Documentazione. Convegno in occasione del X anniversario della visita di Papa Francesco in Sardegna.

b7f543e1-1c75-4296-9bc2-bfe05a39431a Pubblichiamo l’indirizzo di saluto pronunciato da Franco Meloni in rappresentanza degli “Amici sardi della Cittadella di Assisi”. Ringraziamo l’Associazione e l’UCSI per avercelo concesso.
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img_4301Indirizzi di saluto a nome degli
“Amici sardi della Cittadella di Assisi”


Nel portare i saluti della nostra Associazione “Amici sardi della Cittadella di Assisi” mi preme ringraziare l’UCSI e in particolare l’amico presidente Andrea Pala, per l’invito a questo convegno che noi consideriamo un’occasione importante per rinnovare il nostro impegno di persone singole e di comunità sulla base delle indicazioni di Papa Francesco. Ci chiediamo cosa è successo nel mondo e dalle nostre parti a dieci anni della sua visita a Cagliari, che coincidono con i dieci anni del suo pontificato. Ebbene, dobbiamo constatare che dopo dieci anni la situazione complessiva, del Mondo e della nostra Regione è decisamente peggiorata. Sorge quindi conseguente la domanda “Che fare?”, a partire evidentemente da noi stessi.
Ma consentitemi di dire in premessa poche parole sulla nostra Associazione: nasce da un gruppo di amici, oggi in gran parte alle soglie dei settant’anni e oltre, che da studenti delle scuole superiori fece esperienza di comunità alla fine degli anni 60, sotto la guida spirituale di padre Agostino Pirri, frate francescano OMF, che il giugno scorso ci ha lasciati all’età di 93 anni. Segnati positivamente da quella (ormai antica) esperienza ci siamo ritrovati, da oltre dieci anni, e ci ritroviamo da allora periodicamente per parlare dei problemi del nostro tempo e per ascoltare – da Agostino prima e ora da altri suoi confratelli – qualche passo evangelico, che al di là delle scelte personali di ciascuno fa sempre bene, ci corrobora e ci aiuta nel nostro percorso di vita. Abbiamo pertanto costituito un’entità non esclusivamente religiosa: amiamo definirci come un gruppo composto da credenti, da non credenti e da diversamente credenti.
Nella nostra vita associativa abbiamo organizzato, in collaborazione con altre associazioni e coinvolgendo i giovani, diversi incontri pubblici sulle tematiche della Pace, dell’ambiente, delle migrazioni, della situazione sociale ed economica del mondo, del nostro paese, della nostra Sardegna.
Come prima dicevo, abbiamo scelto di riflettere su tutte queste e altre problematiche, avendo come riferimento soprattutto il pensiero di Papa Francesco, attraverso le sue encicliche, esortazioni, omelie, documenti… Nel periodo della pandemia, collegati in rete, abbiamo letto e commentato la Laudato si’ e la Fratelli tutti.
Un nostro legame stabile è con la Pro Civitate Christiana di Assisi, che molti di noi hanno assiduamente frequentato (fin dal lontano 1968), e quando possiamo tuttora alcuni di noi partecipano alle sue iniziative (convegni e corsi di formazione) ad Assisi. Inoltre seguiamo e sosteniamo il quindicinale della PCC Rocca.
Sta dunque qui la ragione del nome che ci siamo dati.
Dicevo che in questo Convegno (e oltre) intendiamo interrogarci, insieme, sul “Che fare?”, attenti a dove va il mondo, e a come si comportano quanti ne decidono le sorti [ma non solo essi, perché anche noi (ciascuno di noi) siamo coinvolti], nell’intento di contribuire a cambiare lo stato di cose esistente. Abbiamo ben presente l’ammonimento di Papa Francesco: “Cogliamo la crisi epocale che attraversiamo come opportunità per uscirne migliori, sapendo che potremmo uscirne peggiori”. Purtroppo allo stato constatiamo la preponderanza proprio dei cambiamenti in negativo: le guerre, l’accrescersi delle disuguaglianze, l’aumento spaventoso delle povertà, gli sprechi nel riarmo, la devastazione dell’ambiente… E l’esortazione di Papa Francesco “non lasciatevi, non lasciamoci, rubare la Speranza”, che a Cagliari è stato il leitmotiv dei suoi interventi e che tuttora non manca occasione di ripeterci, si appalesa come un percorso disperatamente accidentato, quasi impossibile, nel momento in cui crescono rassegnazione e senso d’impotenza. Ci chiediamo insieme con il Papa: il sistema capitalistico disumano, dell’economia che uccide, è davvero irriformabile? Dobbiamo rassegnarci alla distruzione della Terra e all’estinzione dell’Umanità? Con Papa Francesco speriamo di no! È allora possibile un’alternativa? Spes contra Spem: dobbiamo costruirla! Sapendo che non ricominciamo da zero. Non dobbiamo, non possiamo certo rassegnarci, almeno come cristiani. Perché nonostante tutto, è evidente che come cristiani non deve esistere il disimpegno, anzi aumentano le nostre responsabilità. I percorsi sinodali della Chiesa Universale e delle nostre Chiese locali dovevano e ancora devono servire anche per ripartire con rinnovato impegno. Speriamo che anche da questo convegno (e oltre) arrivi qualche buon segnale in senso positivo: ciò che Papa Francesco vuole da noi.
Grazie e buon lavoro!

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