È online Rocca numero dieci duemilaventidue
la prossima rivoluzione
L’editoriale del direttore Mariano Borgognoni.
La guerra continua. Tutti i realisti ci dicono, di fatto, che non c’è alternativa, che inevitabilmente sarà lunga e che, solo quando si raggiungerà il pareggio delle forze, si arriverà alla pace. Preciso
preciso Tacito: «dove faranno un deserto lo chiameranno pace». [segue] L’alternativa qual è? Si continua a domandare. Siete forse amici di Putin? continuano ad insinuare quelli che di Putin e degli oligarchi sono stati davvero amici e sodali. Volete la resa di un popolo aggredito? No, vogliamo batterci per una pace davvero realistica, che consolidi l’autonomia dell’Ucraina, la sua chance di essere, attraverso la neutralità, un ponte tra Occidente e Russia e che, al suo interno, riconosca e valorizzi il proprio pluralismo etnico, linguistico e religioso. Una pace possibile se ci sarà una grande mobilitazione mondiale e se l’Europa svolgerà il ruolo di mediazione a cui è chiamata. Non si tratta di stare fermi ma, tutto al contrario, di uscire dall’immobilismo della politica. Più Europa, più autonoma nella prospettiva di un mondo multipolare. Un’Europa con un suo sistema di difesa meno costoso e subalterno. Un’Europa che rilanci la grande idea del disarmo bilanciato, a cominciare da quello atomico. Solo liberando risorse oggi destinate alle politiche di armamento sarà possibile combattere la povertà, le pandemie, gli squilibri ambientali. Un mondo più armato è invece un mondo più affamato, più disuguale, più ingiusto. Per questo oggi è il tempo di rovesciare il tavolo e di mettere in campo il realismo della pace. Ridare dignità all’intuizione che sottostà all’articolo 11 della nostra Costituzione che «ripudia la guerra (…) come strumento di risoluzione delle controversie internazionali». Abbiamo deciso di aprire sulle pagine di Rocca una riflessione di fondo su «Pace e guerra», non solo sotto il profilo geopolitico ma anche su quello sociale, culturale, antropologico, psicologico, teologico. Il faticoso cammino di umanizzazione torna infatti a mostrare la sua vulnerabilità. Tornano le domande sul male, sulla capacità di metterlo sotto controllo; tornano, novant’anni dopo, i temi del celebre carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud sulla possibilità di vincere gli interessi e gli istinti che talora ci orientano verso thanatos piuttosto che verso eros. La situazione è troppo grave per consentirci il lusso del pessimismo! Dobbiamo saper vedere il difficile cammino di donne e uomini verso una storia che non sia il «banco di macellaio» di cui parlava Hegel. In questo cammino lento e difficile ci sono stati passaggi fondamentali, tappe storiche, rivoluzioni. Quella che attraverso il diritto ha sottratto i rapporti umani al puro arbitrio; quella che con la democrazia ha progressivamente reso gli uomini, almeno formalmente, uguali; quella che con l’istanza socialista ha cercato di rendere gli uomini sempre più sostanzialmente uguali attraverso la promozione dei diritti sociali; quella che con l’emancipazione femminile, la rivoluzione più estesa, mole- colare e non violenta che il mondo abbia conosciuto, sta conquistando palmo per palmo, con fatica ma inesorabilmente, la parità nella diversità tra femmine e maschi. La prossima rivoluzione dovrà e potrà essere quella di tabuizzare la guerra come strumento per risolvere i conflitti tra gli Stati. Un tempo anche i conflitti tra gli uomini venivano risolti ricorrendo alla pura forza, ma dalla guerra di tutti contro tutti siamo usciti istituendo autorità pubbliche. La prossima rivoluzione a cui tante grandi anime hanno aperto la strada è quella della nonviolenza. La più difficile, la più necessaria, la più urgente. La più degna di essere combattuta e certamente la più esigente, perché richiede un cambiamento non solo delle strutture sociali ma un mutamento di sé, una faticosa metanoia. Ogni guerra e questa guerra così vicina, ci ricorda i rischi radicali a cui siamo esposti. E anche il timore può essere alleato dell’amore nel far progredire la prossima rivoluzione.
❑ ROCCA 15 MAGGIO 2022
l’editoriale
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