La LAMPADA di ALADIN. Per ottenere la zona franca, nell’unica tipologia oggi possibile, scoviamo e combattiamo i “benaltristi”
di Aladin
I BENALTRISTI
A proposito di zona franca. Si chiede Benedetto Barranu in un intervento su La Nuova Sardegna di oggi “(…) Perché invece di fare propaganda per nascondere la propria inerzia (…) non si cerca di attuare ciò che è previsto dallo Statuto sardo e dalle norme di attuazione del 1998, nell’ambito della normativa europea, cioè i sei punti franchi collegati alle aree industriali e alle aree urbane già individuate?”. Da molto tempo ce lo chiediamo anche noi. E’arrivato il tempo di chiedere conti ai responsabili di tali ritardi, di cui sappiamo nomi e cognomi, primi tra tutti Ugo Capellacci (presidente della Regione) e, limitatamente al punto franco doganale di Cagliari, Piergiorgio Massidda (presidente dell’Autorità portuale di Cagliari e della Società Free Zone), Natale Ditel (commissario del Cacip e amministratore delegato della Soc. Free Zone). Ma ci chiediamo anche il perchè altri non pongano con chiarezza il problema dell’attuazione del punto franco doganale di Cagliari, quello che poteva essere attuato almeno da dodici anni e che potrebbe vedere la luce in tempi rapidissimi, se solo si avesse la volontà politica di farlo. Tra questi ultimi è urgente che prendano posizione e pretendano tempi certi il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda (l’entità di gestione della zona franca di Cagliari dovrebbe avere come naturale presidente il Sindaco), nonchè il presidente della Camera di Commercio (altro ente necessario) Giancarlo Deidda; al riguardo non dimentichiamo che la Camera ha da tempo preso posizione, rivendicando un ruolo importante nella gestione della zona franca. E’ ora quindi di precisare ruoli, impegni dei soggetti coinvolti e, soprattutto, occorre darsi tempi certi e verificabili dai cittadini. Basta con gli alibi dei troppi benaltristi, che assumono a giustificazione del loro far niente il fatto che benaltro di meglio potrebbe in teoria essere fatto. Cosa impossibile, almeno in tempi brevi e medi, senza quindi proiettarci troppo nel futuro, come è realistico e necessario fare, considerato – come diceva Keynes – che nei tempi lunghi saremo tutti morti!
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A proposito di zona franca. Francamente non si capisce la timidezza del Pd e centrosinistra nel contrasto alla campagna demagogica di Cappellacci e soci sulla zona franca. Vero è che il Pd si è mosso nell’ambito del dibattito, mettendo in campo illustri esperti che hanno chiarito tutto quello che c’era da chiarire. Ma il tutto è rimasto quasi esclusivamente in ambiti ristretti: quelli dei già convinti. Occorre invece una campagna di comunicazione di massa, quella che arriva alla maggior parte dei cittadini. Per esempio si potrebbero fare manifesti che comunichino una cosa molto semplice: l’unica zona franca che si poteva fare da dodici anni e che dunque si può fare subito è quella doganale di Cagliari e, entro breve tempo, quella di altri 5 punti franchi, già previsti dalle norme attuative. Perchè non si fanno? Sapete chi è il responsabile n. 1? Proprio Ugo Cappellacci, il “benaltrista”, quello che a parole vuole “benaltro”, cioè la zona franca integrale e che di fatto non fa niente di quello che potrebbe subito concretamente fare, quindi imbroglia i cittadini. E’ difficile far passare questo messaggio?
Da La Nuova Sardegna on line del 19 luglio 2013
Deriu-Ganau-Soru: «La zona franca è solo demagogia»
Verso le elezioni. Dibattito a Sassari fra tre potenziali candidati presidenti. Nel mirino le promesse «mai mantenute» di Cappellacci
zona franca pd elezioni regionali
di Paoletta Farina
SASSARI. Un fantasma si aggira nel Partito Democratico e si chiama zona franca. La paura, non affermata a chiare lettere ma lasciata intendere, è che possa diventare un cavallo di Troia per il centrosinistra. Detto in parole povere, nella perdita delle elezioni regionali a favore del centrodestra che invece il taglio di Iva e accise lo sta cavalcando con successo.
Era questo il sentimento che aleggiava ieri nel parco di via Venezia, dove i circoli Berlinguer, Puglisi e Pasolini hanno organizzato, in stile Festa dell’Unità, un dibattito a tre voci – moderato dal consigliere regionale Luigi Lotto –con il sindaco Gianfranco Ganau, l’ex governatore Renato Soru e il presidente dell’Unione delle Province sarde, il nuorese Roberto Deriu, non a caso anche possibili sfidanti alle primarie del centrosinistra (come Francesca Barracciu, anche lei invitata, ma impossibilitata ad essere presente).
Tema, appunto, quello che è diventato il sogno nel cassetto dei sardi: benzina a basso costo, meno tasse, più soldi disponibili in tasca, più lavoro. Zona franca, quindi, perchè questo significa per chi crede possa essere realizzata nell’intera isola un’area “free tax”.
Da tutti i tre big del partito è però arrivata la doccia fredda. Soru, senza mezzi termini l’ha chiamata «la zona franca delle stupidaggini», per Ganau applicarla a tutta l’isola è impossibile, Deriu ha incalzato sul fatto che si tratta di bugie propagandistiche. E all’unisono hanno tutti affermato che quella in corso è un’operazione di pura demogogia, e da campagna elettorale con la quale si fa credere ai sardi che potranno essere più ricchi e felici. Una promessa, insomma, difficile da mantenere perchè impossibile da realizzare.
Nel mirino il presidente della Regione Ugo Cappellacci, «uno che di promesse ne ha fatte tante e non le ha mai mantenute – ha detto il sindaco Ganau –: chiedetelo agli operai della Vinyls». E Renato Soru: «Cappellacci si è messo alla guida di un movimento per la zona franca perché spera che porti voti a destra, come si è messo in testa ad altri movimenti per puro calcolo, Si è dato da fare, poverino, dalla flotta sarda, all’antinucleare, passando per la battaglia contro Equitalia e a favore dei pastori. Ma ha fallito su tutta la linea. Basta pensare anche alla vertenza entrate. La Regione ha perso 4 miliardi di euro per l’incapacità di far rispettare gli accordi con lo Stato. Ecco, quello dobbiamo chiedere al governo. I soldi che ci spettano per migliorare i servizi, la sanità, la scuola. Perciò ora – ha incalzato l’ex governatore – noi abbiamo il dovere di spiegare e far capire alla gente che la zona franca non è pagare di meno un cornetto Algida». Contestando «l’attivismo» propagandistico del governatore, Roberto Deriu ha posto però un problema più generale al partito: «Cappellacci dice bugie, crea false aspettative? Noi però non dobbiamo lasciare a lui la difesa di quanti, in questo particolare e difficile momento di crisi, hanno bisogno di sentirci vicini. Il Pd dice no alla zona franca proposta da Cappellacci, ma non dice quello che vuole fare in alternativa. E così quel movimento di rivolta fiscale che è dietro la zona franca pensa che noi siamo contro di loro, stanchi di essere tartassati, e si chiede perché».
Ecco, il timore dei democratici. Del resto anche Ganau ha detto che «siamo indietro nel dare speranze ai sardi e trasmettere le nostre idee» e che «Cappellacci è risalito nei sondaggi in quanto a credibilità». Infine l’appello da tutti, e ogni volta applaudito dal pubblico, ad evitare divisioni e lotte interne. Anche questo, un mea culpa.