America, America

4c62a1e6-4ac2-4d56-914e-669c4767af69I VACCINI E LE GUERRE CULTURALI
di Marino de Medici

Anche i vaccini ormai sono una parte integrante delle “culture wars”, le guerre culturali sulle quali fanno conto i repubblicani, ed in modo speciale la maggioranza trumpista tra di essi, per riconquistare il potere a Washington. La retorica anti-vax ha aumentato il suo volume presso le autorità elette di vari stati ed i media, soprattutto quelli “social” di estrema destra. In una congiuntura che registra un forte aumento di infezioni da Covid-19 in quegli stati dove vengono praticate poche vaccinazioni, può sembrare incredibile che i legislatori di più di quaranta stati abbiano presentato proposte per vietare i cosiddetti “vaccine passports”, e che non pochi governatori abbiano formalmente vietato tali passaporti. Ma quel che stupisce ancor più è che i governatori e funzionari preposti alla salute pubblica abbiano accampato pubblicamente i dubbi sollevati da movimenti di destra sull’efficacia e sicurezza dei vaccini quando le autorità scientifiche federali e private garantivano effetti benefici su vasta scala.
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L’amministrazione Biden reagiva con energia alla campagne dei governatori repubblicani – primi fra tutti quelli del Missouri e della Carolina del Sud – impegnati a discreditare i vaccini. I governatori in questione lamentavano l’eccessivo impegno federale a vaccinare gli americani presso le loro abitazioni private condannandolo come una forma di invasione governativa.

L’America registra in pratica una vera e propria politicizzazione dei vaccini anti-Covid. Si aggiunge all’assurdo di uno stato, il Tennessee, che ha disposto la cessazione di un programma per la distribuzione di vaccini destinati agli adolescenti. La confusione che circonda i programmi di vaccinazione si fa sentire principalmente negli stati del Sud, come l’Arkansas. Il dato di fatto che ora emerge con particolare tragicità è che le infezioni, i ricoveri ospedalieri e i decessi sono in rapido aumento in quegli stati che registrano bassi quozienti di vaccinazione: Arkansas, Missouri, Texas e Nevada.
Sul piano nazionale, si assiste ormai ad un aspro confronto tra quelle comunità protese a vaccinare il più possibile e quelle plagiate dalla campagna di persuasione no-vax condotta da amministrazioni e politici repubblicani. E’ doloroso ammetterlo, ma dietro questa campagna ci sono motivi politici. In primo luogo, è ormai accertato aldilà di ogni dubbio che la resistenza ai vaccini è più forte negli stati repubblicani, dove sono più basse le medie di vaccinazione e più grave la recrudescenza di infezioni Covid.

In via semplicistica, qualcuno potrebbe argomentare che i repubblicani sono ossessionati dal disegno di rovinare la nazione finché un democratico occupa la Casa Bianca. Tra i tanti osservatori soverchiati dal fenomeno anti-vax si distingue Jonathan Bernstein che avanza varie spiegazioni tra cui quella che i media controllati dal partito repubblicano presentano una schiera di personaggi anti-vax e che i politici repubblicani scalpitano per apparire nei canali di estrema destra, primo fra tutti Fox News, ansiosi di smentire e sminuire la condotta del presidente Biden. Un’altra interpretazione, che si sarebbe tentati di definire come la scoperta dell’acqua calda, è che un gruppo di estrema nel campo repubblicano sta tentando con ogni mezzo di distinguersi dalla massa del GOP repubblicano. Si tratta, a quanto pare, di una presa di posizione non solo contro il partito di Biden ma contro il “mainstream”, la corrente principale del partito
repubblicano. Questa viene attaccata insomma per il suo presunto
collaborazionismo con quei pochi moderati che albergano nel partito repubblicano.

Il discorso sulle ragioni di una condotta repubblicana per molti versi incomprensibile non esclude la crudeltà di dirigenti statali nei confronti degli aderenti del trumpismo appartenenti alla classe sociale meno evoluta e quindi manipolata a fini scopertamente politici. Non c’è nulla più disonorevole per quei dirigenti repubblicani che essere descritti come moderati, succubi di un liberalismo che fa di tutto per distruggere il loro idolo Donald Trump. La campagna contro la vaccinazione universale non è altro che una manifestazione del processo di polarizzazione negli Stati Uniti ma è anche, se non soprattutto, conseguenza della profonda involuzione del partito repubblicano dove l’ala estrema, incitata da Trump, si sforza di dimostrare che è la sola vera forza repubblicana. Il prezzo di questa illusione lo pagano purtroppo i diseredati repubblicani del Sud.

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