L’attualità di Charles de Foucauld.
Charles de Foucauld, uomo del dialogo con i musulmani e della fraternità universale, un santo amato dai sardi
di Franco Meloni
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Alla canonizzazione di Charles de Foucauld domenica 15 maggio in piazza San Pietro era presente anche una piccola delegazione di sardi. Gran parte di essi aveva condiviso il messaggio del santo eremita sostenendo e partecipando alle attività sociali e religiose di suoi seguaci, piccoli fratelli del Vangelo, che a far data dall’agosto 1957, presero dimora a Bindua, un minuscolo borgo del Sulcis Iglesiente, fondando una delle prime fraternità, a cui seguì in Sardegna quella di Ottana (ambedue non più attive), mentre il movimento si diffondeva nel Mondo. Tra i primi tre piccoli fratelli di Bindua spiccava la figura di Arturo Paoli, presbitero, che dalla Sardegna spostò la sua attività missionaria in Algeria e successivamente in America Latina (Argentina, Venezuela, Brasile), mantenendo comunque forti rapporti con i suoi amici sardi. Spesso impegnato in cicli di conferenze in Italia e in Sardegna, dappertutto seguite con grande interesse. Proprio Paoli, morto a Lucca nel 2015 a 102 anni, ha fatto conoscere Charles de Foucauld a Papa Francesco, come riconosciuto dallo stesso pontefice nel breve discorso tenuto ai membri dell’Associazione Famiglia Spirituale Charles de Foucauld a Roma in occasione della canonizzazione. Dice il Papa: “Charles de Foucauld, profondamente segnato dalla vita umile e nascosta di Gesù a Nazaret, che adorava in silenzio, ha voluto essere un fratello universale”. Così come Francesco d’Assisi, con fratel Carlo de Foucauld ispiratore della “Fratelli tutti”: veri pilastri “architettonici” della fraternità.
Dunque San Carlo de Foucauld ha speciale attenzione in Sardegna e il suo culto è destinato a crescervi per il messaggio spirituale fortemente attuale incarnato dalla sua pur breve vita, che può dare convincenti risposte alla crisi di senso che attraversa la nostra tormentata epoca.
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