Verso il Giorno della Memoria

f13cae62-ded5-4979-83a0-54a9039f4003Porsi Domande su di Dio.
di Giancarlo Morgante
Edith Bruck lo apprese dalla Madre, cremata nei forni di Auschwitz. Il pane preparato per la povera famiglia e mai cotto per l’irrompere all’alba dei nazisti. Questa fu l’inizio della via crucis di Edith.
Lettera a Dio , parte finale del libro “Il pane perduto” . Il libro narra i sentimenti( senza odio alcuno) e l’esperienza di una ragazza ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.
[segue]
“Nella prima lettera che Ti avevo scritto con il pensiero all’età di nove anni, ne sono passati ottanta! E mi sono sentita arrossire sia allora che due notti fa per la stessa idea che non mi ha mai abbandonato. Mi pareva una bestemmia che non ho mai pronunciata, forse spudoratezza o lucida follia…Scrivo a Te che non leggerai mai i miei scarabocchi, non risponderai mai alle mie domande, ai miei pensieri di una vita…a Te ho pensato ogni sera della mia vita. Ti interrogavo su tante cose ma non ho mai udito la Tua voce come Mosè, non mi hai mai degnato di una sola risposta, come non hai degnato mia madre con la sua fede irremovibile in Te…Mi chiedo sempre e non ho ancora la risposta, a che servono le preghiere se non cambiano niente e nessuno…Oh Tu Grande Silenzio, se Tu sapessi delle mie paure, di tutto ma non di Te. Se sono sopravvissuta, avrà un senso. No? Ti prego, per la prima volta Ti chiedo qualcosa: la memoria che è il mio pane quotidiano, per me infedele fedele, non lasciarmi nel buio, ho ancora da illuminare qualche coscienza giovane nelle scuole e nelle aule universitarie dove in veste di testimone racconto la mia esperienza di una vita. Dove le domande più frequenti sono tre: se credo in Te, se perdono il Male e se odio i miei aguzzini. Alla prima ⁸domanda arrossisco come se mi chiedessero di denudarmi, alla seconda spiego che un ebreo può perdonare solo per se stesso, ma non sono capace perché penso agli altri annientati che non perdonerebbero me. Solo alla terza ho una risposta certa: pietà sì, verso chiunque, odio mai, per cui sono salva, orfana, libera e per questo Ti ringrazio, nella Bibbia Hashem, nella preghiera Adonai, nel quotidiano Dio”.

Questa lettera che non può lasciare indifferenti, posta al termine di una memoria sconvolgente di umanità , mi è riecheggiata
durante la visita nel campo profughi di Betlemme “Aida”. Dopo aver visto e sentito le testimonianze di alcuni palestinesi ho cercato una risposta al perché di tanto male.
“Tutto è colpa dell’uomo” diceva la madre di Edith , “Dove mette piede non cresce più neanche l’erba “. La piccola Edith chiedeva alla mamma : allora luomo è più forte di Dio?
Ecco , durante questo pellegrinaggio in Terra Santa (vedendo una umanita deportata, defraudata dei diritti fondamentali e della propria terra) anche io mi sono fatto queste domande .
“La soluzione di questi problemi al momento è insolubile”. Queste parole pronunciate dal Patriarca di Gerusalemme mons Pizzaballa , sconvolgenti ma reali nella loro drammaticità mi risuonano ancora nelle orecchie. Espressione dura ma in parte attenuata in una successiva riflessione di Don Marco : davanti a queste iniquità , noi come Cristiani(Caritas) , come Umanità, dobbiamo stare a guardare o dobbiamo essere di aiuto a questa popolazione sofferente?
Durante l’omelia di Natale in Gerusalemme il patriarca (Mos. Pizzaballa) ha introdotto una riflessione sul tema della violenza che imperversa quei luohi , ricordando il significato della loro presenza come Francescani in Terra Santa , che il cristianesimo è innanzitutto lo stile di vita di chi ha deciso di accogliere l’invito ad essere testimone credibile del disegno di salvezza che Dio ha per tutti.
Bisogna guardare con il cuore e non solo con gli occhi. Qui in Terra Santa , ha proseguito, vediamo che la violenza sembra essere diventata la nostra lingua principale. Il nostro modo di comunicare. Dopo aver ammonito i responsabili di questa politica dice: bisogna guardar la realtà con il cuore ,riconoscere che è illusorio pensare che la pace possa venire senza la giustizia. In ultimo ha manifestato la propria preoccupazione sull’aumento della tensione politica e del crescente disagio, soprattutto dei giovani, per la sempre più lontana soluzione del conflitto in corso. La questione Palestinese.
Per tornare alla mia esperienza come pellegrino in Terra Santa e alla domanda della Bruck bambina “l’uomo è più forte di Dio?” faccio questa considerazione : Adamo quando disubbidì a Dio cedendo alle tentazioni del maligno , non cercava di certo di sostituirsi a Lui?
Credo che oggi , non solo in Israele , ma in tutto il nostro pianeta con la “terza guerra Mondiale spezzettata” come la definisce Papa Francesco (un tempo pieno di iniquità, di squilibri, che generano conflitti più o meno palesi più o meno dimenticati) l’uomo abbia ancora da riflettere.
Un monito , quello del Papa , per nulla ascoltato .

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