Per la Pace. Ostinatamente Spes contra Spem.

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b8d4f079-0a9d-4306-b131-9b630a570a4ecostituente-terra-logo Costituente Terra Newsletter n. 133 dell’11 ottobre 2023 – Chiesadituttichiesadeipoveri Newsletter n. 314 dell’11 ottobre 2023

MAI PIÙ LA VENDETTA

Cari amici,
Non si uccidono i bambini. È questo il punto più alto della vendetta ed è il miraggio di una vittoria che, attraverso i piccoli si proietta sul futuro. E questo è ora l’orrore che soffre Israele (e il mondo con esso) dopo il racconto dei militari israeliani su ciò che hanno trovato nel kibbutz di Kfar Aza devastato da Hamas. E la conclusione non può essere che una sola: mai più la vendetta, mai più la vittoria nella soppressione dell’altro.
Ed ora dinanzi allo scempio che dilania la Palestina piangiamo su Gerusalemme, come racconta il Vangelo che fece Gesù dicendo: “Gerusalemme, se tu avessi conosciuto ciò che giova alla tua pace!”. Anche ora Gerusalemme non ha capito dove fosse la sua pace, ha creduto che fosse nella vittoria, mentre la guerra ora caduta su di lei è proprio il salario della vittoria.
Aveva vinto infatti Israele, o almeno così credeva, tanto che i partiti religiosi erano saliti al potere, dimentichi dei moniti a “non forzare il Messia”, e Netaniahu aveva istituito un “governo di annessione ed esproprio”, come scrive Haaretz, e anche il diritto interno era stato piegato, e le difese allentate, come se la pace fosse stata raggiunta, l’atto di fondazione fosse stato innocente e il problema palestinese fosse ormai cancellato e risolto.
A Israele non era bastato vincere tornando nella terra dei padri. Non era bastato occupare la Cisgiordania, non era bastato riaprire i kibbutz che ne erano stati espulsi, non era bastato aprire le terre occupate ai coloni, non era bastato demolire le case dei palestinesi e segregarli oltre muri e chekpoint, non era bastato salire a sfidarli sulla spianata delle Moschee, non era bastato sigillare le frontiere di Gaza e colpirla di embargo, come ora l’affama, le toglie l’acqua e la luce, ciò che l’ONU l’ammonisce a non fare. Israele voleva ormai anche negare, come ha fatto il suo ministro delle finanze Bezalel Smotrich in piena Europa, a Parigi, che i palestinesi esistano: «non esiste un “popolo palestinese”», aveva detto, si tratterebbe di una «finzione» elaborata un secolo fa per lottare contro il movimento sionista; dunque, causa finita.
Non ha capito Israele ciò che Raimundo Panikkar aveva letto in quei circa 8000 trattati di pace, scritti anche sui mattoni, che si sono susseguiti nella storia da prima di Hammurabi ai giorni nostri: che la pace non si raggiunge mai con la vittoria, sicché mentre l’inchiostro o i mattoni sono ancora freschi, già si approntano le lance e i cannoni, e prima o poi il vinto risorge e si vendica. Perciò Israele piange ora sulla vittoria e il rischio è che voglia vincere ancora, e procacciandosi sicurezze ancora maggiori, e devastanti per gli altri, quando il primo a piangere, nella sua tomba, è il premier Rabin, che al suo popolo voleva dare e stava per dare un’altra pace, fondata sulla riconciliazione e sul rispetto l’uno del volto dell’altro (secondo l’invito dell’ebreo Levinas), israeliani e palestinesi insieme: ma prima che la pace fiorisse, e perché non fiorisse, fu abbattuto da fuoco amico.
Ha scritto Ali Rashid, palestinese a Roma: “Come in una “discarica”, sono finiti a Gaza gli abitanti della costa meridionale della Palestina, vittime della pulizia etnica. Secondo i nuovi storici israeliani, per svuotare ogni città o villaggio palestinese furono compiuti piccoli o grande massacri, lo stesso è avvenuto nei luoghi dove sono sorte le nuove città e insediamenti intorno a Gaza che sono stati teatro degli ultimi eccidi compiuti da noi palestinesi. Mi addolora il fatto che abbiamo adottato il terrore e l’orrore che abbiamo subito per affermare il nostro impellente diritto alla vita. Ma questa catena di morte è inarrestabile? Eppure una volta eravamo fratelli.”
Noi dunque piangiamo con Israele su Gerusalemme, la città divisa che pur unisce due popoli nel dolore, e li abbracciamo nello stesso amore. Ma non così possono piangere quanti hanno concorso alle sciagure di oggi, e non solo in Israele, facendo propria e promulgando senza remore l’ideologia della vittoria, incurante della giustizia e tributaria solo della forza.
Nel sito pubblichiamo “Una voce da Gerusalemme”, il lamento di Ali Rashid e un articolo sulla piaga del militarismo di Richard E. Rubenstein. Pubblichiamo inoltre una riflessione sulla recente esortazione apostolica di papa Francesco sulla crisi climatica, e nel sito Biblioteca di Alessandria il testo di tale esortazione “Laudate Deum“.
Con i più cordiali saluti,

Costituente Terra (Raniero La Valle)
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“Israele-Palestina: fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la #Pace”
Appello dell’associazionismo democratico

“Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile Israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi. Siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione.
Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo Palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell’espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare.
La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese, sia Israeliana è assoluta.
Hamas deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità per il bene del popolo palestinese.
Israele non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani.
Il 7 ottobre segna una radicale svolta militare, di guerra, che porterà nuove vittime e nuovo odio senza risolvere le cause che, da quasi un secolo, travolgono la popolazione e la terra di Palestina e d’Israele. E’ evidente per di più il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere il Medio Oriente.
Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura.
Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue, con l’impegno di convocare, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, condizione che porrebbe fine all’occupazione Israeliana ed alla resistenza armata Palestinese, ristabilendo così le condizioni per la costruzione di società pacifiche e democratiche.
Noi, come componenti della società civile italiana ed internazionale, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie sociali Palestinesi ed Israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato.
Per questo lanciamo un appello alle associazioni e movimenti Palestinesi ed Israeliani a manifestare insieme, in Terra Santa, sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente.
Riprendiamo per mano la pace.

Assisi Pace Giusta

Rete Italiana Pace e Disarmo
Acli
Altromercato
Anpi
AOI – Associazione Ong Italiane
Arci
Arci Servizio Civile
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Associazione per il rinnovamento della sinistra
Assopace Nazionale
Auser
Beati i costruttori di Pace
Centro Studi Sereno Regis
Cisp
Cgil
CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
Coordinamento per la democrazia costituzionale
Emergency
Emmaus Italia Onlus
Fiom Cgil
Focsiv
Fondazione Lelio e Lisli Basso
Fondazione Fontana
Fondazione Giorgio La Pira e Centro Internazionale Studenti
Forum Trentino per la pace e i diritti umani
Glam Commissione globalizzazione ed ambiente della FCEI
Gruppo Abele
Gruppo Banca Etica
Idee per la sinistra
Ipri-Ccp
Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo
Legambiente
Libera
Libertà e Giustizia
Lunaria
Movimento Internazionale della Riconciliazione
Movimento Nonviolento
Nexus Emilia Romagna
Pax Christi
Portico della Pace Bologna
Pro Civitate Christiana
Rete NoBavaglio
Tavola della Pace
USAcli

Associazione Sulle Orme OdV
Comitato per la Pace di Terra di Bari
Coordinamento Democrazia Costituzionale Emilia Romagna
Erripa Centro Studi Achille Grandi
Fondazione Serughetti La Porta di Bergamo
Istituto Conestabile-Piastrelli di Perugia
Il mondo di Irene
Rete Pace di Rimini
Aladinpensiero (Associazione e News) Cagliari
Amici sardi della Cittadella di Assisi
CoStat
Democraziaoggi
CSS Confederazione Sindacale Sarda

(elenco in aggiornamento)

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