Addio a Michela Murgia
Ce lo aveva detto con disarmante (per noi) sincerità, ma speravamo in un miracolo, e, invece inesorabilmente la morte si è presentata togliendole la vita a soli 51 anni. Che profonda tristezza per una grande sarda che lascia un vuoto nel mondo e soprattutto in Sardegna. Personalmente (e in numerosa compagnia) l’avrei voluta governatrice della Sardegna, quando nel 2014 si presentò alle elezioni sarde, perdendo, ma con un grande successo di oltre il 10 per cento di voti dei sardi, che però per la pessima legge elettorale sarda non le hanno consentito neppure di entrare in Consiglio regionale. Un vero peccato. L’avremmo voluta assessora della Giunta di centrosinistra: avanzammo anche questa richiesta (senza interpellarla), ma, si sa, il sistema partitico troppo spesso non è fatto per i migliori! Bravissima scrittrice, donna libera e coraggiosa, puntigliosa polemista, senza sconti per nessuno, neppure per la sinistra, a cui indiscutibilmente apparteneva. Fieramente e irriducibilmente antifascista (come Emilio Lussu), strenuamente schierata a difesa delle donne e per il rispetto di tutte le diversità. Credente e capace di profonda religiosità che la rendeva ancor più vicina al popolo. Devo dire che non sempre mi sono trovato d’accordo con le sue posizioni, ma nella stragrande maggioranza dei casi le ho condivise e apprezzate. Non ho ricordi personali di Michela Murgia, salvo per averla incontrata diverse volte in occasione della richiamata campagna elettorale del 2014: in particolare ricordo piacevolmente il suo sorriso, la sua stretta di mano e il suo Grazie, quasi ci conoscessimo da sempre, quando con Gianni Loy ci recammo a un suo incontro elettorale in un locale di viale Diaz a Cagliari. Addio Michela. Il tuo passaggio in questa vita resterà per noi e per tutti per un tempo ragguardevole, “il nostro per sempre”!
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