Dibattito. Verso le elezioni sarde
Cari indipendentisti…
di Giorgio Seguro.
Io credo che la costellazione dei movimenti indipendentisti, non raramente in contrasto tra di loro, compiano l’errore, pur nella nobiltà dei loro valori, di considerare l’indipendentismo un punto programmatico di partenza, anziché di arrivo.
Da qui, la difficoltà di accordi solidi tra di loro e la scarsa presa che diverse e ripetute tornate elettorali hanno dimostrato di avere sui sardi in generale.
E, con tutto rispetto e anche rammarico, mi pare poco realistico accreditare una lista di questi movimenti (spesso, ahimè, ripeto, l’un contro l’altro armati!) di un potenziale 8% di elettorato!
Io credo che la lotta per un progressivo, seppur lento, cammino verso il più alto livello di riconoscimento della specificità della nostra sardità, non possa che passare per tappe, per accordi, chiari, per quanto faticosi, compromessi all’interno di una coalizione di sinistra, dove venga pattuito un impegno solido volto a ottenere:
1) il riconoscimento del bilinguismo a partire dall’insegnamento nelle scuole della lingua sarda e della nostra storia plurimillenaria (passo che prevede anche la formazione di un corpo docente di qualità);
2) l’utilizzo sostanziale anche della lingua sarda nelle pubbliche amministrazioni;
3) il riconoscimento intangibile della non ingerenza da parte dei “poteri romani” (compresi i partiti di sinistra!) nella scelta della classe dirigente politica sarda;
4) una rivendicazione “feroce” verso lo Stato sul superamento della intollerabile situazione energetica e dei trasporti interni ed esterni;
5) una “feroce” battaglia contro le servitù militari che devastano il nostro suolo;
6) la scelta del candidato presidente della RAS dovrebbe passare per una consultazione del popolo della sinistra con inserimento tra i candidati anche di leaders indipendentisti.
Questi sono i punti che mi vengono in mente.
Credo che essi potrebbero assumere maggiore forza programmatica solo all’interno di una coalizione potenzialmente vincente alle prossime regionali.
E, ancora, ritengo che ci sarebbero maggiori possibilità di trovare ascolto, rispetto al passato, tra i semplici elettori anche delle tematiche indipendentiste (senza impiccarci sul correttissimo uso della parola!).
Quale mezzo efficace hanno le stesse utilizzato sinora per essere accolte e considerate tra i sardi?
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Condivido il suggerimento ai compagni dell’arcipelago indipendentista: nel rispetto delle vs posizioni (tra l’altro tra voi differenziate), fate una o più liste dentro l’unica coalizione di centro sinistra! Altrimenti correte il fischio schiantarvi. E sarebbe un guaio per tutti!
Nonostante la lista unica di tutta l’attuale opposizione, dentro e fuori il Consiglio regionale, sarebbe un miracolo, noi insistiamo. Anche perché crediamo che i miracoli possano avverarsi. Non sembri blasfemo, ma per questa nobile finalità pregheremo Sant’Efisio, perché come ha liberato Cagliari dalla peste nel 1652, liberi la Sardegna dal governo del centro destra che sta procurando solo guai alla Sardegna!
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RIF.: http://www.arcisantefisio.it/dalla-peste-al-voto.html#:~:text=Nel%201652%20in%20Sardegna%20infuriava,sempre%20Cagliari%20e%20i%20suoi%20cittadini.