Che succede? Nel Mondo e nella Chiesa.
IL RUOLO DELLE DEMOCRAZIE NEL DISORDINE MONDIALE
9 Gennaio 2023 su C3dem
Mykhaylo Podolyak, “Fate presto, le forniture servono per salvarci dai russi” (intervista a Repubblica). Antonio Tajani, “Da Mosca nessuna apertura. Dialoghi in corso con la Francia sullo scudo aereo all’Ucraina” (intervista al Corriere della sera). Marco Imarisio, “Negoziati o guerra totale. Il dilemma di uno Zar sempre più solo e confuso” (Corriere della sera). Guido Olimpio, “Polonia e Finlandia pronte al ‘salto’: carri armati pesanti per la difesa dell’Ucraina” (Corriere della sera). Gianluca De Feo, “Il dilemma dei militari italiani: se le armi hi-tech vanno a Kiev il rischio è restare indifesi” (Repubblica). Matteo Zuppi, “Non ci si può abituare alla guerra. Il riarmo? Non sai mai dove porta” (intervista a Il Fatto). Marco Rovelli, “Quel grido di pace da Verona” (Corriere della sera). MONDO: Stefano Stefanini, “Il virus del trumpismo non è finito e contagia i Paesi più deboli” (La Stampa). Maurizio Molinari, “E’ l’Adriatico il segreto dell’Europa” (recensione libro di R. Kaplan – Repubblica). Robert Kagan, “Difendere il mondo libero” (Foglio). Niall Ferguson, “Terza guerra mondiale?” (Foglio). Sergio Fabbrini, “Il ruolo delle democrazie nel disordine mondiale” (Sole 24 ore). Giorgio Barba Navaretti, “Dalla globalizzazione non si torna indietro, ma servono regole comuni” (Repubblica). Mauro Calise, “Stati (dis)uniti, ma la corda non si spezza” (Mattino). Fabiana Magrì, “Iran. Senza difesa al patibolo” (La Stampa). Dacia Maraini, “La libertà vince se siamo tutti uniti” (intervista a La Stampa). Lucia Capuzzi, “Il triplete di Lula, enorme sfida nel Brasile diseguale” (Avvenire). Andrea Bonanni, “Il 2023 dirà chi vince tra interesse nazionale e interesse europeo” (Repubblica).
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L’ITALIA, LO SPIRITO REPUBBLICANO, IL SENSO DEL LIMITE
9 Gennaio 2023 su C3dem
Ezio Mauro guarda dentro la società italiana e chiede a Meloni che prenda le distanze da alcuni disvalori della sua cultura politica: “Che cosa rimane della religione repubblicana?” (Repubblica). GOVERNO: Claudio Cerasa, “Avere il senso del limite è la forza della destra italiana a guida Meloni” (Foglio). Maurizio Ferrera, “Noi e l’Unione europea: l’intesa possibile sui migranti” (Corriere della sera). Alessandro Campi, “Le nomine di vertice e l’interesse del Paese” (Messaggero). Gaetano Quagliariello, “Il modello semipresidenziale francese può essere un antidoto al populismo” (Qn). Marco Tarchi, “Il Covid l’ha messo all’angolo, ma il populismo ritornerà” (intervista a La Verità). Innocenzo Cipolletta, “L’imbroglio dell’autonomia che dà troppi poteri a Regioni inutili” (Domani). Gianfranco Pasquino, “La sanità è al collasso e adesso l’autonomia minaccia l’istruzione” (intervista al Fatto). Alessandro Cavalli, “Lo stato della scuola” (rivista il mulino). Fondazione Rocca, “Scuola: i numeri da cambiare” . PARTITO DEMOCRATICO: Norberto Dimore e Michele Salvati, “Non facciamo tavola rasa del Partito democratico” (libertà eguale). Enzo Bianco, “Il vero Pd riparta dalle città non dalle correnti” (Repubblica). Massimo Cacciari, “Il congresso Pd è il nulla. Meloni cos’ governerà a lungo” (intervista al Fatto). Mario Giro, “La sinistra deve provare a ritrovare l’unità profonda della società” (Domani).
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LO STALLO DELLA SOCIETA’ ITALIANA
8 Gennaio 2023 su C3dem
Sabino Cassese, “Italia, tre ragioni di uno stallo” (Corriere della sera). Gaetano Quagliariello, “Sulla nostra politica ancora bonaccia. Cambio in vista con le ellezioni regionali” (Gazzetta del Mezzogiorno). PARTITO DEMOCRATICO: Maurizio Molinari, “Diritti e sicurezza per rinnovare il campo progressista” (Repubblica). Gianni Cuperlo, “Basta renzismo. Il Pd va rifondato. I gazebo esercizio di democrazia” (intervista a La Stampa). Stefano Bonaccini, “Lontano da Roma” (intervista all’Espresso). Elly Schlein, “Non sono un’aliena” (intervista all’Espresso). GOVERNO: Stefano Ceccanti, “La riforma alla francese non serve. Partiamo dalla sfiducia costruttiva” (intervista a Qn). Carlo Calenda, “Riforme, sì al dialogo, ma le vere emergenze sono scuola e sanità” (intervista a Qn). Franco Bassanini, “Spoil system, un diritto del governo. Più che il machete serve prudenza” (intervista a La Stampa). Gianni Trovati, “L’autonomia prova a ripartire 1.904 giorni dopo il referendum” (Sole 24 ore). Roberto Napoletano, “La farsa dell’autonomia differenziata” (Il Quotidiano). Franco Monaco, “Prepotenza e impotenza, le bussole del governo” (Il Fatto). Alessandra Ziniti, “Migranti dirottati sul Pd” (Repubblica). Veronica De Romanis, “Bce e inflazione, parole in libertà” (La Stampa) Romano Prodi, “Inflazione. La Bancca centrale europea e la politica alla giornata” (Messaggero).
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RUSSIA-UCRAINA, UN NEGOZIATO CHE APPARE IMPOSSIBILE
7 Gennaio 2023 su C3dem
Anne Applebaum, “Dobbiamo immaginarci una vittoria ucraina. Sarà la fine di Putin” (intervista al Corriere della sera). Marta Dassù, “Il negoziato impossibile” (Repubblica). Michael Ignatieff, sulla proposta di tregua di Putin ieri, “Solo uno stratagemma. Lo Zar usa la religione con una logica imperiale” (intervista al Corriere della sera). Wesley Clark, “E’ un imbroglio tattico. Mosca sta perdendo dul terreno. Rifiutarlo è la risposta giusta” (intervista a Repubblica). Gianluca De Feo, “Il timore delle cancellerie: dopo la nuova offensiva la Russia si sgretolerà” (Repubblica). Bernard-Henri Levy, “Sogno e spero una terza rivoluzione russa che scacci i demoni” (Corriere della sera). Stefano Folli, “Lo slogan russo che spiega bene la guerra ucraina” (Robinson). Domenico Quirico, “Non c’è tregua nella quarta guerra mondiale” (La Stampa). MONDO: Stefano Cingolani, “Protagonisti e retroscena del nuovo miracolo americano” (Foglio). Siegmund Ginzberg, “Cina, l’impero delle bugie” (Foglio). Marco Valzania, “Migranti. Biden rafforza i confini, ma offre 30mila ingressi legali al mese” (Sole 24 ore).
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LA FEBBRE DEL PD. I FRONTI APERTI DI MELONI
7 Gennaio 2023 su C3dem
Elena Lowenthal, “Said annegato a 8 mesi. L’angelo di Lampedusa” (La Stampa). Pd: Enrico Morando, “Abbiamo la vocazione del grande partito. Il Pd abbandoni le coalizioni ‘contro’” (Repubblica). Leoluca Orlando, “Il Mezzogiorno misura la febbre del Pd: o il partito cambia subito o dovrà scomparire” (Domani). Pino Pisicchio, “Giovani e riforme, le questioni aperte per i nuovi dem” (Repubblica). Emilia Patta, “Regionali, test tra Pd e M5S con vista sul Congresso” (Sole 24 ore). Marcello Sorgi, “L’ennesima divisione della sinistra” (La Stampa). Adriana Lagroscino, “Primarie. Il voto online spacca i dem” (Corriere della sera). Nadia Urbinati, “Troppe lotte interne, anche il prossimo segretario sarà un’anitra zoppa” (intervista a Il Riformista). GOVERNO/ECONOMIA: Francesco Verderami, “Tutti i fronti aperti di Meloni” (Corriere della sera). Carlo Bastasin, “L’inflazione sfida il governo” (Repubblica). Pietro Garibaldi, “I sacrifici da affrontare dopo la superinflazione” (La Stampa). Nathalie Tocci, “Meloni e l’Europa, la via obbligata” (La Stampa). GOVERNO/SPOIL SYSTEM: Federico Fubini, “Nomine. Via allo spoil system anche nella squadra del Pnrr. Il negoziato con Bruxelles” (Corriere della sera). Guido Crosetto, “Il governo ha diritto di scegliere chi nominare” (intervista al Corriere della sera). Giambattista Fazzolari, “Spoil system, gli elettori vogliono che il Paese cambi” (intervista al Corriere della sera). Sabino Cassese, “Il ricorso allo spoil system tradisce merito e imparzialità” (intervista a Repubblica). GOVERNO/AUTONOMIE: Giovanna De Minico, “Perché il ddl Calderoli supera il confine della legittimità costituzionale” (Sole 24 ore). Gianpaolo Manzella, “La lezione Usa e l’impegno per i territori” (Messaggero). Giulia Merlo, “L’autonomia è una spina nel fianco del Pd” (Domani). Gianluca De Rosa, “‘Caro Pd, l’autonomia differenziata è di sinistra. Parla Giani” (Foglio). GOVERNO/VARIE: Giovanni Guzzetta, “Ma il decreto sicurezza non è incostituzionale, l’obiettivo è coordinare i salvataggi” (intervista a La Stampa). Rita Bernardini, “Meno carcere più diritti. Un altro anno dalla parte di Caino” (Il Riformista). Filippo Bianchi, “Il negazionismo climatico dietro alla reazione alla vernice sul Senato” Domani). Luigi Manconi, “Quella vernice spray che copre il vuoto dell’ambientalismo in salsa italiana” (Repubblica). P. Becchi e G. Palma, “Giustizia e presidenzialismo, due sfide per Meloni” (articolo della rivista di destra ‘Nazione futura’).
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L’INFERNO AL FRONTE DEI SOLDATI RUSSI. SCENARI 2023
5 Gennaio 2023 su C3dem
Bernard Guetta, “Il 2023 potrebbe essere l’anno più pericoloso del dopoguerra, ma le democrazie hanno una chance” (Repubblica). Maurizio Molinari, “C’è una luce oltre la collina”(Repubblica). UCRAINA/RUSSIA: Guido Olimpio, “I comandi dello Zar sotto tiro. Kiev colpisce e attende la reazione della Russia” e “Ucraina, i tre assi attuali del conflitto” (Corriere della sera). Marta Ottaviani, “Putin vuole Backhmut per coprire le sconfitte, ma i russi non sfondano. Un’inutile strage” (Qn). Luciano Capone, “Putin pensa a una nuova mobilitazione, ma mobilitare costa” (Foglio). Cecilia Sala, “La prevedibilità dei soldati russi rende la loro vita al fronte un inferno” (Foglio). Adriano Sofri, “Il fattore umano, invisibile all’occhio, che fa la differenza a Kiev” (Foglio). Anna Zafesova, “Dialogo a salve” (la Stampa). Stefano Stefanini, “Putin, Xi, Zelensky e la pace difficile” (La Stampa). Lorenzo Prezzi, “Cirillo prigioniero dell’ideologia della guerra” (settimana news), USA: Paolo Mastrolilli, “Camera ostaggio dei trumpiani” (Repubblica). Alan Friedman, “Così la destra di Trump dilania i Republican”(La Stampa). MONDO : Fabrizio Onida, “Era globale finita? Una notizia esagerata” (Sole 24 ore). Ezio Mauro, “Il bilancio dell’Unione è una scommessa” (Repubblica). Romano Prodi, “Il futuro del Paese nello scenario che cambia” (Messaggero). Marco Ludovico, “La Svezia avverte: nessun patto sui migranti nel 2023” (Sole 24 ore). Cecilia Sala, “Ansia di guerra in Iran” (Foglio). Riccardo Cristiano, “L’Occidente e l’Iran” (settimana news). Gianni Oliva, “Croazia nell’euro. Una riconciliazione contro i torti della storia” (La Stampa). Bill Emmott, “Scioperi e salari bassi, il lungo inverno inglese” (La Stampa). Maurizio Stefanini, “Lula s’insedia in Brasile con un governo equilibrista” (Foglio).
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MATTARELLA E L’EREDITÀ DI SASSOLI. COME DARE PIÙ STABILITÀ AL GOVERNO
5 Gennaio 2023 su C3dem
Claudio Cerasa, “Mattarella ricorda ai pavidi (e ai cattolici silenti) i nostri valori” e “Difendere la pace, la giustizia e i diritti: Mattarella ratzingeriano” (Foglio). Claudio Tito, “Sassoli e la nuova Europa” (Repubblica). Lina Palmerini, “Mattarella e il ricordo di Sassoli: ‘La Ue non torni indietro sulle sue sfide’” (Sole 24 ore). David Sassoli, “L’Europa deve tessere la trama della pace” (dal libro dei suoi discorsi europei). GOVERNO/RIFORME ISTITUZIONALI: Francesco Clementi, “Alla ricerca di stabilità. Sul tavolo quattro sistemi di governo” (Sole 24 ore). Paolo Pombeni, “Il dibattito politico sulla riforma costituzionale” (Il Quotidiano). Carlo Fusi, “Presidenzialismo? Maneggiare con (molta) cura” (La Ragione). Giovanni Guzzetta, “Sorpreso dai no della sinistra. Serve un presidenzialismo alla francese” (intervista Il Giornale). Marcello Sorgi, “Giorgia e l’incognita della Bicamerale” (La Stampa). Pier Francesco De Robertis, “Sulle riforme il Pd rischia l’isolamento” (Qn). GOVERNO/AUTONOMIE REGIONALI: Alessandro Di Matteo, “Autonomia, crepe nel governo” (La Stampa). Roberto Calderoli, “Ecco perché l’autonomia non spacca in due l’Italia” (intervista al Corriere della sera). Giovanni Orsina, “Il debito è un problema. Sull’autonomia si parli con le opposizioni” (intervista a Il Dubbio). Ermes Antonucci, “L’autonomia differenziata tra falsi miti e pericoli. Parla Cottarelli” (Foglio).
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LE MINE (E LA SCOPA) DI MELONI
5 Gennaio 2023 su C3dem
Stefano Folli, “Governo Meloni e la Ue, la sindrome dell’assedio” (Repubblica). Claudio Cerasa, “Tre quiz antisovranisti per Meloni” (Foglio). Roberto Napoletano, “Liberare Meloni dai feticci ideologici” (Il Quotidiano). Nicola Rossi, “Il rapporto della destra con la Bce è una questione di identità” (Foglio). Walter Galbiati, “Criticare non delegittimare” (Repubblica). Emilia Patta, “Riforme, alleati e Colle: le mine per Meloni” (Sole 24 ore). Alessandra Ziniti, “Schiaffo a Meloni dalla Svezia sovranista” (Repubblica). NOMINE: Federico Fubini, “Ministeri e agenzie statali: ondata di cambi ai vertici” (Corriere della sera). Simone Canettieri, “Mef, Aifa, terremoto: il gioco delle nomine e la scopa di Meloni” (Foglio). ECONOMIA: Lucrezia Reichlin, “L’economia sta reggendo e il disavanzo è ancora gestibile” (intervista a Repubblica). Leonardo Becchetti, “Transizione anti inflazione” (Avvenire). Veronica De Romanis, “E’ finito il tempo della spesa facile” (La Stampa). Francesco Giavazzi, “Un’idea di debito europeo” (Corriere della sera). Chiara Saraceno, “La povertà e i limiti del nuovo reddito” (La Stampa). PD: Anna Maria Furlan, “Il Pd archivi le correnti e conservi le radici” (intervista ad Avvenire). IDEE: Angelo Panebianco, “Diverso parere. A proposito del neoliberismo” (rivista il mulino).
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“Si continua sempre a parlare di chiesa…”
di Enzo Bianchi, dal suo blog.
Siamo in molti a interrogarci sul futuro della fede cristiana in quest’epoca di crisi profonda e alcuni di noi tentano con grande umiltà e senza pretese di intravvedere cammini per un rinnovamento e una ripresa del cristianesimo, soprattutto nell’occidente europeo.
Facilissimo per ora ricercare le cause e le responsabilità di tale situazione, individuate in diversi mali ecclesiali dei quali la mia generazione è stata testimone: mi riferisco agli scandali finanziari, agli scandali della pedofilia, allo stile clericale che continua a essere presente nella chiesa. E poi certamente vengono sempre citate le condizioni storiche esterne che hanno portato a questo tramonto… Ma io credo che sia necessario scavare più a fondo, interrogarci sul nostro modo di vivere la fede cristiana se vogliamo comprendere maggiormente la crisi e imboccare delle strade per superarla.
Da decenni, mentre nella vita ecclesiale si sceglie di meditare sull’evangelizzazione (o “nuova evangelizzazione”) da mettere in atto, io continuo a dire che ciò che rimane più urgente è salvaguardare il primato, l’egemonia della Parola di Dio nella vita ecclesiale. Questa operazione di conversione e sottomissione al Vangelo non è stata ancora attuata in modo adeguato nella vita della chiesa. E il Vangelo è la Parola! E Gesù Cristo è il Vangelo! Questa deve essere la certezza rocciosa su cui vivere la vita cristiana che è nient’altro che sequela del Signore fino alla morte di croce.
Perché ciò avvenga, l’abbiamo detto e scritto più volte, occorre però volgere lo sguardo a lui, il Signore, senza distoglierlo, e non concentrarlo solo sulla chiesa. Perché a me pare che molto, se non tutto, dal concilio in poi resti, appaia ordinato alla chiesa. La chiesa è costantemente oggetto di attenzione e di ogni discorso, chiesa che certamente è segno del Regno veniente e del Regno già presente tra di noi in aenigmate, ma non può pretendere di porsi come il grande esempio per il mondo, il luogo dal quale provengono solo moniti e insegnamenti all’umanità.
C’è qualcosa che non persuade in questa persistente attenzione, che a volte sfocia in un’esaltazione della chiesa.
La chiesa è segno, non è il fine, e non può far nulla a proprio vantaggio perché è solo portatrice di un disegno non suo che è tenuta ad assecondare. Abbiamo bisogno di una chiesa umile, che non cerchi di apparire, che non si affanni a creare eventi per attestare che lei c’è ed è viva, che non chieda costantemente di essere riconosciuta in autorevolezza tra gli esseri umani.
Altrimenti non saprà sottrarsi alla tentazione di essere Domina nella storia umana, e smentirà una santità che possiede in abscondito per presentare al mondo il volto di una chiesa meritoria.
Certamente una chiesa del genere oscura il volto di Gesù Cristo per mostrare il proprio volto; non invita a guardare a lui, il Signore, ma attira l’attenzione su ciò che lei opera; non annuncia più il Vangelo che è Cristo Gesù, ma finisce per presentare se stessa, la propria immagine che si vuole senza peccati, per ottenere riconoscimenti dagli altri!
Per quel che mi è dato di osservare è proprio questo ciò che non permette alla fede cristiana di dilatarsi, ciò che oggi rende sterile la missione, con l’eccezione di quando, raramente, succede di suscitare l’adesione di persone devote e pie, militanti perché convinte di trovare gratificazione.
Meno attenzione alla chiesa, più attenzione a Gesù Cristo il Signore!
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Ratzinger, Papa della parola
Gli incontri nei giardini vaticani anche dopo le dimissioni, gli scontri e il rispetto reciproco per un pontefice che guardò alla Chiesa più che a se stesso
La Repubblica – 02 Gennaio 2023
di Enzo Bianchi
[segue]
Con la morte di papa Benedetto XVI usciamo da una situazione non facile vissuta purtroppo da molti cattolici che, nella debolezza della loro fede e nella scarsa assiduità con il Vangelo, non sono stati in grado di accettare che il papato è un servizio al quale il Signore chiama, nient’altro che un servizio, dunque temporaneo e soggetto alla fragilità e ai limiti di chi vi è stato chiamato.
Joseph Ratzinger, quando ormai vecchio pensava nel suo ultimo tratto di vita di dedicarsi alla ricerca teologica, è stato eletto vescovo di Roma. Aveva raggiunto i settantotto anni, dunque non poteva immaginare un pontificato lungo, ma teneva davanti a sé più che mai l’esodo che avrebbe compiuto da questo mondo. Era un uomo che si è sempre sentito decentrato rispetto a Gesù Cristo, munito di una fede salda, che lo portava a guardare più alla chiesa che a se stesso. Non ha mai cercato l’applauso, anzi gli davano fastidio i battimani durante le liturgie in San Pietro, e certo non si concedeva facilmente ai media, quasi sempre critici e severi nei suoi confronti.
Per questo, dopo aver considerato le sue forze fisiche e intellettuali, aver cercato di leggere il tempo che avanzava con le sue novità e i suoi drammi, e soprattutto esercitandosi all’ascolto della propria coscienza, ha deciso di rinunciare a svolgere il ministero della comunione, diventato anche più difficile in una chiesa che sta vivendo la trasformazione da un cattolicesimo monolitico a una cattolicità universale e plurale.
Benedetto XVI ha compiuto un atto con piena adesione alla realtà, cosciente dei propri limiti. Certo, faceva un gesto che non era avvenuto da secoli, un gesto che poteva sembrare, dopo Giovanni Paolo II, quello di un anti-eroe, di chi fuggiva dalla croce – si è detto −, ma in realtà faceva ciò che doveva fare, anche se molti cattolici malati di papolatria non riuscivano a capirlo. Ma era nella sua vocazione essere un papa poco compreso e anche molto contestato fino alla vigilia della morte, con accuse insensate. Così hanno fatto di lui ciò che hanno voluto: “un pastore tedesco”, un pontefice rigido e severo, un papa che “riportava indietro la chiesa”.
Ho conosciuto e incontrato più volte Ratzinger a partire dal 1976, quando era teologo e in seguito cardinale, ho discusso con lui del rapporto tra Bibbia, Parola e chiesa e lui mi ha chiamato come esperto a due sinodi. Sono anche andato a trovarlo come papa emerito e ho passeggiato con lui nei giardini vaticani conversando sui temi della fede che consideravamo più urgenti e ci stavano a cuore.
Non sono un adulatore di pontefici, sono anche stato apertamente critico nei suoi confronti per alcune decisioni prese, e lui ha sempre ascoltato le mie difficoltà mostrando umiltà, mitezza, capacità di ascolto verso chi manifestava con lealtà il suo disaccordo.
I cattolici non dimenticheranno il capolavoro delle sue omelie, vera opera di padre della chiesa, e tutti dovranno ringraziarlo per le sue parole di papa quando affermava che “non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”, e che “la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione”, contro ogni tentazione di fondamentalismo, di intolleranza e di violenza da parte dei credenti.
Consegnando il premio Ratzinger ad Arvo Pärt disse queste parole: “Dio ha il volto di Gesù Cristo: questo è il credo cristiano di cattolici, protestanti e ortodossi. Egli ci ama sempre, ama il peccatore che afferra le sue braccia tese e ci amerà sempre fino ad abbracciarci nella morte”.
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