«Intelligenze artificiali e pace» il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace il primo gennaio 2024
TRA ALGORITMI E CUORE: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SIA STRUMENTO DI PACE
[Da Famiglia Cristiana 10/08/2023] Che le nuove tecnologie siano a servizio della casa comune. Il tema del messaggio della prossima Giornata mondiale che si svolgerà il primo gennaio 2024 reso noto dal Dicastero per lo sviluppo umano integrale
di Annachiara Valle su Famiglia Cristiana.
Sarà dedicato al tema «Intelligenze artificiali e pace» il messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace che si svolgerà il primo gennaio 2024. «I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia», sottolinea la nota il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha divulgato il tema, «Papa Francesco sollecita un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti. Egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi».
Il Dicastero aggiunge che «l’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune, esige di estendere la riflessione etica all’ambito dell’educazione e del diritto. La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo».
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Comunicato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: Tema del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024, 08.08.2023
“Intelligenze artificiali e Pace”. Questo è il tema del prossimo Messaggio della Giornata Mondiale della Pace.
I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia.
Papa Francesco sollecita un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti. Egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi. L’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune, esige di estendere la riflessione etica all’ambito dell’educazione e del diritto.
La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo.
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“Artificial Intelligence and Peace”. This is the theme of the next Message of the World Day of Peace.
The remarkable advances made in the field of artificial intelligence are having a rapidly increasing impact on human activity, personal and social life, politics and the economy.
Pope Francis calls for an open dialogue on the meaning of these new technologies, endowed with disruptive possibilities and ambivalent effects. He recalls the need to be vigilant and to work so that a logic of violence and discrimination does not take root in the production and use of such devices, at the expense of the most fragile and excluded: injustice and inequalities fuel conflicts and antagonisms. The urgent need to orient the concept and use of artificial intelligence in a responsible way, so that it may be at the service of humanity and the protection of our common home, requires that ethical reflection be extended to the sphere of education and law.
The protection of the dignity of the person, and concern for a fraternity effectively open to the entire human family, are indispensable conditions for technological development to help contribute to the promotion of justice and peace in the world.
[01215-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]
[B0555-XX.01]
——————————Costituzione Via Maestra————
DIFENDERE LA COSTITUZIONE IL 7 OTTOBRE
Da Milano arriveremo in molti a Roma per la manifestazione nazionale “LA VIA MAESTRA- Insieme per la Costituzione, non solo perché tra le organizzazioni che hanno firmato ce sono alcune di cui sono associato da più di un decennio e di altre sono stato addirittura tra i fondatori, ma perché in contrasto agli attacchi alla Costituzione è uno dei miei impegni permanenti, come dimostrano i miei scritti e le azioni giudiziarie.
Proprio perché la manifestazione deve riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica, non solo le minoranze attive e militanti, anche attraverso i mezzi di informazione e comunicazione generali e di massa devo esprimere una perplessità, che è anche una seria preoccupazione perché nell’appello non c’è una parola sulla legge elettorale.
Se è una dimenticanza è sorprendente, perché è stato definitivamente accertato dalla Corte Costituzionale con una sentenza, la n. 1/2014 di annullamento parziale della legge n. 270/2005, più conosciuta come il Porcellum, che abbiamo rinnovato il Parlamento nel 2006, 2008 e 2013 con una legge incostituzionale non in aspetti secondari ma per l’assegnazione di un premio di maggioranza e la previsione di liste di candidati totalmente bloccate. Non solo maggioranze costituzionalmente illegittime hanno adottato, grazie all’imposizione al Camera dei Deputati di tre voti di fiducia a richiesta del Governo, una nuova legge elettorale, la n. 52/2015, dichiarata costituzionalmente illegittima in parti qualificanti prima che fosse mai applicata, con la sentenza n. 35/2015.
È sufficiente una lettura di queste due sentenze per capire che non è indenne da problemi di costituzionalità anche la terza legge elettorale, la n. 165/2017, con cui abbiamo votato nel 2018 e nel 2022, con le modifiche della legge n. 51/2019 e gli effetti gravemente distorsivi del taglio medio del 36,50% dei parlamentari.
Basta un dato la coalizione vincente con un consenso del 43,79% alla Camera ha 237 seggi su 400 ha più del 59% dei seggi e al Senato con il 44,02% 115 su 200 elettivi, il 57,5% dei seggi.
Se è stata una scelta è grave e non solo perché non è stata motivata o almeno enunciata come riflessione in corso ovvero come segno di una mancanza di un’ idea di riforma condivisa.
Tra il centinaio di organizzazioni, che hanno indetto una Manifestazione nazionale per la difesa della Costituzione, non figura nessun partito politico, malgrado l’art. 49 della Costituzione e gli articoli 10 par. 4 TUE, 224 TFUE e 12 CDFUE, che li individuano come soggetti essenziali per determinare, come strumenti di partecipazione dei cittadini, la politica nazionale ed europea.
Se è una scelta per non mettere in imbarazzo i partiti, responsabili delle leggi elettorali e del taglio eccessivo dei parlamentari, sarebbe ancora più grave perché senza una critica a una legge elettorale vigente frutto dei governi Gentiloni e Conte 1 e delle mancate promesse del Conte 2 non è credibile la difesa della Costituzione, ma anche l’opposizione a Presidenzialismo/Semipresidenzialismo/ Premierato , che sono cose diverse: hanno in Comune solo l’elezione diretta del Presidente della Repubblica o del Premier, quest’ultima soluzione la maggioranza in Parlamento anche per l’apporto di settori non di maggioranza.
I vincitori delle ultime elezioni hanno nel Parlamento in seduta comune il 58% dei seggi, decisivi per l’elezione di un Presidente della Repubblica o per controllarlo ex art. 90 Costituzione. Se l’ottimo Presidente in carica si agitasse, questa maggioranza potrebbe richiamarlo o eleggere, anche grazie ai 31 delegati regionali su 58, alla quarta votazione un burattino al suo posto se lasciasse.
Non è credibile nemmeno la giusta e netta opposizione all’Autonomia differenziata, senza questa maggioranza artificiale non sarebbe neppure iniziata
Tutto ciò grazie ad una legge elettorale incostituzionale per violazione dei principi della sentenza della Corte costituzionale, in particolare della sentenza costituzionale n. 1/2014 Considerato in diritto paragrafi 3.1 e5.1. Si tenga presente che il primo paragrafo riguarda l’uguaglianza del voto e il secondo la sua libertà dell’elettore e la personalità del voto dell’elettore al candidato quindi violazione grave degli articoli 3, 48 e 51 Cost, e anche degli artt. 6, 56, 58 e 67 Cost. Se gli elettori non possono scegliere i candidati, questi se eletti non possono rappresentare la Nazione ( con iniziale maiuscola come Patria) senza vincolo di mandato, ma saranno agli ordini dei partiti che li hanno nominati con le liste bloccate e le multicandidature in violazione dell’art. 49 della Costituzione come dice in un passaggio la Suprema Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 12060/2013 di rinvio alla Consulta del Porcellum.
Ci sono poi le violazioni delle minoranze linguistiche gravissime nella legge elettorale europea che ne riconosce solo tre ignorando le altre 9 tutelate dalla legge n. 482/1999 di attuazione dell’art. 6 COST, che sono penalizzate anche dal Rosatellum se vivono come l’albanese in sei regioni a statuto ordinario (Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo) il grecanico in due (Calabria e Puglia) e l’occitano in Piemonte.
Se non si contesta per incostituzionalità la legge elettorale significa non accettare il risultato elettorale con una legge non approvata solo da Fratelli d’Italia, una posizione debole e controproducente. Bisogna essere pronti a presentare riforme della procedura di approvazione degli emendamenti costituzionali e del referendum ex art. 138 Cost. per potere far rispettare l’art. 139 Cost e la sentenza n. 1146/1988. e se passa il premierato cambiare il metodo di elezione del Capo dello Stato.
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Seguendo l’appello La via Maestra
[Redazione Sbilanciamoci!]
30 Luglio 2023 | Sezione: Italie, primo piano Sbilanciamoci.
Il titolo dell’Altra Cernobbio (*) di quest’anno (La strada maestra) prende ispirazione dalla iniziativa “ La via maestra”, promossa dieci anni fa da Rodotà, Landini, Zagrebelsky, Carlassarre, don Luigi Ciotti. A dieci anni di distanza, ripubblichiamo il testo dell’appello.
LA VIA MAESTRA
1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch’essa sancisce?
Invece, si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l’idea che questa Costituzione sia superata; che essa impedisca l’ammodernamento del nostro Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s’è fatta strada l’idea che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo della sostituzione del governo della “tecnica” economico-finanziaria al governo della “politica” democratica. Così, si spiegano le “ineludibili riforme” – come sono state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all’altra.
La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.
2. Eppure, per quanto si sia fatto per espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la volontà di cambiarla, la Costituzione in questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo dell’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come espressione di vuota ideologia. Oggi, riscopriamo il valore dell’uguaglianza, come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell’art. 3 della Costituzione: un articolo a lungo considerato un’anticaglia e sostituito dall’elogio della disuguaglianza e dell’illimitata competizione nella scala sociale. Oggi, la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato. Oggi, il dovere tributario e l’equità fiscale, secondo il criterio della progressività alla partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall’art. 53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d’ogni possibile legame di cittadinanza, dopo tanti anni di tolleranza, se non addirittura di giustificazione ed elogio, dell’evasione fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l’idea di società giusta che la Costituzione ci indica.
Negli ultimi anni, la difesa di diritti essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei diritti sindacali, alla protezione della maternità, all’autodeterminazione delle persone nei momenti critici dell’esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che nelle iniziative legislative e di governo. Anzi, possiamo costatare che la Costituzione, quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i discorsi di politica suonano sempre più freddi; i discorsi di Costituzione, sempre più caldi, come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche. Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio, più elevato e lungimirante di quanto non si faccia abitualmente nel linguaggio della politica d’ogni giorno.
In breve: mentre lo spazio pubblico ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si svuotava di senso costituzionale, ad esso è venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente.
3. C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue.
Anche noi abbiamo le nostre “ineludibili riforme”. Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per cambiarla.
Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky
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