Dalla parte delle vittime
Le Chiese si schierano nella guerra tra Russia e Ucraina. Il credente si sente smarrito e si chiede: ma Dio dov’è?
La Repubblica – 11 aprile 2022
di Enzo Bianchi
(Segue)
Per i cristiani d’occidente è già iniziata la settimana della Passione di Gesù Cristo, mentre per gli ortodossi le celebrazioni inizieranno alla fine di questi giorni che vogliono essere per tutte le chiese memoria triste e dolorosa della morte del Signore. Comunque per tutti queste sono settimane di guerra feroce e assassina, guerra prevedibile, ma che continuavamo a rimuovere dai nostri pensieri e nelle relazioni tra popoli europei. Questa è una guerra che continuerà ancora, come ha auspicato a Varsavia il presidente Biden, perché solo se continua apporterà veri benefici ad alcune potenze occidentali, e soprattutto alle industrie che producono armamenti sempre più sofisticati. E così ogni giorno assistiamo alla “passione” di uomini e donne, vecchi e bambini, russi e ucraini, vittime dei bombardamenti di “missili intelligenti”, di armi devastanti e purtroppo anche di violenze, torture, eccidi compiuti con azioni di violenza sulle persone.
Ormai conosciamo attraverso i filmati e le dichiarazioni dei reporter racconti di passione e morte che aumentano ogni giorno e sembrano non avere limite né tregua. Questi uomini che si combattono e muoiono appartengono a una stessa storia, sono tutti cristiani che hanno come prima vocazione la fraternità. Eppure siamo giunti a ciò che pareva impossibile, ciò per cui le chiese avevano chiesto perdono a Dio, promettendogli una conversione, promettendo di non ricorrere “mai più” al suo nome per associarlo a uno schieramento in guerra.
Invece il “Dio con noi” è nuovamente risuonato da un esercito contro l’altro esercito, e accanto agli eserciti le chiese, una stessa chiesa da una parte e dall’altra che ha benedetto le armi e i soldati e maledetto gli avversari. Un odio che è diventato anche odio tra la gente, i due popoli, un odio che ha dominato il linguaggio della preghiera e della liturgia. E mentre in una chiesa si brucia incenso, si accendono candele alla Madre di Dio, si implora la vittoria, nell’altra si compiono gli stessi riti e si invoca l’annientamento del nemico. Una guerra diventata non solo “giusta”, come amano definirla in occidente, ma santa e benedetta da Dio perché scontro tra la luce e le tenebre, la Verità e l’Anticristo.
In questo inferno il credente si sente veramente smarrito e si chiede: ma Dio dove sta? Dov’è? Non è una domanda nuova, ma oggi non riguarda soltanto il fatto che Dio non interviene ed è muto, ma risuona come straziante interrogativo sui cristiani: com’è possibile che si ammazzino in una guerra così spietata invocando Dio gli uni contro gli altri? Che Dio è mai questo? Che forza vincolante ha il Vangelo sui cristiani? Nessuna forza, occorre rispondere con cuore lacerato. Com’è possibile un tale tradimento del Vangelo? Non ci sono spiegazioni, occorre solo fare silenzio e andare alla Passione di Gesù che in questi giorni viene letta e riletta e meditata.
Un uomo giusto, che non ha mai operato il male ma che è stato giudicato un bestemmiatore dai rappresentanti di Dio in terra e giudicato nocivo per la convivenza anche dal potere totalitario romano, è arrestato, è torturato, è condannato senza un processo, è oggetto di violenza e di disprezzo, ed è ucciso appeso a un legno. Ed era il Figlio di Dio, era Dio! Ecco Dio dove sta, ecco dov’è! Ieri come oggi, dove ci sono vittime innocenti occorre cercare Dio e individuare da che parte sta. È paradossale ma è così!
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