Michela Murgia

Michela Murgia, questo governo è fascista, si vede dalle scelteMichela Murgia
12 Agosto 2023
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ho incontrato Michela Murgia circa 25 anni fa ad Iglesias. Nell’aula consiliare l’instancabile Gianluca Medas aveva organizzato una rappresentazione su Sugismondo Arquer. Sue letture e due interventi per illustrare la vita e la figura del grande intellettuale sardo, mandato a fine “600 al rogo dalla Santa Inquisizione a Toledo. Michela fu invitata da Medas […]
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La ricerca e la fede. Michela Murgia e quella sete di assoluto
Alessandro Zaccuri venerdì 11 agosto 2023 su Avvenire.
- Altri articoli su Avvenire online.
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Michela Murgia, teologa e cattolica queer: una fede forte e fuori dagli schemi. “Quando incontrò Papa Francesco era commossa”
Su Il fatto quotidiano.
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img_3999[Stefano Puddu Crespellani, su fb] La Sardegna ha fatto nascere poche persone capaci di generare, per la sua morte, un’ondata di commozione sincera paragonabile a quella di Michela Murgia, al punto da espandersi in modo istantaneo e dirompente al di là della sua nazione di origine e di quella d’adozione, per giungere a nazioni vicine, com’è il caso —e posso darne testimonianza— della Catalogna, che ha reagito in modo immediato su pubblicazioni on-line, sulle reti sociali, sui profili di scrittori, lettori, giornalisti. E vedremo quale ripercussione avrà in Francia, dove Michela è molto apprezzata, sia per Accabadora sia, forse ancor più, per “une relation dangereuse”, la traduzione di Chirù. È un cordoglio trans-nazionale per una persona dotata non solo di un enorme talento di scrittura, ma di un coraggio intellettuale e di una visione “politica” (nel senso di “globale”) come poche ne abbiamo avuto e poche ne avremo.
Chi ha avuto il privilegio di esserle amico, inevitabilmente sente che la relazione con lei è l’aspetto più importante, ricco e felice da serbare nel ricordo; ma non è di questo che occorre scrivere: ciò di cui invece c’è bisogno di parlare è del suo discorso pubblico, della profondità politica di tutto ciò che ha detto e ha fatto nella sua intera traiettoria vitale —spesso divertendosi anche molto, cosa che va tutta a suo onore e vantaggio—.
La sua grande scommessa, di normalizzazione politica dell’indipendentismo, ha una portata che va ben oltre i risultati, pur buoni, ottenuti da Sardegna Possibile nel 2014: Michela Murgia ha saputo rompere un pregiudizio di subalternità autoimposto e rimettere al centro del dibattito la capacità di immaginare un futuro diverso in modo condiviso. Ciò che una legge elettorale cinica e bara le ha impedito di ottenere in termini di seggi alla RAS, è diventato comunque un elemento di opinione diffusa, come molte altre idee che lei è riuscita a “sbloccare” nel discorso collettivo e anche nelle convinzioni personali. A questo proposito, vorrei segnalare alcuni libri che non appaiono nelle sintesi bibliografiche che si leggono in questi giorni, come per esempio “Futuro interiore”, un piccolo saggio sul rinnovamento della politica a mio parere letto troppo poco; o il libro “Siamo tempesta”, una riflessione sull’intelligenza cooperativa e sulla leadership relazionale, in definitiva su un uso intelligente del potere; libro che, a sua volta, è stato concepito e realizzato in forma collaborativa da un equipe in cui autrice, editor, grafico e altre figure complementari discutevano e creavano insieme ogni aspetto del prodotto finale. Perché Michela credeva nell’importanza di una integrazione tra ciò che dici, ciò che fai e ciò che sei. In quel libro si parla, tra le altre cose, della trama impressionante di cooperazione clandestina che ha reso possibile, in occasione del referendum di indipendenza della Catalogna del 1 Ottobre del 2017, che arrivassero urne e schede a tutti i seggi, nonostante la proibizione del governo spagnolo e le ricerche affannose dei corpi di sicurezza dello Stato. Lei capiva benissimo che l’unica forza che, come cittadini, possiamo opporre ai meccanismi di coercizione del potere costituito, sono quelli dell’intelligenza e della creatività condivisa, un “potere insieme” che è qualitativamente irriducibile ai modelli di “potere contro”, che finiscono sempre per cedere alla specularità, cioè per assomigliare troppo al potere che volevi superare. Segnalo, infine, l’introduzione al libro di Marina Garcés “Nuovo illuminismo radicale” (Nutrimenti), che Michela Murgia ha scritto con una incisività e una passione che si sposano benissimo con la finezza di pensiero e l’urgenza del messaggio espressi dalla filosofa catalana.
Per non dire, poi, di quanto fosse convincente e forte Michela Murgia nel parlare, a partire dal magnetismo della sua voce di velluto, ma sempre con grande precisione nel dire con coraggio ciò che molti pensavano ma nessuno osava dire. Alcune di questi interventi sono stati trascritti e sarà un buon modo di renderle tributo quello di cercarli e di rileggerli. Perché la sua intelligenza era sempre uno stimolo enorme per la nostra. Uno stimolo al coraggio, innanzitutto, alla passione per le idee, all’onestà intellettuale. Tutte cose di cui c’è sempre un gran bisogno. Ed è per questo che hanno senso i ricordi e le testimonianze anche qui, sul web, ha senso il rito del vivere insieme questo momento in cui farci reciprocamente compagnia, davanti a un dolore che ci lascia storditi, come per una bastonata (un sentimento che ho vissuto di recente, con la scomparsa di Daniela Zedda, amica che pure ho amato molto e della quale, invece, sono stato incapace di scrivere alcunché); è il senso del riuscire a fare insieme quello che da soli non ci riesce: assorbire il colpo dell’irreparabile e mantenere vivo in noi questo esempio straordinario di libertà e coraggio. Ciao Michela.
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