Subito lo Ius Culturae

FdM-2022-sito-copertinad03262b0-5114-4947-a0e2-167924d3abf1L’offensiva della Chiesa sui diritti dei migranti “Subito lo Ius Culturae”
di Francesco Moscatelli

in “La Stampa” del 24 novembre 2022 [segue]
«Serve un piano serio di rivisitazione della casa dopo sessant’anni, sia garantita a tutti. Prima gli italiani? Lo sono anche quelli che arrivano e arriveranno». «Speriamo che la discussione sullo Ius si risolva presto. Da tanti anni siamo passati dallo Ius Soli allo Ius Culturae: troviamo la via d’uscita perché possa essere data l’opportunità a tantissimi che vogliono essere italiani». Immigrazione e diritti. Dall’accoglienza, intesa come gestione dei flussi, ma anche come diritto alla casa, alla riforma della legge sulla cittadinanza. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, torna a pungolare la politica e il governo su uno dei temi che più gli stanno cari e sui quali anche recentemente è intervenuto sostenendo che «quello delle migrazioni è un problema che va affrontato insieme, l’Europa deve aiutare tutti i Paesi, compresa l’Italia, che sono più esposti all’immigrazione».
Il capo dei vescovi italiani non cita direttamente l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ma è evidente che il suo ragionamento nasce anche dalle decisioni prese nelle scorse settimane sui respingimenti e i ricollocamenti dei migranti. E sugli impatti che queste scelte stanno avendo a livello europeo, come ha ricordato recentemente su Famiglia Cristiana il presidente della Fondazione Migrantes monsignor Gian Carlo Perego. «Siamo in un momento particolare – osserva Zuppi -. Il nostro Paese è una comunità all’interno dell’Europa, con un umanesimo a cui non dobbiamo mai venire meno, e che ha tanto da fare oggi. Mi auguro che tra dieci anni vi sia molta struttura in più e un sistema che forse noi non vedremo, ma è questo il grande ruolo della politica e dell’uso delle cose comuni».
Anche il luogo da cui il presidente della Cei sceglie di dire queste cose, l’assemblea nazionale dell’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) in corso in questi giorni alla fiera di Bergamo, dimostra che l’approccio del capo dei vescovi italiani è insieme ideale e pragmatico, vicino ai problemi concreti (come appunto quello di garantire a tutti un tetto) e alla capacità di trovare soluzioni che caratterizza l’azione degli amministratori locali. Proprio riferendosi ai sindaci, infatti, Zuppi sottolinea che «esprimono la comunità e hanno il vantaggio della prossimità».
Le parole dette a Bergamo dal cardinale rilanciano anche le riflessioni del settimo Festival della Migrazione, organizzato dalla Fondazione Migrantes, che si è aperto ieri in Emilia-Romagna. Un segnale che quella della Chiesa italiana sui migranti è un’offensiva mirata. «La nostra rassegna è un laboratorio importante per superare ritardi ideologici, pregiudizi e paure intorno ai migranti e finalmente governare un fenomeno che segnerà il nostro futuro – ha spiegato monsignor Perego presentando l’iniziativa -. La storia dei processi di democratizzazione delle società politiche occidentali coincide con la storia della progressiva affermazione dei diritti di cittadinanza, attraverso un duplice movimento: l’aumento del numero e del tipo di diritti riconosciuti e garantiti ai cittadini; la crescente estensione della classe dei cittadini, di coloro cioè che hanno titolo a godere di tali diritti. In un processo di democratizzazione, pertanto, una mobilità crescente e diffusa chiede non di limitare, ma di estendere la cittadinanza». E di immigrazione, ieri, rivolgendosi soprattutto all’Unione Europea che stenta a trovare una soluzione condivisa, ha parlato anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano: «Ancora oggi continua a essere drammatico il numero delle vittime nel mare ed è sempre più urgente una risposta politica».

2 Responses to Subito lo Ius Culturae

  1. Aladinpensiero scrive:

    Un appunto per gli amici del Patto per la Sardegna e non solo.
    In occasione di un’iniziativa Caritas, ieri (25/11) mi è capitato di parlare con il Vescovo. Si è trattato di una breve conversazione, comunque densa per alcuni ragionamenti che in estrema sintesi si sono tradotti da parte mia in tre proposte. Le elenco, solo per titoli: 1) un approfondimento della tematica dell’accoglienza dei migranti, centrata su ius soli, ius sanguinis, ius culturae, con particolare riferimento a quest’ultimo, che mi pare costituisca un impegno preciso della CEI (di cui il Vescovo Baturi è segretario generale); 2) provare a costruire nella nostra Diocesi alcune iniziative inquadrabili in una “cattedra dei non credenti” o anche “cortile dei gentili”, che possano coinvolgere anche il mondo accademico sardo; 3) approfondimenti sui documenti conciliari, in particolare sulla Gaudium et Spes. Il Vescovo mi sembra abbia considerato interessanti tali proposte, in particolare le prime due. Ha poi rilanciato su una tematica innovativa – che lui intende riprendere, collegata al suo messaggio alla città di Cagliari in occasione della festa del patrono San Saturnino – di riflessione/approfondimento su cos’è oggi la città, come sta rapidamente cambiando, quale rapporto inedito stabilisce con il resto del territorio… Ovviamente a lui interessa soprattutto l’aspetto pastorale. Ritengo sia argomento davvero importante, se solo pensiamo che le città moderne (Cagliari compresa nonostante le ridotte dimensioni rispetto alle metropoli italiane/europee/mondiali) stanno assumendo nuove ed inedite funzioni di straordinario rilievo. Si pensi che qualche studioso propone oggi una riflessione sulla trasformazione delle città moderne in “città-stato”. Ma non voglio divagare. Aggiungo che tali iniziative potrebbero essere inquadrabili nell’ambito del cantiere «partecipazione per la missione» scelto dalla Diocesi di Cagliari a completamento dei “Cantieri di Betania”. Solo per sottoporre queste e/o altre tematiche all’attenzione degli amici del Patto per la Sardegna! Che ne pensate? Scusate la lunghezza dell’intervento e Saludos a totus. Franco M.

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