Che succede?

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ACCOGLIERE I RIFUGIATI AFGHANI. IL PIANETA TALEBANI. FINE VITA, VERSO IL REFERENDUM

18 Agosto 2021 su C3dem.
Paolo Gentiloni, “Accogliere i rifugiati o l’Europa rischia arrivi fuori controllo” (intervista al Messaggero). Barbara Fiammeri, “La crisi afghana riaccende lo scontro sui migranti” (Sole 24 ore). Stefano Feltri, “E adesso accogliamo tutti, è un obbligo morale” (Domani). Luigi Manconi, “Ma io vi prego, accogliamoli” (La Stampa). Mario Giro, “Una preghiera per chi muore lentamente nella storia” (Domani). Marco Impagliazzo, “Tre proposte per chi chiede protezione” (Avvenire). Uski Audino, “Merkel: ‘Vent’anni di sforzi senza successo. E ora l’Unione teme un’ondata di migranti” (La Stampa). Carmelo Caruso, “Draghi annuncia un asse con Merkel per l’Afghanistan” (Foglio). CHI SONO E CHE FARANNO I TALEBANI? Francesco Cremonesi, “Pianeta talebani. Chi sono e cosa vogliono” (Corriere della sera). Francesca Manenti, “Non sono più i talebani di 20 anni fa, ma il fondamentalismo resta lo stesso” (intervista a Avvenire). Micol Flammini, “La doppiezza talebana” Foglio). Mario Giro, “Nazionalisti ma non jihadisti. Come pensano i nuovi talebani” (Domani). Roberto Saviano, “Eroina, miliardi e geopolitica. I talebani sono i nuovi narcos” (Corriere della sera). FINE VITA: Francesca Schianchi, “Fine vita: 500mila firme, e adesso il referendum” (La Stampa). Francesco Ognibene, “Eutanasia, verso il referendum” (Avvenire). Marco Cappato, “Che svolta le 500mila firme di giovani e cattolici per l’eutanasia” (intervista a Repubblica). Federico Capurso, “Eutanasia, Vaticano in allarme” (La Stampa). Elisa Calessi, “Il Vaticano boccia l’eutanasia per legge” (Libero). Lucetta Scaraffia, “Non lasciamo solo chi chiede il fine vita” (La Stampa). MEETING DI RIMINI: Giorgio Vittadini, “Al Meeting di Rimini è di scena l’io collettivo” (intervista a Qn) e “Interpretare il lavoro come percorso: la sfida per il futuro” (Sole 24 ore). INOLTRE: Sabino Cassese, “Tutti i poteri del presidente” (Foglio). Franco Monaco, “L’anomalia di Berlusconi ha minato il possibile bipolarismo” (Il Fatto). Giorgia Serughetti, “Ammettere l’incertezza sui vaccini può ricomporre la sfiducia degli scettici” (Domani). Guido Maria Brera, “Globalizzazione, il ritardo è un vantaggio” (La Stampa).
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IL DISCORSO DI BIDEN CHE GELA L’EUROPA. LA DEMOCRAZIA NON E’ POSSIBILE IN AFGHANISTAN?

18 Agosto 2021 su C3dem
Francesco Semprini, “Biden difende la ritirata: non era compito nostro costruire una nazione” e “La politica estera Usa: il passo indietro di Biden” (La Stampa). Charles Kupchan, “Perché Biden ha scelto il ritiro” (Repubblica). Paolo Garimberti, “Un’anatra zoppa alla casa Bianca” (Repubblica). Lia Quartapelle, “Il discorso di Biden cambia il modo in cui guardiamo il mondo” (intervista a Linkiesta). Claudio Cerasa, “La teoria del vuoto afghano e l’Europa” (Foglio). Ezio Mauro, “Il dilemma della democrazia” (Repubblica). Pasquale Annicchino, “La caduta dell’Afghanistan è il trionfo di un Occidente che non ha ideali universali” (Domani). ESPORTARE LA DEMOCRAZIA? Enrico Letta, “La democrazia non si può esportare con la guerra” (intervista a Repubblica); e la replica (dura) di Giuliano Ferrara, “Esportare la democrazia non è mai stato un errore” (Foglio). Gianfranco Pasquino, “L’occupazione ha anche fatto emergere una società civile” (Domani). Enaiatollah Akbari, “Il mio paese sognava la vera democrazia” (La Stampa). Olivier Roy, “La resistenza dei giovani afghani ai mujaddhin sarà pacifica e culturale” (intervista a Il Fatto). Michael Walzer, “La guerra fu giusta. L’occupazione piena di errori e di ignoranza” (intervista al Corriere della sera). Nino Sergi (Intersos), “Alle radici del fallimento: inascoltata la società civile” (Avvenire). Gen. Vincenzo Camporini, “Questa guerra si poteva vincere. Washington si è mossa da sola. Ora l’Europa torni protagonista” (intervista al Messaggero). NUOVI SCENARI GEOPOLITICI: Danilo Taino, “C’è anche il rischio Pakistan” (Corriere della sera). Ugo Tramballi, “Il tramonto dell’impegno americano in Medio Oriente e la silenziosa avanzata cinese” (Sole 24 ore). Gianpiero Massolo, “L’Italia, l’Europa e la real politik” (Repubblica). Lucio Caracciolo, “America, Nato e altri disastri” (La Stampa). Renzo Guolo, “A chi parlano i talebani” (Repubblica). Emma Bonino, “Aveva detto ‘America is back’. Kabul è una tegola per Biden” (intervista al Riformista). Michele Marchi, “L’Occidente impreparato alle sfide del XXI secolo” (Il Quotidiano).
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L’AMORE CIVILE E POLITICO. LA SINODALITA’. IL POST PANDEMIA

16 Agosto 2021 by Giampiero Forcesi | su C3dem.

Fabrizio Mandreoli, “Appunti e prospettive sull’amore civile e politico” (Settimana news). Gigi Maistrello, “Gli attori nella comunità del futuro” (Settimana news). Jesus Martinez Gordo, “L’infarto teologico della sinodalità” (Baptises.fr., trad. it. finesettimana.org). CREDENTI E POST-PANDEMIA: Mons. Erio Castellucci, “Prioritario non perdere il buono nato con l’emergenza” (intervista a Avvenire). Nando Pagnoncelli, “I credenti possono fare la differenza” (intervista a Avvenire). DOPO LA RISPOSTA DI FRANCESCO A M. MAGGIANI: Marco Menduni, “Il mondo degli scrittori si ribella: ha ragione papa Francesco, ora basta con i lavoratori-schiavi” (La Stampa). Carlo Petrini, “Il papa, il lavoro e gli sfruttati” (La Stampa). Mario Tronti, “Sono grato al santo padre: la sinistra si deve occupare di questi orizzonti cruciali” (intervista a La Stampa). INOLTRE: Andrea Grillo, “Il sacro è immutabile? Il presunto principio che R. Sarah ha imparato da J. Ratzinger” (come se non). Vescovi della Calabria, “La Calabria chiede una vita buona” (Settimana news). Marco Grieco,”Negando la DAD il Vaticano ha escluso le donne dalla formazione teologica” (Domani). Vincenzo Passerini, “Valori umani, non solo medaglie d’oro” (Itlodeo). Raniero La Valle, “Le risorse in campo” (chiesadeipoveri).
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sbilanciamoci-20
Afghanistan, il fallimento della guerra
Giulio Marcon
Sbilanciamoci! 18 Agosto 2021 | Sezione: Editoriale, Politica
In questi giorni molti parlano del fallimento in Afghanistan. 20 anni in cui sono morti 170mila civili (a cui vanno aggiunti le migliaia di militari e combattenti uccisi) e sono stati spesi 5,4 mila miliardi di euro che, se utilizzati a fin di bene, avrebbero potuto debellare la povertà più estrema nel mondo.
[segue]
Per dare un’idea abbiamo speso per la guerra in Afganistan 33 volte di più di quanto tutti in paesi dell’OCSE (il club delle nazioni più ricche) investono ogni anno per l’aiuto allo sviluppo (161miliardi).
In tutto questo l’Italia è stata attiva complice mandando sul campo migliaia di soldati e -come ha denunciato la campagna Sbilanciamoci- destinando 10 miliardi di euro, più del doppio di quanto spendiamo ogni anno per l’aiuto pubblico allo sviluppo (in tutto il mondo). Ora, le forze politiche italiane si stracciano le vesti, senza ammettere le loro responsabilità, il fallimento oltre che della missione, anche delle loro idee e politiche guerrafondaie.

La popolazione afghana torna sotto il giogo dei talebani, le speranze delle donne e degli uomini di quel paese di vivere senza l’oppressione e la cappa di una dittatura finiscono tragicamente e amaramente. Quanta retorica (umanitaria) è stata fatta su una guerra (camuffata da intervento di pace) che sarebbe servita per permettere alle donne di andare a scuola e all’università e di togliersi il burka e alla popolazione di sperimentare le virtù della democrazia e dei diritti umani. Tutto finito. La guerra umanitaria, dai tempi del Kosovo, è solo un tragico ingannno, un ossimoro insostenibile. La guerra è sempre contro l’umanità.

Nei giorni in cui piangiamo la scomparsa di Gino Strada, val la pena ricordare la sua condanna della guerra “senza sè senza ma”. La guerra è un crimine, una violazione del diritto umanitario internazionale, non risolve i problemi, ma aggiunge altra sofferenza, nuove vittime. Ci avevano detto che l’intervento in Afghanistan sarebbe servito a debellare il terrorismo, che invece si è propagato nel mondo: l’ISIS non è certamente un lontano ricordo; che sarebbe servito a portare la democrazia e i diritti umani, e così non è stato; che sarebbe servito a stabilizzare la regione, e così non è. “L’imperialismo dei diritti umani”, come una volta ebbe a definirlo infastuamente Tony Blair si è dimostrato per quello che è: imperialismo, e basta.

Quello cui assistiamo non è solo il fallimento dell’intervento in Afghanistan, ma il fallimento della guerra. E’ quello che i pacifisti dicono da anni: le guerre sono sempre fatte per interessi economici e strategici, di potere, un affare per i produttori di armi e una tragedia per la popolazione civile. Bisognerebbe mettere in campo una politica di prevenzione dei conflitti, ma nessuno lo fa. Sarebbero necessarie delle Nazioni Unite con poteri e strumenti effettivi, veramente riformate e libere dal dominio delle grandi potenze, ma così non è. Quando nel 1992 il segretario dell’ONU Boutrous Ghali promosse l’Agenda per la pace (che serviva a dare strumenti all’ONU per prevenire le guerre) fu irriso, sbeffeggiato. Quel documento finì nel cestino.

Servirebbe una politica (non militare) di promozione della pace, della cooperazione, dei diritti umani, ma non succede. Servirebbe il disarmo, ma le spese militari continuano a crescere. Di chi è la responsabilità? Dei governi che continuano ad investire nella guerra, nelle armi, in politiche di potenza economica e strategica. Quello che l’Afghanistan ci insegna è che dobbiamo cambiare strada.
La guerra porta solo rovine.
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