Gli OCCHIALI di PIERO su: Dante Rossi. Giulio Bechi

DANTE ROSSI
Toscano, nato ad Anghiari (Arezzo) l’11 agosto 1919, in una modesta famiglia operaia. Soldato in Sicilia viene catturato dagli americani e spedito prigioniero in Africa. Dopo l’8 settembre partecipa alla guerra contro i tedeschi ed è addetto alle munizioni nello sbarco in Normandia.
Finita la guerra si iscrive al Partito Socialista., segretario della Camera del lavoro di Anghiari. Quando il Psi va al governo con la Dc è tra i promotori del Psiup, segretario della federazione di Arezzo.
Eletto senatore in una lista unitaria Pci-Psiup nel 1972, quando il suo partito decide lo scioglimento, partecipa alla fondazione del Nuovo Psiup.
Quindi nel Pdup, nel Pdup per il Comunismo, in Democrazia Proletaria, in Rifondazione Comunista.
Ho avuto il grande piacere di conoscerlo come compagno di partito, unico senatore del Pdup, il che ci consentiva di contrastare la stupida definizione di extraparlamentari (come se stare in Parlamento fosse titolo maggiore per impegnarsi seriamente in politica).
Abbiamo allora attraversato la Sardegna per fargliela conoscere in un viaggio di qualche giorno con lui, sua figlia e Giovannantonio Mattu.
Lo ricordo nelle riunioni a Roma, ironico e burbero, a qualche compagno che chiedeva con una punta di malizia “come va la lotta nelle istituzioni?”
rispondeva “meglio che nel paese! ma che fate con le mani in mano?”
  • Dante Rossi è scomparso il 30 agosto del 2008.

    GIULIO BECHI
    Nato a Firenze il 20 agosto 1870, muore il 30 agosto 1917, dopo 36 ore di agonia, ferito in combattimento su fronte di Gorizia.
    Il suo legame con la Sardegna data al 1899, tenente dei carabinieri nella lotta al banditismo. Prese parte alla “strage di Morgogliai” con l’uccisione dei banditi Pau ed Elias Serra Sanna (ne abbiamo parlato l’11 luglio, vedi Aladin Pensiero a proposito di Lussorio Cau). Gli avvenimenti furono da lui raccontati nel libro “Caccia grossa” (1900). Eccone un passo:
    “Ecco là nel letto secco di un torrentello l’Elias Serra Sanna, seduto a ridosso d’un macigno, il capo reclinato sul petto, nell’atto di chi dorme. Dorme per sempre il terribile bandito: non par vero. Non solleverà più quel capo, non lampeggerà più negli occhi. Ha la giubba aperta davanti: sul petto villoso gli pendono i soliti amuleti, in tasca altre giaculatorie e un volumentto sdrucito dal titolo: Esercizi di pietà. C’è una strisciolina di carta per segno; si apre: Preghiera per una buona morte.”

One Response to Gli OCCHIALI di PIERO su: Dante Rossi. Giulio Bechi

  1. […] STORIA SARDA Il 30 agosto 1802 muore sul patibolo a 33 anni Francesco Cilocco. Cagliaritano, aveva partecipato alla fallita rivolta contro i Savoia. Catturato, fu condotto a Sassari, a dorso d’asino, denudato e frustato nel percorso per le vie della città, “Schernito e fustigato non emise un solo grido di dolore. … Antonio Manca Amat, duca dell’Asinara, avrebbe fatto pervenire ad un aguzzino una lauta mancia affinchè non risparmiasse i colpi di sferza. Lo stesso aristocratico, affacciatosi alla finestra del suo palazzo in Carra Manna (oggi Piazza Tola) avrebbe gridato ‘Percuoti bene!’” (Federico Francioni, in Per una storia segreta della Sardegna fra Settecento e Ottocento, Ed. Condaghes). ————– ANNIVERSARI. Un anno fa ricordavo Dante Rossi e Giulio Bechi su Aladinpensiero. […]

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