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Newsletter n.279 del 19 ottobre 2022
LETTURE
Carissimi,
[segue]
“Dal libro dell’Esodo (17, 8-13).
In quel giorno Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. 9 Mosè disse a Giosuè : “Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio”. 10 Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. 11 Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. 12 Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l`altro dall`altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. 13 Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada. Parola di Dio”.
Questa è la prima lettura che domenica scorsa in tutte le chiese è stata proclamata prima del Vangelo. Essa trasmette l’immagine di un Dio magico, pagano e genocida. Che cosa aspettano i Vescovi a toglierla dal rituale della Messa di quel giorno? Va bene che bisogna affermare l’unità dei due Testamenti, va bene che di questi e simili passi la Commissione Teologica Internazionale ha scritto nel documento “Il monoteismo cristiano contro la violenza” (2014) che si tratta di “pagine che rimangono anche per noi credenti molto impressionanti e molto difficili da decifrare”, è vero che si può ricorrere all’interpretazione allegorica e tipologica, ma è anche vero che quel che è detto è detto, e ciò che è annunziato è annunziato. Ed è da ascolti come questo che nasce poi la reazione di ciò che passa sotto il nome di “post-teismo”. Problema teologico o pastorale? Gesù stesso, leggendo nella Sinagoga di Nazareth la profezia di Isaia tacque prima di citare il “giorno della vendetta del nostro Dio”.
Con i più cordiali saluti,
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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