Gli OCCHIALI di PIERO
Il 26 agosto 1789 a Parigi l’Assemblea Nazionale Costituente emana la “Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino”.
Il documento si ispira alla precedente Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776, in particolare sull’eguaglianza di tutti gli uomini e sui diritti fondamentali di ciascuno.
Le conseguenze di questa Dichiarazione avranno effetti mondiali sulla storia seguente dei popoli. E’ da notare come la coscienza dei diritti dell’uomo sia nata dalla volontà delle nazioni di rendersi indipendenti e dal trasferire il concetto di sovranità dai monarchi al popolo.
Conseguenze ne possiamo riscontrare anche in Sardegna, negli anni immediatamente precedenti il triennio rivoluzionario sardo (1794-1796).
Circola una canzone (citata in Sa dì de s’acciappa, Ed.Condaghes, 1996):
Solo il popolo è sovrano,
egli solo ha scettro e brando,
nascer dee dal suo comando
ogni giusta autorità.
E’ una strofa della “Canzone patriottica”, che fu fatta pervenire (tra gli altri) al cognato di Giovanni maria Angioy, Onorato Cortese, insieme a una copia della Dichiarazione dei diritti dell’uomo (vedi “Dalla guerra all’autogoverno, di Tito Orrù e Marinella Ferrai Cocco Ortu, ed. Condaghes, 1996)
In Sardegna si cantava con alcune modifiche, sostituendo alla parola “uomo” la parola “sardo”. Ad esempio:
Del dispotico potere
ite al fuoco iniqui editti
son del sardo i primi dritti
uguaglianza e libertà.
Col che si vede come la Sardegna non fosse fuori dal clima culturale e politico dell’epoca e come un certo giacobinismo contagiava i nostri patrioti, alcuni dei quali sacrificarono i loro beni e la loro vita per questi ideali.
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