Che succede?

c3dem_banner_04L’ABBAIARE DELLA NATO E I MORSI DI PUTIN
16 Giugno 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
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Dopo il colloquio di Bergoglio con le rivista di gesuiti (“Io, la Nato, Putin..”), ancora commenti: Adriano Sofri, “Troppa complessità, santo padre. In Ucraina servono le armi” (Foglio). Stefano Stefanini, “L’abbaiare della Nato non è la causa dei morsi di Putin” (La Stampa). Marco Revelli, “Un grido di pace contro l’incantesimo dei buoni contro i cattivi” (La Stampa). Marco Travaglio, “I vice-papi” (Il Fatto). Silvia Truzzi, “Un illustre putiniano parla di complessità” (Il Fatto). SULLA GUERRA: Lucio Caracciolo, “Solo Putin e Biden possono fare la pace” (La Stampa). Andriy Sadoviy (sindaco di Leopoli), “Senza l’argine ucraino la guerra dilagherà” (intervista al Corriere della sera). Micol Flammini, “Il piano russo per dividere l’Ucraina in quattro distretti” (Foglio). Nathalie Tocci, “Anche se prende il Donbass, Putin ha perso” (La Stampa). Domenico Quirico, “Se la trappola degli istruttori trascina l’Occidente in guerra” (La Stampa). Gen. Giuseppe Cucchi, “La Nato andava sciolta dopo la caduta del Muro” (Il Riformista). Lorenzo Gerini, “No, l’Occidente non si farà umiliare da Putin” (colloquio con Claudio Cerasa – Foglio). Andrea Bonanni, “Il prezzo della pace e quello della guerra” (Repubblica). Stefano Pontecorvo, “L’Occidente non può ripetere in Ucraina gli stessi errori commessi in Afghanistan” (intervista a Domani). Robert Kaplan, “Il ritorno del regime comunista” (La Stampa). Ezio Mauro, “Putin e la guerra del destino” (Repubblica). Ernesto Galli della Loggia, “Noi e la Russia, il grande equivoco” (Corriere della sera). Riccardo Michelucci, “Nuova mobilitazione a Firenze contro la guerra” (Avvenire).
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Nuova mobilitazione a Firenze «La guerra? Non è la soluzione»
di Riccardo Michelucci
in “Avvenire” del 16 giugno 2022
«La guerra è cominciata e per questo bisogna continuarla: è così che si presenta il fatto agli uomini più semplici, ignoranti, che agiscono sotto l’influenza delle piccole passioni e lo stordimento a cui sono in preda. Le genti istruite ragionano nella stessa maniera, tentando di provare che l’uomo non ha il suo libero arbitrio, e che anche se comprende che l’opera cominciata da lui non è buona, non può fermarsi. E gli uomini, storditi, abbrutiti, continuano l’opera terribile». Quando lo storico dell’arte Tomaso Montanari evoca le parole scritte oltre un secolo fa da Tolstoj per opporsi alla guerra tra Russia e Giappone, la piazza fiorentina si è già riempita di persone, di bandiere arcobaleno, di speranza. I ‘Mille contro la guerra permanente’ si sono dati appuntamento davanti alla chiesa del Carmine, nel cuore del centro di Firenze, in una piazza dove nel Medioevo il popolo incontrava i predicatori e dove i partigiani lottarono per la libertà dal nazifascismo. Ieri sera ad affollare quella stessa piazza c’erano tutti quelli che credono fermamente nella necessità di una soluzione diplomatica per risolvere il conflitto ucraino. E chiedono a gran voce al governo italiano di non inviare più armi a Kiev. A ribadirlo c’era un ex ministro, Vannino Chiti, che ha spiegato di essere sceso in piazza «in solidarietà con l’Ucraina aggredita» e anche per proporre un cessate il fuoco seguito da una trattativa di pace. «Ma emarginare la Russia o ampliare ulteriormente la Nato – ha detto – sarebbe un gravissimo errore». L’iniziativa dei ‘Mille contro la guerra’ lanciata alcuni giorni fa a Firenze ha promosso un appello – anzi, ‘una chiamata alla mobilitazione’, come precisano gli organizzatori – che ha già raccolto oltre 1.500 firme. Ieri sera, in piazza del Carmine, soltanto la pioggia improvvisa ha impedito che fossero molto di più.
Il sagrato della basilica, illuminato dalle luci della sua splendida facciata rinascimentale, è stato il palco naturale sul quale si sono alternati esponenti del mondo della cultura, della politica e dell’associazionismo pacifista cattolico e laico. In una maratona di parole e musica che è durata fino a tardi con artisti, intellettuali, politici e attivisti. Tutti accomunati dalla convinzione che «l’unica guerra giusta è quella che non si fa» e dalla volontà di andare in direzione ostinata e contraria rispetto a chi considera la guerra un male necessario, ineluttabile, quasi salvifico. Da Martina Pignatti di ‘Un ponte per’ a Sandra Carpi Lapi dell’assemblea contro la guerra di Firenze, dalle attrici Anna Meacci e Daniela Morozzi alle cantanti Chiara Riondino e Lisetta Luchini, da Daniela Barbaresi della segreteria nazionale Cgil a Francesco Auletta, consigliere comunale impegnato contro la nuova base militare che il governo vorrebbe realizzare a Coltano, nei pressi di Pisa. E poi i giovani, come Flavia degli Studenti di sinistra e Zoe, attivista fiorentina dei Fridays for Future, salita sul sagrato per gridare che «la guerra deve finire subito anche perché aggrava enormemente i mutamenti climatici». Molti interventi hanno citato le recenti, coraggiose dichiarazioni del Papa ricordando anche i pilastri del pacifismo fiorentino, come don Milani e padre Ernesto Balducci. «Chi si dice cristiano non può mai accettare la guerra come soluzione» ha detto Alessandro Santoro, parroco della comunità di base delle Piagge, che ha chiesto al popolo della pace di fare scelte coraggiose di disobbedienza civile come l’obiezione fiscale alle spese militari, «per smettere di foraggiare con le armi questo paradigma di violenza e sopraffazione». Poi la serata si è chiusa con un dialogo inedito e sorprendente tra l’attore Ascanio Celestini e padre Bernardo Gianni, l’abate di San Miniato al Monte che nel 2019 venne chiamato da papa Francesco a guidare gli esercizi spirituali di Quaresima della Curia romana.

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