Il Vescovo Luigi Bettazzi
Ricordo di un amico
di Enzo Bianchi
Il Vescovo Luigi Bettazzi è sempre stato un grande amico, mio personale e della comunità di Bose. Negli anni ’60, quando ero solo a Bose, e in seguito, quando la fraternità nascente era vista negativamente per la presenza di cristiani cattolici, protestanti e ortodossi, lui veniva a trovarmi: partecipava alla nostra preghiera e accoglieva l’invito alla nostra tavola, consolandoci e confermandoci nella fede e nella vocazione monastica. Negli anni successivi mi coinvolse in molte iniziative ecclesiali facendomi partecipare come relatore ai tre sinodi diocesani e ad altre assemblee pastorali.
È poi sempre tornato con regolarità a Bose, di solito il 15 agosto, festa di Maria Assunta, e in occasione degli incontri e dei convegni ecumenici. Quando è avvenuto l’allontanamento da Bose di me, di altri due fratelli e di una sorella ha cercato la riconciliazione tra noi e la comunità recandosi anche a Bose e incontrando il priore allora in carica e l’economo, senza trovare una porta aperta dall’altra parte. È venuto anche più volte a Torino a pranzo da me mostrandomi sempre amicizia fedele e fraternità ecclesiale.
Ieri, alla notizia che era giunta la sua ultima ora, mi sono recato da lui, al suo letto di morte. Era lucido, gli occhi ancora aperti e subito mi ha mostrato la sua gioia stringendomi la mano. C’era anche il Vescovo di Biella, mons. Farinella. Bettazzi ha preso le sue mani, le ha incrociate con le mie e ha evocato la riconciliazione: voleva che il Vescovo facesse di tutto per la riconciliazione tra la comunità e i fratelli allontanati. Poi si è segnato con il segno della croce. Abbiamo pregato il Padre Nostro, il Magnificat e il Vescovo ha letto le Beatitudini. È anche intervenuto il Vescovo di Ivrea, mons. Cerrato.
Poi Giuliana è tornata per bagnargli le labbra con acqua mentre io gli tenevo la mano nella mia. A un certo punto ho pregato dal rito della morte: “Parti anima cristiana nel nome del Padre che ti ha creata, nel nome del Figlio che ti ha redenta, nel nome dello Spirito santo che ti ha santificata”. Il Vescovo Luigi si è ancora segnato con il segno della croce, poi è entrato in un sonno profondo e nel giorno del Signore, nell’ora della resurrezione di Cristo, ha fatto il suo transito da questo mondo al Padre.
Diciamo solo un grazie al Signore che ci ha dato un tale testimone: per noi è stato colui che ci ha confermato nella fede, consolato nelle prove, amico dei poveri e degli ultimi.
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