Sabato 31 dicembre 2022
Nazareth
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CAPODANNO 1981
di Gianni Loy
[segue]
CAPODANNO 1981
di Gianni Loy
Si sono sfilacciate
le tavolate lunghe di compagni
e gli echi di risate
sono finiti da dieci anni ormai.
Però la festa è un rito
per un altro decennio ormai finito.
Io porto la sangria,
Lina mette la casa, lei ci ha un figlio.
Qualcuno porta arance,
qualcuno la pancetta,
porta nel grembo un figlio Elisabetta
Lo porta nella testa Margherita:
se lo farà quest’anno che verrà.
Si sfilaccian le feste
le tavolate lunghe di compagni,
e chi vivrà vedrà.
Io porto la sangria
giunta con Labordeta e con Luis Llach,
musica catalana
e vino dolce dell’Andalusia
E non fa l’anfitrione neppure più Mariano
l’abbiam perso di vista
poi scopriamo che fa
capodanno marxixta-leninista.
Chi porta lo spumante, chi porta la sorella,
portan, per me, formaggio e mortadella.
La nostra lotta ormai
confinata nel tavolo del risico
La delusione, sai,
adesso ci colpisce anche nel fisico.
C’è qualcosa di rotto.
Walter ieri ci ha detto,
che vuol rivisitare il sessantotto.
Le tavolate lunghe
si sono sfilacciate
ed ognuno ritorna a casa sua
E l’aria della festa già si spreca:
il segretario dell’effelleemme
festeggia il capodanno in discoteca.
Io porto la sangria,
sembra tutto normale
ma già comincia ad andar via Stefania:
ha il padre in ospedale.
E poi, male per male,
telefona Michele dall’Irpinia.
Però la festa è un rito,
per un altro decennio ormai finito.
Le tavolate lunghe
si sono sfilacciate
La giunta di sinistra, rossa la chiamavamo
abbiam buon gusto e non la nominiamo.
Lottatori battuti
cattolici incalliti
lucidi idealisti
marxixti-leninisti e neo-sardisti.
Le tavolate lunghe
si sono sfilacciate
e sembriamo perdenti.
Ma non ci fermerà proprio nessuno
quando mezzo ubriachi e indifferenti
passiam nell’ottantuno.
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