Convegno dell’Aimos. Riflessioni di un laico
di Franco Meloni
Non sono solito frequentare Simposi di medici, infermieri e altri operatori della sanità: uno come me si affida alla scienza medica e a chi la rappresenta nelle diverse sue professioni. Con giudizio (quello del Manzoni: Adelante Pedro, con juicio, si puedes), ovviamente. E tanto basta. Ma la telefonata di alcuni giorni fa dell’amico Paolo Castaldi, presidente dell’Aimos, di cui pure sono consigliere di competenza amministrativa, era perentoria: “Franco devi partecipare al prossimo nostro Convegno di Area critica: parliamo di politiche sanitarie, di nuovi modelli socio-sanitari, di risorse da impiegare, possibilmente bene… questioni che riguardano tutti i cittadini…”. Giocarsi un venerdì sera per un Convegno di sanitari? Se lo dice Paolo ne vale il sacrificio: obbedisco! E così è stato e ne sono contento. Di seguito alcune riflessioni. Non aspettatevi un resoconto, sarebbe troppo impegnativo e peccherebbe di approssimazioni. Meglio – per quanti vogliono approfondire gli argomenti, perchè assenti o magari perchè molto sfugge anche ai più attenti partecipanti – ripercorrere le relazioni e gli interventi ai dibattiti negli “atti” successivi, che l’Aimos metterà a disposizione nel proprio sito web o con altri mezzi di efficace comunicazione.
Numerosa e attenta partecipazione, in un clima di cordialità, anche perchè in molti si conoscevano personalmente. Ma, nonostante tutto, ho colto un senso di generale smarrimento davanti allo sciorinare da parte dei relatori di sigle/acronimi/titolazioni che caratterizzano i nuovi programmi socio sanitari, a casaccio: PUA, LEA, LEP, PNRR, ADI, Casa della Salute, Ospedale di Comunità, COT, PLUS… Tutte appunto contenute nel “Piano regionale dei servizi della persona” e nel “Piano sanitario regionale”. Da perdersi, almeno per un “laico” come me, ma, ripeto, non mi sono sentito solo in questa sensazione. E’ vero che la complessità delle questioni non può essere ridotta e tanto meno banalizzata, ma occorre molta applicazione e studio per orientarsi positivamente nel mare magnum della normativa generale e di specifico riferimento che riguardano un solo grande obbiettivo: l’integrazione Ospedale/Territorio, mettendo al centro la persona, non solo intesa come paziente, da curare quando malato. Per quanto i relatori, tra i quali i dirigenti di vertice della sanità regionale, abbiano fatto meritevoli sforzi per spiegare le novità di un sistema sanitario orientato virtuosamente a migliorare i servizi destinati alla popolazione, non tutto è stato capito, almeno quanto sarebbe necessario. Nell’aria c’era però la volontà di capire e quindi di mettere in pratica le indicazioni delle pianificazioni innovative, nelle molte cose da fare, quando si potranno fare. Per esempio nella realizzazione delle Case della Salute, le nuove strutture socio-sanitarie che insieme con gli Ospedali di Comunità, strutture sanitarie di ricovero della rete di assistenza territoriale con funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, entreranno a far parte del Servizio Sanitario Nazionale. Ci è stato detto che tutto è già regolamentato in linee generali (DM 77 del 23 maggio 2022), programmato e perfino finanziato dal PNRR e dai fondi ordinari destinati agli interventi sanitari e socio-sanitari. Ed è qualcosa che già si fa, anche in Sardegna, seppure ancora a carattere sperimentale… Il passato peraltro non è privo di ottime realizzazioni: è stato ricordato come la Sardegna ha costituito un modello di riferimento nazionale per quanto riguarda l’assistenza ai pazienti di area critica. Potrà servire questa esperienza che la crisi pandemica ha rallentato a riprogrammare il nuovo secondo le linee guida dei piani sanitari e socio-sanitari, come detto. Insomma, per non farla lunga: è necessario che al Convegno di oggi ne seguano altri, quanti necessari per presidiare il passaggio dal dire al fare. Eventi che devono vedere il coinvolgimento dei professionisti della sanità, dei politici, delle rappresentanze dei pazienti e dei loro familiari, dei cittadini attivi. Parafrasando un antico detto che si riferiva alla guerra: “La sanità è troppo importante per essere lasciata in mano a sanitari e politici, quantunque questi possano essere ottimi in tutti i sensi! E purtroppo non sempre lo sono. Del copioso materiale prodotto per il Convegno riportiamo solo una slide tratta dall’intervento di Rita Polo, consigliere comunale di Cagliari, che rappresenta efficacemente il “nuovo concetto di salute (One Health, un unica salute) nel contesto in cui tutto è connesso! Torneremo sulle questioni qui solo delineate.
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Breve spiegazione del titolo. Parafrasando la ripartizione medievale tra chierici e laici, in questo contesto denominiamo laici coloro che non appartengono alle professioni sanitarie e socio sanitarie o comunque a figure professionali dei relativi comparti.
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Su Casa della salute e Ospedale di comunità pubblichiamo un intervento di Antonello Murgia, medico ospedaliero in pensione, che nonostante datato mantiene indubbia validità: https://www.aladinpensiero.it/?p=83513
Su Aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=125264
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