papale”, in Piazza Inferiore della Basilica di San Francesco ad Assisi (settembre 2022 – novembre 2023).
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Clima. Francesco e la profezia sulla Cop28 di Dubai
Lucia Capuzzi giovedì 14 dicembre 2023 su Avvenire.
https://www.avvenire.it/amp/mondo/pagine/cop28-papa-francesco
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Cop28, cosa manca nel testo dell’accordo finale secondo il climatologo Luca Mercalli
Luca Mercalli: “Nel documento finale della Cop28 mancano cronoprogrammi e impegni stringenti, non viene formalizzato con quali tassi e tempistiche avverrà la transizione fuori dal fossile. L’unico impegno è quello di cercare di arrivare a zero emissioni entro il 2050, ma in fondo è quello che chiedeva anche l’Accordo di Parigi. La sensazione è che si continui a procedere in modo generico e annacquato continuando, comunque, a lasciare pieno potere alle leggi di mercato”.
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https://www.fanpage.it/attualita/cop28-cosa-manca-nel-testo-dellaccordo-finale-secondo-il-climatologo-luca-mercalli/
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Abbiamo fatto progressi con la COP28?
L’accordo della conferenza sul clima di Dubai è un grosso compromesso coi paesi produttori di petrolio e fa il «minimo indispensabile».
- Su IlPost.
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