XII Dossier Caritas 2022 – Introduzione del direttore
Parole chiave, partecipazione, ascolto, solidarietà e corresponsabilità.
di Don Marco Lai
Direttore della Caritas diocesana di Cagliari.
La Carità via della Pace
Il XII Dossier della Caritas diocesana ha come sfondo il cammino sinodale della Chiesa in Italia, in cui si colloca anche l’impegno della nostra Caritas diocesana. Parole chiave, partecipazione, ascolto, solidarietà e corresponsabilità, su cui sempre più siamo chiamati a interrogarci alla luce dell’attuale contesto sociale e civile, caratterizzato da un deficit di partecipazione, che va dall’astensione al momento del voto all’ancora più limitato protagonismo dei poveri nella nostra società. [segue] Un protagonismo che invece va sempre più sollecitato, accompagnato nelle sue potenzialità: non dimentichiamo che proprio i nostri poveri – accolti nei nostri dormitori, sostenuti dalle nostre progettualità, intercettati dai nostri servizi – spesso sono i primi che si mettono in gioco nel volontariato, nel servizio al prossimo, desiderosi di ricambiare l’aiuto ricevuto e di rendersi utili. E noi, come Caritas, come Chiesa, dobbiamo essere pronti a sostenere questo loro protagonismo attraverso un’azione che, partendo dall’ascolto, sappia accogliere, integrare: non solo un’integrazione lavorativa, civile, sociale, ma anche un’inclusione in una dimensione ecclesiale caritativa. Proprio i nostri ospiti hanno partecipato in modo attivo ai nostri gruppi sinodali – da quelli delle accoglienze a bassa soglia agli altri destinatari dei nostri servizi –: ecco, allora, la sinodalità, la capacità di fare in modo che la Caritas possa davvero essere un luogo di accoglienza, segno di una Chiesa viva, inclusiva. Una Chiesa capace di promuovere e abitare tutti gli spazi nelle sue molteplici forme: non solo servizi e progetti della Caritas, ma anche di tutte quelle associazioni di volontariato e organismi socioassistenziali che fanno parte della Consulta diocesana e che diventano essi stessi un vero e proprio laboratorio di sinodalità.
Quest’ultima è quella che ci porta nella dimensione del cammino come metafora della vita umana, dove guarire le ferite: un cammino che sperimenta la fatica dell’accogliere, del mettersi in gioco, del donarsi, che è al tempo stesso anche fiducia, speranza, la capacità di non arrendersi di fronte alle fragilità, debolezze, sofferenze. Ancora, una sinodalità che diventa apertura, crescita, spazio di frontiera perché attraverso la testimonianza della carità la Chiesa si apra al mondo che “ci viene in casa”, vivendo “il già e non ancora”, il presente e l’avvenire allo stesso tempo, facendoci vivere il presente dove c’è un “già” di accoglienza, e proiettandoci verso un “non ancora”, tutto da scoprire.
È la sinodalità che ci permette di riscoprire la dimensione della relazione e della prossimità, il valore dell’altro come un fratello da accogliere, l’importanza della fraternità. Una dimensione che anche la stessa pandemia ci ha aiutato a riscoprire, nella consapevolezza che ciascuno di noi dipende dall’altro, che quel povero che bussa alla nostra porta è nostro fratello: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).
Sinodale è anche l’esperienza dell’accoglienza in tempo di guerra: il pensiero volge al nostro impegno verso le tante famiglie ucraine costrette a fuggire dal loro Paese, a cui sono state aperte le porte delle nostre parrocchie, delle case di tante famiglie, dell’intera Chiesa diocesana, che si è mostrata davvero una comunità accogliente. Ed è sinodale anche l’esperienza portata avanti nelle periferie della nostra Diocesi, nei territori e comunità più marginali e sofferenti che sono diventati un importante punto di incontro: sindaci, parroci, giovani, imprese, tutti insieme – grazie al nostro braccio operativo l’Impresa sociale “Lavoro Insieme” – per promuovere speranza, fiducia: ben 24 piccole imprese coinvolte nel progetto per il Gerrei, la periferia come luogo di incontro e rinascita.
Il pensiero corre ai discepoli di Emmaus che riprendono il cammino dopo l’incontro con Gesù: ecco allora che l’esperienza dell’ascolto e dell’accoglienza ha prodotto nuovi cammini, ci ha fatto riscoprire la ricchezza dell’altro, ci ha insegnato che uniti possiamo vivere la dimensione fraterna, comunitaria, della gioia e dello sviluppo: ecco allora una sinodalità dinamica e creativa, un prendersi cura di chi si incontra. La sinodalità, dunque come sfida, per vivere il presente e per costruire un futuro migliore.
Diversi i temi affrontati nel volume. Il primo capitolo è in qualche modo quello “sapienziale”, da cui emerge un’attualità che – in tutta la sua violenza e con tutti i suoi interrogativi – ci provoca, ci fa sentire più poveri, insicuri, ponendoci delle sfide che siamo chiamati ad affrontare alla luce del Vangelo. Eventi che ci interpellano, ci costringono a fermarci, a ripensarci e a oltrepassare quella soglia da cui scaturiscono tante opportunità che dobbiamo saper cogliere. Dalla guerra alla questione dell’ambiente, dalla crisi energetica al tema sanitario, dalla mediterraneità alla sfida educativa: sono tante le questioni che ci invitano a riflettere e ad attivare risposte concrete e coraggiose.
I capitoli successivi sono dedicati ai tre mandati che caratterizzano la nostra azione: la promozione Caritas con la sfida di una carità dinamica e creativa, alla luce delle tre vie indicateci da Papa Francesco in occasione del 50esimo anniversario di Caritas Italiana; la promozione umana e le politiche sociali, con la pluralità di opere-segno, servizi, progettualità portate avanti per restituire dignità, fiducia e speranza a chi vive ai margini, a chi è vittima di usura, sovraindebitamento, dipendenze; a chi vive l’esperienza fuori e dentro il carcere; alle persone più fragili a cui vengono negati i diritti fondamentali. Ancora, il terzo mandato, l’educazione alla pace e alla mondialità, oggi più che mai attuale e imprescindibile che ci vede impegnati in una sfida pedagogica alla luce di quella mediterraneità che ha fatto da sfondo all’ultima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, organizzata lo scorso settembre e dedicata alla Carta di Firenze, per costruire il futuro dei migranti. Un impegno che ha un’attenzione particolare alle nuove generazioni, attraverso le progettualità nelle scuole e il Servizio civile universale, attivo da anni nella nostra Caritas. Un impegno raccontato dalle voci dei protagonisti, attraverso le storie di chi dà e riceve aiuto ogni giorno. Ancora, il richiamo al senso più profondo dell’8xmille, che rende possibili e sostiene le nostre azioni, e delle offerte liberali “Uniti nel dono” come segni tangibili di partecipazione, trasparenza e corresponsabilità da parte di una comunità capace di prendersi in carico i più fragili.
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