La imagen del Nazareno: ¡mejor busque entre los pobres Su imagen de carne y hueso!
Poesía de Gabriela Mistral, Premio Nobel de Literatura. (Cilena 1889-1957)
¡De qué quiere Usted la imagen?
Preguntó el imaginero:
Tenemos santos de pino,
Hay imágenes de yeso,
Mire este Cristo yacente,
Madera de puro cedro,
Depende de quién la encarga,
Una familia o un templo,
O si el único objetivo
Es ponerla en un museo.
Déjeme, pues, que le explique,
Lo que de verdad deseo.
Yo necesito una imagen
De Jesús El Galileo,
Que refleje su fracaso
Intentando un mundo nuevo,
Que conmueva las conciencias
Y cambie los pensamientos,
Yo no la quiero encerrada
En iglesias y conventos.
Ni en casa de una familia
Para presidir sus rezos,
No es para llevarla en andas
Cargada por costaleros,
Yo quiero una imagen viva
De un Jesús Hombre sufriendo,
Que ilumine a quien la mire
El corazón y el cerebro.
Que den ganas de bajarlo
De su cruz y del tormento,
Y quien contemple esa imagen
No quede mirando un muerto,
Ni que con ojos de artista
Solo contemple un objeto,
Ante el que exclame admirado
¡Qué torturado mas bello!.
Perdóneme si le digo,
Responde el imaginero,
Que aquí no hallará seguro
La imagen del Nazareno.
Vaya a buscarla en las calles
Entre las gentes sin techo,
En hospicios y hospitales
Donde haya gente muriendo
En los centros de acogida
En que abandonan a viejos,
En el pueblo marginado,
Entre los niños hambrientos,
En mujeres maltratadas,
En personas sin empleo.
Pero la imagen de Cristo
No la busque en los museos,
No la busque en las estatuas,
En los altares y templos.
Ni siga en las procesiones
Los pasos del Nazareno,
No la busque de madera,
De bronce de piedra o yeso,
¡mejor busque entre los pobres
Su imagen de carne y hueso!
Di chi vuole l’immagine?
- chiese il fabbricante di immagini -
Abbiamo santi di legno,
abbiamo immagini di gesso.
Osservi questo Cristo giacente,
è legno di purissimo cedro.
Dipende solo da chi me la richiede,
che si tratti di una famiglia, o una chiesa,
o dal fatto che si sia solo destinata
ad essere esposta in un museo.
Lasci che gli spieghi
ciò che davvero desidero.
Ho bisogno di un’immagine
di Gesù, il galileo,
che mostri il suo fallimento
nel cercare un mondo nuovo;
che commuova le coscienze
e riesca a cambiare i pensieri.
Non la voglio per rinchiuderla
In chiese o in conventi;
né per assistere alle preghiere
all’interno di un’abitazione
Non mi serve neppure
per portarla in processione
sulle spalle di portantini.
Ciò che voglio è l’immagine, viva,
di Gesù, uomo sofferente.
Che illumini, di chi la guardi,
il cuore e il cervello.
Che venga voglia di liberarlo
della croce e della sofferenza.
Che chiunque si soffermi su quell’immagine
non stia a contemplare un morto,
neppure con lo sguardo di artista,
ma che possa ammirare un oggetto
di fronte al quale esclamare con ammirazione:
Bellissimo quest’uomo torturato.
Mi perdoni se le dico,
- risponde il fabbricante di immagini -
che qui non troverà di sicuro
quell’immagine del Nazzareno.
Vada a cercarla per strada,
tra i senzatetto,
negli ospizi e negli ospedali,
dove vi siano moribondi;
nei centri di accoglienza
dove vengono abbandonati gli anziani;
tra gli emarginati;
tra i bambini affamati;
tra le donne maltrattate;
tra i disoccupati.
L’immagine di Cristo
non la cerchi nei musei,
non la cerchi nelle statue,
nei templi o negli altari;
non cerchi i passi del Nazareno
nelle processioni;
non la cerchi nelle statue di legno,
di bronzo, di pietra o di gesso.
Piuttosto cerchi, tra i poveri,
la sua immagine in carne ed ossa.
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Poesia segnalataci da Gianni Loy.
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