Il Sinodo rischia di essere un’occasione perduta… Impegniamoci perché ciò non accada
di Franco Meloni
Su L’Unione Sarda si è sviluppato, tra marzo e aprile, un dibattito sulla tematica “Cattolici e Politica” (ne abbiamo dato risalto nelle nostra News), a cui anch’io ho partecipato. Purtroppo tutto si è fermato lì, perché, si sa, gli interventi vanno sollecitati e così non è stato, a meno che si deduca che l’argomento poco interessi alla gran parte della gente. Io penso che invece si tratti proprio di una certa indolenza, che in questi tempi caratterizza soprattutto il mondo cattolico. Se volete “giustificata” dalla constatazione di molti che “è inutile parlare, oltre che faticoso”, “nulla cambia se non in peggio”. Eppure i cattolici, praticanti o meno, proprio in questi tempi (da oltre due anni) sono coinvolti, o almeno invitati a farlo, nei “cammini sinodali” avviati dalla Chiesa cattolica (quella universale e dalle Chiese particolari), il che significa soprattutto “ascolto” e partecipazione al rinnovamento della Chiesa; per i credenti: nella ricerca della sintonia con lo Spirito Santo. Nel ritrovarsi in preghiera, anche al di là delle funzioni liturgiche, e in incontri di riflessione su qualsiasi questione di comune interesse, i cattolici dovrebbero rimotivarsi nell’impegno nella Chiesa e con la Chiesa nel Mondo. Dio sa, e anche noi, di quanto ce n’è bisogno! Su impulso di Papa Francesco, la Chiesa ha intrapreso il cammino sinodale, con una programmazione di tappe, differenziate tra le varie Chiese (universale e particolari), alcune già arrivate a conclusione, ma che dovrebbero culminare con il Giubileo del 2025 (il cui motto è “Pellegrini di speranza”). Il Sinodo si pone in continuità con il Concilio Vaticano II, anche con l’intento di darne compiuta attuazione. E, dico io, dare motivazione e speranza, a quanti erano stati delusi soprattutto dal post-Concilio. Come è stato accolto il messaggio sinodale? Non si può fare una sintesi di tutto quanto si è fatto al riguardo in questi oltre due anni, nella Chiesa universale e in quelle particolari. Certo è che per talune realtà si registrano conclusioni eclatanti, per esempio da parte della Chiesa tedesca (a memoria solo alcune questioni trattate: celibato, contrasto alla pedofilia, sacerdozio delle donne, omosessualità). E la Chiesa italiana? Ancora non si evidenziano precise conclusioni. Come si sa, tutto è riportato in rete, ma, anche qui, non abbiamo tempo e spazio per approfondimenti che comunque allo stato non siamo in grado di fare. E la Chiesa sarda? Non abbiamo notizie particolari. Per quanto riguarda la Diocesi di Cagliari, il cammino sinodale degli ultimi due anni è riepilogato nel corposo documento pubblicato in rete (https://www.chiesadicagliari.it/2022/06/01/la-sintesi-del-cammino-sinodale-diocesano/) che è importante leggere (lo stiamo facendo) e commentare (lo faremo, promesso). Possiamo dire qualcosa di più? Sì, anche sulla base delle frequentazioni a diverse iniziative attuate in Diocesi. Non sembra che la proposta sinodale abbia coinvolto in profondità le diverse strutture, a partire dalle parrocchie. Non si registra certo alcun boicottaggio, ma certo è che per molti Cattolici impegnati nelle attività di culto e dì solidarietà, il Sinodo è vissuto come un ulteriore “adempimento”. Ottimo quanto si è fatto, ma a guardare quanto non si è fatto c’è da rimanere sconsolati: molta autoreferenzialita’, nessuna apertura programmata al mondo, meglio dire, ai mondi che ci circondano oltre le mura delle chiese e dei monasteri. Con l’eccezione dello straordinario impegno solidale delle Caritas e di tutto il volontariato, nonché delle molte strutture educative/formative. C’è ancora molto da fare, e, siamo sicuri, molto si farà. Ma non crediamo si faranno alcune cose da noi richieste, che comportano una modifica di rotta. Ne parleremo. Ma intanto: noi chi? Noi che da poco tempo abbiamo ripreso ad animare il mondo cattolico e oltre con iniziative di gruppi sociali ed ecclesiali, come il Patto per la Sardegna. Da quelle postazioni siamo impegnati in un dibattito fatto di riflessioni, ma anche di proposte operative concrete. Nell’ambito delle iniziative di dibattito ricordiamo le chat e le attività in presenza del Patto, anche in collaborazione con altre organizzazioni, come la Facoltà Teologica e la Fondazione Beata suor Nicoli (conferenze con il prof. Luca Diotallevi), o anche la promozione e presenza in altre attività, come gli incontri della Caritas regionale e diocesana, del MEIC e di altre Associazioni. Sempre nell’ambito del dibattito ci preme dare voce a chiunque anche fuori da circuiti voglia dire la sua. I due interventi che sotto proponiamo danno conto di una marcata insoddisfazione per quanto appunto non si è fatto finora e che auspicabilmente si dovrebbe fare. Siamo impegnati ad allargare dibattito e iniziative. A presto.
Saludos. Franco Meloni.
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Intervento di Giacomo Meloni, dirigente sindacale, persona impegnata nelle strutture parrocchiali e nei movimenti pacifisti e di promozione socio-culturale.
Ho cercato fin dall’inizio tracce del cammino sinodale qui nella nostra Diocesi.
Delusione.
Eppure mi sono impegnato nel mio gruppo parrocchiale, di cui sarei dovuto essere l’animatore. Ho partecipato alle “adunate dell’Arcivescovo”, dove l’ascolto era teleguidato.
Ho partecipato ad un gruppo di “intellettuali” in cerca di Dio…
Non voglio giudicare.
Delusione.
So che in una parrocchia di Sestu, animata da mons. Franco Puddu, si son formati vari gruppi di ascolto.
Bene.
Ma il resto?
Il Sinodo doveva portare alla scoperta e allo sperimentare la Chiesa – Comunità.
Ma il nostro clero diocesano è stato formato nei Seminari, dove fino al 1968 ci si allenava/insegnava a vivere in solitudine, legati dalla società e talvolta in odio/amore alla stessa, specie se femminile.
Non dico parroci e preti ormai quasi ottantenni, ma almeno i giovani e soprattutto i seminaristi di oggi dovrebbero essere incoraggiati a vivere in comunità.Ho saputo che già in alcune Diocesi in Italia alcuni parroci hanno deciso di vivere assieme.Ci sarebbe anche un vantaggio economico sui servizi comuni e comunque sarebbe sicuramente un segno di fraternità per le loro parrocchie e forse molti sacerdoti non soffrirebbero di solitudine.
Potrei sbagliarmi, ma noto che le parrocchie gestite da Comunità (frati, missionari) sono più aperte e feconde.
Occorre riscoprire il ruolo dei diaconi, ridotti in genere a “scimmiottare il prete” e così è necessario uscire dall’ambiguità dei laici, che pare abbiano dimenticato il dono del battesimo. Mi riferisco al ruolo dei laici nella Chiesa perché i laici tutti nel mondo e nella società abbiamo come “mission” quello del Bene Comune e della pace, mentre i laici battezzati, oltre questo impegno nella società civile, abbiamo quello di portare e testimoniare il Vangelo e Cristo Gesù, che l’amore di Dio incarnato.
Grazie.
Giacomo.
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Un commento di Sandro Deplano, docente in pensione, persona impegnata nell’attività di formazione e promozione culturale.
Grazie Giacomo, condivido con te la delusione, ma devo dirti che non sono riuscito ad impegnarmi quanto te. E’ da un po’ che medito sul nostro essere cristiani, che abbiamo imparato da ragazzi per grande merito soprattutto di padre Agostino [si tratta del frate francescano Agostino Pirri, oggi novantatreenne]. Spero ancora nel Sinodo e sarebbe importante che anche tra noi riprendessimo il discorso del nostro essere uomini e donne (e, per alcuni, cristiani) nel mondo di oggi. In Diocesi mi sembrava fosse stata data la direttiva di pregare con l’ Adsumus (antica preghiera allo Spirito Santo), ho detto così perché non la sento più recitare ed invece ora vorrei invitarvi tutti noi a dirla tutti insieme.
Siamo qui dinnanzi a Te, o Spirito Santo:
sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel Tuo nome;
vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori: insegnaci Tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci Tu il cammino da seguire, compi Tu stesso quando da noi richiedi.
Sii Tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni,
perché Tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo, hai un nome santo e glorioso:
non permettere che sia lesa la nostra giustizia, Tu che ami l’ordine e la pace;
non ci faccia sviare l’ignoranza, non ci renda parziali l’umana simpatia,
non ci influenzino cariche e persone;
tienici stretti a te col dono della Tua grazia,
perché siamo una sola cosa in Te e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Fa che riuniti nel Tuo santo nome, sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme,
così da far tutto in armonia con Te,
nell’attesa che per il fedele compimento del dovere ci siano dati in futuro i premi eterni.
Amen.
Un abbraccio Sandro
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