Ostinatamente per la Pace. Nulla di intentato
31 MAGGIO ORE 18 – #STOPTHEWARNOW UCRAINA: PACE, AIUTO UMANITARIO ED ACCOGLIENZA
1° webinar di FQTS – martedì 31 maggio 2022 dalle ore 18.00 alle 19.30
#StopTheWarNow Ucraina: pace, aiuto umanitario ed accoglienza sarà un dialogo coordinato da Silvia Stilli, portavoce di AOI al quale porteranno il loro contributo Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD; Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum del Terzo Settore; Chiara Tommasini, Presidente di CSVnet; Gianpiero Cofano, Segretario Generale Associazione Papa Giovanni XXIII e portavoce #StopTheWarNow; Alberto Capannini, Operazione Colomba; Ivana Borsotto, Presidente Focsiv.
Una riflessione comune che a partire dalle iniziative concrete che molti soggetti del nostro mondo hanno promosso e a cui hanno preso parte in questi difficili tempi di guerra, sarà occasione per dare visibilità al valore delle azioni di solidarietà internazionale che hanno mobilitato il Paese e alla straordinaria accoglienza immediata per donne, uomini, bambine bambini in fuga dalla guerra in Ucraina nel nome dell’impegno per la Pace.
Per partecipare è necessario registrarsi qui: https://tinyurl.com/heteubwj
Stop The War Now nasce come un’azione di pace promossa da organizzazioni della società civile italiana e da associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale. A partire da un ristretto gruppo di realtà cattoliche l’iniziativa si poi rapidamente diffusa fino a raccogliere oltre 150 adesioni. Una carovana di pace che dal 1 al 4 aprile ha portato a Leopoli, in Ucraina, associazioni, volontari e aiuti umanitari, per poi riportare in Italia 300 rifugiati, la maggior parte dei quali in condizioni fisiche, psichiche e sanitarie molto precarie.
Questa iniziativa è stata un’importante risposta a quanto stava accadendo in Ucraina, un modo del Terzo settore per ribadire il suo fermo no ad ogni guerra, ad ogni violenza e violazione dei diritti umani. Contemporaneamente, ed in tempi molto rapidi, tutto il Terzo settore italiano si è mobilitato per portare risposte e sostegno ai bisogni del popolo ucraino: dalla raccolta di materiali e beni di prima necessità, all’assistenza sanitaria, dalle campagne di raccolta fondi, all’assistenza dei profughi in loco fino all’accoglienza nel nostro Paese. Il Terzo settore infatti, come per tutte le emergenze, non è rimasto fermo e indifferente, ma anzi, si è attivato immediatamente con iniziative di solidarietà.
Il progetto formativo FQTS (Formazione Quadri Terzo Settore), promosso dal Forum del Terzo Settore e CSVnet e sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, ha l’obiettivo di declinare in azioni concrete e modalità operative aperte l’impegno di carattere relazionale, politico e organizzativo, sviluppandosi all’interno della dimensione comunitaria. Proprio in questo quadro e in conseguenza degli eventi geopolitici che stiamo vivendo e che ci chiamano in prima persona a ragionare sulle complessità di questa situazione, il progetto FQTS ha deciso che il 1° di un ciclo di quattro webinar previsti, approfondisse proprio la delicata attualità di questi mesi.
I quattro webinar sono rivolti non solo agli oltre 900 partecipanti al percorso formativo, ma a tutti coloro che vorranno approfondire e riflettere i temi di volta in volta trattati.
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SCONFIGGERE L’UOMO FORTE
28 Maggio 2022 su C3dem
Paolo Lepri, “Noi e la guerra. Una battaglia ideale per la difesa dei diritti” (Corriere della sera). Frans Timmermans, “Basta mettere i soldi in tasca a Mosca. La resistenza inizia nelle nostre case” (intervista a La Stampa). Siegmund Ginzberg, “Cent’anni di antiamericanismo” (Foglio). Rony Hamaui, “Sconfiggere l’uomo forte è il primo obiettivo” (lavoce.info). UCRAINA/RUSSIA: Vittorio E. Parsi, “La Ue non reggerà all’infinito. Bisogna farlo capire a Kiev” (intervista a Qn). Paola Peduzzi, “L’impatto dei negoziati prematuri, mentre Mosca ribalta il conflitto” (Foglio). Micol Flammini, “Le domande a Kiev” (Foglio). Gianandrea Gaiani, “Donbass, la tenaglia russa. A Mosca il 25% dell’Ucraina” (Mattino). Cecilia Sala, “I russi arrivano a Severodonetsk prima dei razzi americani” (Foglio). Paolo Mastrolilli, “Gli Usa si interrogano sui nuovi obiettivi” (Repubblica). Massimo Gaggi, “Perché Biden rischia di essere isolato” (Corriere della sera). Mattia Diletti, “Biden ha ereditato un paese polarizzato e paralizzato” (Scenari/Domani). Tommaso Ciriaco, “Il negoziato di Draghi per liberare il grano” (Repubblica). Vittorio Da Rold, “Quello che non torna nella strategia di Draghi sull’Ucraina” (Domani). Francesca Basso, “Le vie del grano: i treni o il Bosforo” (La Stampa). Marco Bresolin, “Per salvare l’embargo Ue sul petrolio, si va verso l’esenzione all’Ungheria” (La Stampa). David Carretta, “L’Europa è divisa su come deve finire la guerra” (Foglio). Barbara Spinelli, “Sulla guerra la Russia ha due linee diverse, e anche l’Europa” (Il Fatto). Franco Monaco, “Per la pace servono concessioni reciproche, non soltanto a Kiev” (Il Fatto). Carlo Galli, “Un abbaglio chiamato Putin” (Repubblica). Salvatore Bragantini, “Le contorsioni intellettuali dei ‘realisti’ e ‘complessisti’ sulle mosse di Putin” (Domani). Nadia Urbinati, “La guerra in Ucraina sta cambiando l’Occidente” (Domani). INOLTRE: Jeffrey Sachs, “Finalmente abbiamo capito che crescita e sviluppo non sono la stessa cosa” (Sole 24 ore).
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L’ASSE PD-M5S ALLA RICERCA DI EQUILIBRIO. RICORDARE DE MITA. SINDACATO E POPULISMO
28 Maggio 2022 su C3dem
Ilvo Diamanti, “FdI primo, tiene il Pd. L’Italia senza partiti, contano solo i leader” (Repubblica). Francesco Verderami, “Crisi del grano, allarme profughi” (Corriere della sera). Daniela Preziosi e Lisa Di Giuseppe, “L’irresistibile discesa del leader mai nato nel M5s” (Domani). Ferdinando Adornato, “L’asse Pd-M5s alla ricerca di equilibrio” (Messaggero). Lina Palmerini, “Per Letta e Meloni buone e cattive notizie dai sondaggi” (Sole 24 ore). Claudio Cerasa, “Prove di destra draghiana. Il manifesto antipopulista di Fedriga” (Foglio). Marco Cremonesi, “La visita a Parolin, i contatti turchi, Salvini pronto a partire per Mosca” (Corriere della sera). Stefano Passigli, “La guerra e le prospettive di governo” (Corriere della sera). Guido Melis, “Perché la Pubblica amministrazione rischia di non cambiare mai” (Domani). REFERENDUM: Gianluca De Rosa, “Il referendum e il Pd” (Foglio). “Percorsi separati per giudici e pm, il Sì di Ceccanti, il No di Ferraresi” (Sole 24 ore). Stefano Ceccanti, “Alcune considerazioni sul referendum sulla giustizia” (Paradoxa forum). INOLTRE: Dario Di Vico, “I sindacati travolti dal populismo” (Foglio). Gherardo Colombo, “Perché si può abolire il carcere” (Left)
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CIRIACO DE MITA: Marco Damilano, “Il tempo lungo di Ciriaco De Mita” (Foglio). Pierluigi Castagnetti, “Con lui se ne va un’epoca politica. Il suo coraggio non fu compreso” (intervista ad Avvenire). Marcello Sorgi, “L’ultimo democristiano” (La Stampa). Guido Bodrato, “Ha sempre creduto nella mano pubblica” (intervista al Manifesto).
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Riflessione sulla scomparsa di Ciriaco De Mita
di Lucio Garofalo
Seppur volessi, non riuscirei ad associarmi alla “canea” delle dichiarazioni di cordoglio, al coro quasi unanime delle condoglianze, più o meno sincere ed ipocrite che siano, per il lutto che ha investito la comunità di Nusco, in particolare la famiglia De Mita, nonché il territorio dell’Irpinia e dintorni. Non riesco ad avvertire alcun dolore autentico. Si potrà obiettare che “il sentimento del cordoglio è per l’uomo, non per il politico”… In verità, l’uomo e il politico sono inscindibili da circa 70 anni, se non oltre, da quando, nel 1953, se non erro, la “buonanima” esordì sulla scena politica aderendo alla corrente della “Sinistra di Base” che apparteneva alla “Balena bianca”, la Democrazia Cristiana. La carriera politica di De Mita decollò grazie anche alla moglie, che era la segretaria di Fiorentino Sullo, esponente di spicco della DC, anch’egli originario dell’Irpinia, precisamente di Paternopoli… Negli anni ’80, il figlio del sarto di Nusco riuscì a diventare uno degli uomini politici più potenti d’Italia, costituì il punto di riferimento, il perno centrale attorno a cui ruotava un ceto dirigente democristiano che annoverava numerosi elementi provenienti dall’Irpinia: Gerardo Bianco, Giuseppe Gargani, Salverino De Vito, Lorenzo De Vitto ed altri… Fu l’unico leader DC a ricoprire nello stesso tempo la carica di Presidente del Consiglio, dal 1988 al 1989, e segretario nazionale del partito, dal 1982 al 1989. Ciriaco De Mita è stato un astuto ed abile politico, nonché un intellettuale colto e raffinato, provvisto di una mente acuta, capace di elaborare un pensiero progettuale di ampio respiro, ma tali qualità politiche ed intellettuali furono subordinate ad un disegno egoistico di accrescimento e mantenimento del potere, per sé e per la propria cerchia familiare, amicale e clientelare… Ma il fallimento storico-politico del demitismo è testimoniato da numerosi fatti ed elementi concreti, alcuni dei quali appaiono in una dimensione drammatica e raccapricciante: dallo spopolamento crescente ed inarrestabile delle comunità dell’entroterra irpino, del cratere sismico in maniera particolare, alla chiusura di numerose fabbriche (alcune erano già decotte in partenza) ed intere aree industriali, installate durante la lunga stagione della ricostruzione post-sismica, grazie agli ingenti fondi pubblici erogati dalla Legge n. 219 del 1981: ben 60mila miliardi di vecchie lire, di cui una percentuale assai cospicua è stata dirottata per finanziare la camorra e rimpinguare le attività illecite ed il malaffare… Senza omettere che la nostra terra, l’Irpinia, detiene il lugubre primato dei suicidi in tutto il Meridione d’Italia… Potrei proseguire qui nel “dipingere” il macabro e desolante quadro storico-politico ed esistenziale, ma ritengo che la sintesi che ho formulato basti. Sorvolerei sul caso, arcinoto (ma non ai più), dell’Irpinia-gate, sul quale venne scritto e pubblicato un libro nel 1989… Insomma, con la dipartita di Ciriaco De Mita è scomparso un “nemico di classe” per il movimento comunista ed antagonista irpino (o, almeno, per i soggetti sopravvissuti, per i “cani sciolti”, tra cui il sottoscritto)… De Mita è stato un avversario politico per intere generazioni di comunisti e dissidenti che hanno osteggiato il suo sistema di potere, instaurato soprattutto in Irpinia e nel Sannio. Un sistema di potere molto ramificato e radicato principalmente nel settore della sanità regionale, delle imprese industriali, delle banche e dovunque si allungassero i suoi tentacoli voraci… In futuro si dovrà contrastare il “demitismo senza De Mita”, cioè il sistema di potere imposto ed esercitato dagli epigoni del “podestà” di Nusco… Perciò, temo che si rischi di rimpiangere (!) il “demitismo” con De Mita.
Lucio Garofalo
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