IL GIOCO. PRENDIAMOLO SUL SERIO
L’occupazione preferita e più intensa del bambino è il gioco.
Forse si può dire che ogni bambino impegnato nel gioco si comporta come un poeta: in quanto si costruisce un suo proprio mondo, o meglio dà a suo piacere un nuovo assetto alle cose del suo mondo.
Avremmo torto se pensassimo che il bambino non prenda sul serio un tale mondo; egli prende anzi molto sul serio il suo gioco e vi impegna notevoli ammontari affettivi. Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale. (Sigmund Freud)
La rappresentazione tramite giocattoli – anzi, la rappresentazione simbolica in genere, dato che in certa misura è distinta dalla persona del soggetto – è meno investita di angoscia che non l’espressione verbale. (Melanie Klein)
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VESCOVI SARDI.
NICOLO’ CANELLES, nasce a Iglesias il 5 (o il 4) luglio 1515. Si laurea a Roma nel 1548 ed è ammesso, per la sua profonda cultura, alla mensa di papa Giulio III. Tornato in Sardegna nel 1551, fonda a Cagliari, nella strada che oggi porta il suo nome, quartiere Castello, la prima tipografia, a caratteri mobili, dell’isola. La prima pubblicazione è un catechismo in spagnolo, allora lingua ufficiale in Sardegna. Vicario della diocesi di Cagliari e poi Vescovo di Bosa, promuove il rinnovamento culturale e morale nella Chiesa e nella società sarda. Muore a Cagliari nel 1585, lasciando una ricca biblioteca: 3000 volumi di essa si trovano nella Biblioteca Universitaria di Cagliari.
DIEGO CADELLO, cardinale e arcivescovo di Cagliari, muore il 5 luglio 1807. Di lui abbiamo già parlato il 12 marzo (vedi “Gli occhiali di Piero” nel blog Aladin pensiero).
LAO SILESU Stanislao Silesu nasce a Samassi il 5 luglio 1883, da Anna Lai e Luigi. Cresce a Iglesias, dove il padre è organista della Cattedrale. A 10 anni fa il primo concerto, a 13 comincia a comporre. Si diploma al Conservatorio di Milano. Ha successo a Parigi con canzoni da café-chantant. Conosce Ravel, De Falla, Puccini. Enrico Caruso canta le sue romanze. A vent’anni compone l’opera Amsic…ora, in tre atti, libretto di Sestilio Magnanelli. Altre opere: Astore, atto unico, da una novella di Grazia Deledda; Il giglio nella valle, dal romanzo di Balzac; infine Gil Blas, incompiuta, dal romanzo picaresco di Alain René Lesage. Sua compagna di vita fu la cantante sarda Carmen de Villa. Morì a Parigi il 9 agosto 1953. “… interessante è l’orientamento di Lao Silesu nei riguardi dell’elaborazione dell’etnofonia sarda, della quale si è avuta spesso una riproduzione banale o troppo popolaresca o nel senso di una contaminazione estetico-cerebrale contrastante con la spontaneità e genuinità del canto popolare. Mi sembra che Lao Silesu in questo senso abbia scelto la via giusta…” (Ennio Porrino).
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