Gli OCCHIALI di PIERO. Antonio Labriola, Francesco Ciusa

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ANTONIO LABRIOLA
 Nasce a Cassino il 2 luglio 1843. Principale studioso italiano del marxismo fino a Gramsci, che da lui partirà nell’approfondimento del materialismo storico come filosofia della prassi, agli inizi hegeliano in filosofia e liberale in politica, matura negli anni dal ’74 all”87 le sue convinzioni socialiste e marxiste.
[più avanti Francesco Ciusa] 
Sostiene la necessità dell’apertura dell’ordinamento scolastico alle classi popolari: la lotta all’analfabetismo e l’istruzione di massa sono il primo passo per una maggiore democrazia nel paese. E’ favorevole al suffragio universale, che consenta l’ingresso degli operai nel Parlamento, alla politica di assistenza per le classi povere, all’intervento dello Stato nell’economia. Considera ogni accordo con la Chiesa (già nel 1887 si parlava di Concordato) un rischio di ingerenza del Vaticano nella politica italiana, una minaccia alla libertà di pensiero, auspica l’abolizione dell’insegnamento della religione. Denuncia l’uso della forza pubblica contro le manifestazioni popolari. auspica la formazione di un grande partito operaio “per il governo del popolo mediante il popolo stesso”. Entra in corrispondenza con Engels e coi principali dirigenti socialisti europei. Rimprovera Turati, leader socialista italiano, di essere superficiale nella teoria e arrendevole con gli avversari politici (vedesse oggi…). Muore il 12 febbraio 1904. E’ sepolto a Roma nel Cimitero acattolico, già Cimitero degli artisti e dei poeti, quartiere Testaccio, dove sono anche le tombe di Gramsci e di Gadda.
FRANCESCO CIUSA
Nasce a Nuoro il 2 luglio 1883 il più importante scultore sardo.
Allievo, tra gli altri, del grande Giovanni Fattori, caposcuola dei Macchiaioli, vince il primo premio alla Biennale di Venezia del 1907 con l’ormai celebre scultura La madre dell’ucciso, che tutti abbiamo visto, almeno in copia.
Con la sua vittoria Ciusa rende visibile, a un’Italia che non se ne cura, la capacità dei sardi di raggiungere eccellenza nelle attività artistiche.
Del resto, gli stessi sardi se ne curano poco se non arriva la lode di fuori.
Circostanza curiosa, nel 1933, Ciusa scolpì nella lapide funebre di una bambina di Ulassai, della quale non c’erano fotografie, il ritratto della sorellina della piccola morta. Quella bambina era Maria Lai, l’artista di recente scomparsa, che ora riposa sotto quella stessa lapide.
Ciusa dal 1908 si stabilì a Cagliari, il suo studio in via Alghero fu distrutto dalla guerra. Di Ciusa ha dato un affettuoso ricordo personale, della sua prima infanzia, Nereide Rudas, in occasione di un convegno nel 2011.
La registrazione si trova nel sito della Fondazione Sardinia.
Ciusa morì a Cagliari il 26 febbraio 1949.

One Response to Gli OCCHIALI di PIERO. Antonio Labriola, Francesco Ciusa

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