Sinodo: la Pro Civitate Christiana avvia il cammino sinodale

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in un tempo di rinascita

Per avviare un “cammino sinodale”
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Assisi:
live dalla Cittadella della Pro Civitate Christiana. Serata di apertura del 79° Corso di studi cristiani.

SINODO. INSIEME PER CAMMINARE INSIEME.
Aperture di don Tonio Dell’Olio, Presidente della Pcc e di mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi.
Intervista di Vania De Luca, giornalista Rai, a mons. Erio Castellucci, Vescovo di Carpi, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana.
Partecipazione “in presenza” e su piattaforma. Il diretta su Youtube, canale Pcc.
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Assisi:
live 02 dalla Cittadella della Pro Civitate Christiana.
EXEMPLA… Seconda giornata del 79° Corso di studi cristiani.
SINODO. INSIEME PER CAMMINARE INSIEME.

Andrea Grillo, teologo, liturgista, Maria Bonafede, pastora, già Moderatore della Tavola Valdese, Myriam D’Agostino, monaca benedettina; conduzione di Maria Rita Valli, giornalista “La Voce”.
Partecipazione “in presenza” e su piattaforma. Il diretta su Youtube, canale Pcc.
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[Dalla pagina fb di Renzo Salvi].
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Per avviare un “cammino sinodale”

One Response to Sinodo: la Pro Civitate Christiana avvia il cammino sinodale

  1. Franco Meloni scrive:

    L’opinione
    IL SINODO ITALIANO E LA CHIESA CATTOLICA CHE TUTTI VORREMMO
    -
    di Giovanni Ferrò
    In Italia si contano oltre 60 milioni di cittadini, di cui grosso modo 50 milioni di adulti. Le ricerche socio-religiose più recenti e affidabili (vedi Franco Garelli, Gente di poca fede, Il Mulino) dicono che i cattolici convinti e praticanti sono poco più del 22 per cento. In cifra assoluta, quindi, 11 milioni e rotti. Fare – anche solo così, a spanne – i conti della serva sulla popolazione credente nel nostro Paese non è un esercizio ozioso: perché se è vero, come dice papa Francesco, che la sinodalità è «il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio», allora non si potrà che partire dall’ascolto di questi 11 milioni di persone che – bene o male, con tutti i loro limiti e le loro povertà – rappresentano il popolo di Dio che è in Italia.
    E qui non si tratta di un’immagine figurata o di una sottile metafora: la macchina del sinodo italiano che si è appena messa in moto dovrà inventare forme e modi per consultare e ascoltare sul serio i credenti attivi e impegnati che rappresentano le membra della Chiesa in Italia. Intendiamoci: bisognerebbe ascoltare l’intero Paese, le persone che non credono o credono “altrimenti”, i cattolici che si sono allontanati, i giovani che non parlano neanche la stessa “lingua” della Chiesa. Ma se questo è un caldo auspicio, l’ascolto dei praticanti è proprio un dovere. Senza la voce reale del popolo di Dio, non si dà neppure l’ombra di un sinodo.
    Diciamocelo: è comprensibile che un tale processo faccia paura all’episcopato. Quando si dà voce a una comunità così ampia e, alla fin fine, così poco conosciuta, non si sa mai quali possano essere i sentimenti e i pensieri dominanti. Il rischio che emergano posizioni scomode, però, non può frenare o addirittura bloccare il dovere evangelico dell’ascolto. Si tratta, perciò, di gettare il cuore oltre l’ostacolo dei consueti timori clericali e di mettere in moto un processo di consultazione “dal basso” – e di ascolto dello Spirito – libero e aperto.
    Proposta: perché, dunque, non partire con un’assemblea da tenere in ogni parrocchia d’Italia, a cui invitare tutti i propri fedeli? Titolo: La comunità cristiana che vorrei.

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