Che succede in Spagna e in Europa?

50ee1f07-1130-46ba-a88d-8f37e86af43eLe elezioni generali spagnole lasciano grandi incertezze sul futuro governo del paese.
SPIEGONE:
Il Partido Popular, partito di destra, vince le elezioni come previsto, in termini di seggi (136, 47 in più del 2019) e voti (33,05%), tuttavia la somma dei suoi seggi con quelli del suo partner politico di estrema destra Vox (33, 19 in meno che nel 2019) non gli permettono di formare un governo (occorrono 176 deputati per raggiungere la maggioranza). La loro campagna ed identità si basa su una visione unitaria e uniforme della Spagna, in pieno scontro con le forze indipendentiste e con un paese plurale: difficilmente raccoglieranno altri voti per formare una maggioranza (tranne quello dell’UPN, presumibilmente).
Il PSOE, partito socialista, raggiunge il 31,70% (122 deputati, 2 in più del 2019) e Sumar, nuova formazione che ri-organizza la sinistra il 12,31% (31 deputati). Lo fanno con una rimonta che sarebbe stata impensabile dopo le elezioni comunali e regionali di fine maggio: il PSOE cresce, Sanchez si afferma comunicativamente come il leader del centro-sinistra europea del decennio, e Sumar rinasce dalle ceneri di Podemos (per nulla scontato) con una proposta genuinamente plurale e di sinistra.
I partiti indipendentisti ed autonomisti si confermano in País Vasco (Euskal Herria) ma riducono notevolmente la loro rappresentanza in Catalunya e ottengono pochi seggi nel resto delle Comunità (come in Asturias). Hanno sicuramente pagato la polarizzazione, il forte richiamo al voto utile (per fermare il franquismo) ed una ridotta capacità di differenziazione.
I deputati di PSOE, Sumar e le altre forze regionaliste progressiste/di sinistra (anche con appoggio esterno) potrebbero ottenere i numeri per formare un governo ma solo con l’astensione di JxCAT (destra catalana indipendentista): non impossibile ma poco probabile e, in ogni caso, sarebbe un governo altamente precario.

La Spagna non ha sconfitto la destra (come riportano stamane molti commenti nostrani), l’ha fermata (la grande crescita del PP lo dimostra). Non è poco, ma non è la stessa cosa.
Ora si apre una nuova partita politica, contendibile.
La sinistra spagnola può offrire spunti importanti, nelle politiche e nelle proposte, ma occhio alle analisi piatte e alla tentazione esterofila che ci porta ad esultare per risultati parziali e complessi (per quanto mi renda conto che in Italia ci sia grande bisogno di speranza antifascista).

Disclaimer: questa è la mia lettura da ricercatore in Scienze Politiche, con pubblicazioni su casi di studio in Spagna, ma anche con una collocazione politica di sinistra e federalista (ognuno ha una propria posizionalità, l’importante è esplicitarla).

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