Editoriali
Lezione domenicale
di Gianni Loy
Sarà perché ho frequentato a lungo la Chiesa, ma ricordo che fin da giovane ho maturato anticorpi, così non mi sono mai lasciato suggestionare, e tantomeno convincere, da chi mi parla con il rosario in mano.
Sarà perché le chiese sono sempre meno frequentate che i missionari di oggi hanno ripreso ad andare per le strade, ad esibire croci, rosario e medagliette della madonna. Cercano di risvegliare il nostro sentimento di pietà, il nostro buon cuore, la nostra solidarietà.
In materia di emigrazione, per esempio. Si presentano – uno in particolar modo – in barba e camicia, per dirci che gli esuli africani e asiatici starebbero meglio a casa loro. Forse per risvegliare, in un sol colpo, pietà e solidarietà. Ma se sul congiuntivo ci ho già fatto la croce, anche il condizionale non mi convince più tanto: stanno meglio o potrebbero star meglio? Se “potrebbero star meglio” significa che a casa loro stanno male, nel senso che soffrono e muoiono, imbarcarli per riportarli indietro non mi pare la soluzione migliore.
Sempre nel nome del Signore, come ai tempi delle vecchie crociate verso il medio-oriente, agitano la guerra santa contro gli scafisti, i nuovi untori che incitano quanti starebbero meglio a casa loro a venirsene in Europa, nel paese di Bengodi. Come a dire che, se non fosse per questi mascalzoni, questi milioni di persone se ne sarebbero rimasti tranquilli a casa loro …
Fortuna che, proprio ieri, ho ascoltato la voce di un anticlericale, vestito di bianco, che si è affacciato alla finestra di una piazza romana poco dopo mezzogiorno. Senza mai nominare né Dio né la Madonna, ci ha offerto una ben diversa versione del fenomeno. Ci ha ricordato, prima di tutto, che milioni di persone sono costrette – ha detto proprio costrette – ad abbandonare il proprio paese, la propria casa, per cercare di sopravvivere. E ci ha ricordato che tutte queste persone hanno un diritto di vivere nella loro terra. Un diritto umano, fondamentale. Quel loro diritto viene violato, ogni giorno, da un sistema economico che li costringe ad andar via.
Cosa ci vengono a dire quei predicatori che, con aria compunta e sofferente, vorrebbero convincerci che se cingiamo il mare di filo spinato è solo per il loro bene? Non si tratta, quindi – secondo quell’umile signore che non sembra del tutto sprovveduto in materia di diritto e di economia, – di rispedirli, con le buone o con le cattive, a casa loro. Ma di prendere atto del perché tutto ciò accada, non sulla base della compassione ma dei diritti, e di porvi rimedio, se ne saremo capaci. E poiché si tratta di persone private del diritto di stare a casa loro, in attesa di cambiare il mondo, cioè gli egoismi che lo governano, il minimo che si possa fare è quello di accoglierle dignitosamente queste persone, che, guarda caso, quel predicatore in barba e camicia che sventola il crocifisso, non chiama mai con il loro nome: fratelli e sorelle.
Devo dire che il ragionamento di quel vecchio anticlericale che, con voce sempre più stanca, si affaccia quasi tutte le domeniche da una finestra romana, mi convince.
(25.9.2023) Gianni Loy
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Costituente Terra Newsletter n. 132 del 20 settembre 2023 – Chiesadituttichiesadeipoveri Newsletter n. 313 del 20 settembre 2023
LA DIFESA DEI CONFINI
Cari amici,
il Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha inserito nel decreto-legge per gli aiuti al Mezzogiorno nuove norme di contrasto all’immigrazione, ciò che nel linguaggio di Giorgia Meloni significa “la difesa dei confini”. Finora si intendeva come difesa dei confini il contrasto alle invasioni armate. Ma i profughi non sbarcano sulle nostre coste facendosi ragione con le armi, quindi non si possono mandare le Frecce Tricolori a bombardare i barchini, né fare con le navi da guerra il blocco navale, né spedire la Folgore per sbarrare i porti né si possono schierare i carri armati Ariete e Leopard sulla spiaggia dell’isola dei Conigli a Lampedusa, dove a sbarcare sono le tartarughe che vengono a deporvi le uova. Sicché, venuta meno la difesa avanzata dei confini, il governo ha deciso una difesa arretrata decretando l’istituzione in tutte le regioni, di concerto con il ministro della Difesa, di centri di detenzione che dovranno essere messi “in località scarsamente popolate”, facili a delimitare e “facilmente sorvegliabili”, cioè in prigioni o lager dove i reclusi potranno essere ristretti fino a un anno e mezzo, prima dell’espulsione. C’è però un problema, che si è posto il prefetto di Agrigento dopo che due o trecento profughi erano scappati dal centro di Porto Empedocle per cercare cibo ed acqua nella città vicina; poiché tecnicamente gli evasi non erano in stato di detenzione, si è chiesto il prefetto, come faccio a riacchiapparli? E così si scopre che è stata istituita una nuova figura giuridica, quella di detenuti con diritto di fuga, salvo ad essere poi riacciuffati dalla polizia, se no si disperdono nel territorio.
Che cosa si intende quindi per “difesa dei confini”? L’immagine più rappresentativa è quella che la Stampa ha definito “un video-choc”, della polizia francese che aggredisce una famiglia ivoriana con donna incinta e un bambino in braccio al padre sul treno Cuneo-Ventimiglia per farli scendere alla stazione di Breil. Altri modi di difendere i confini sono quelli della polizia di frontiera francese che respinge ed espelle decine di minori non accompagnati falsificandone perfino i dati anagrafici per spacciarli come maggiorenni.
Ma poi c’è l’invenzione della Meloni e della Von der Meyen di dare soldi in cambio di migranti al presidente tunisino, e di fare accordi per ricollocare i profughi comunque sbarcati in Europa nei lager libici o ributtarli nel deserto del Sahara; e queste sono due donne che orgogliosamente rivendicano di essere madri, la Meloni se ne gloria in spagnolo (“yo soi madre”), la Von der Meyen ha sette figli tra cui due gemelle: esse giustamente difendono la natalità e la famiglia, ma la loro, non quella delle altre. C’è poi da dire che le nuove misure decretate in Italia dal governo hanno anche un sapore razzista perché destinate a colpire soprattutto profughi di pelle scura, e bisogna stare attenti a questo in tempi in cui in Europa ci si scambia accuse di nazismo.
Ma se la risposta alla tragedia dei migranti viene iscritta nel capitolo della difesa dei confini, è proprio l’istituto dei confini, celebrati finora come sacri e inviolabili, che bisogna riformare. Finora la riforma è stata quella di liberalizzare e aprire le frontiere alle ricchezze e alle merci, ma non alle persone; ora si tratta di destinare i confini non a circondare territori chiusi e presidiati da sovrani l’un contro l’altro armati, che si sbranano tra loro come oggi accade, ma a delimitare dei grandi spazi giuridici, degli ordinamenti comunicanti tra loro, dotati di legislazioni specifiche ma subordinate a un costituzionalismo di diritti e di garanzie fondamentali a tutti comune. In questo quadro, la libertà di movimento dovrebbe essere riconosciuta come un diritto fondamentale tra questi spazi giuridici aperti. E per evitare migrazioni di massa occorrerebbe una bonifica dei rapporti economici tra gli stati, compreso il debito, in prospettiva mondiale. A vigilare sulla sicurezza dei confini dovrebbero essere eserciti anche nazionali, ma nella forma dei caschi blu come sono previsti dal capitolo VII dello Statuto dell’Onu. A questo compito è chiamata la politica, e a proporlo come nuovo modello per il mondo può essere un grande soggetto politico: e proprio questo dovrebbe essere l’Europa, se si converte, e proprio questo è il cimento a cui essa dovrebbe essere chiamata nella prossima competizione europea.
Non è la sostituzione etnica che si dovrebbe temere, ma piuttosto la catastrofe etica dei valori universalisti dell’Europa e dell’Occidente.
Costituente Terra
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Nel sito di Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri viene pubblicato l’importante discorso sull’armonia tra le religioni, pronunciato da papa Francesco al recente incontro interreligioso in Mongolia.
Con i più cordiali saluti,
Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri
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È online il numero 19/2023 di Rocca
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È online il n.19 della Rivista Rocca, a cui ci lega un antico e sempre attuale rapporto di collaborazione. Su gentile concessione del nostro amico direttore Mariano Borgognoni, che ringraziamo, ne pubblichiamo l’editoriale.
Memoria e politica
di Mariano Borgognoni su Rocca 19/2023
(21 Settembre 2023)
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di Marco Meloni Lai
In Italia si sta normalizzando e legalizzando l’inumanità e la violazione dei diritti umani più elementari.
I migranti sono persone. I migranti minorenni sono persone minorenni. Le invasioni nazi-fasciste sono venute ad opera militare dopo che buona parte dell’Occidente aveva normalizzato, accettato e riprodotto logiche razziste e suprematiste provenienti da Italia prima e Germania dopo, non da parte di chi fugge da un continente affamato da secoli di colonialismo, guerre e sfruttamento.
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